Rassegna storica del Risorgimento

"MARCHE (LE) NEL RISORGIMENTO"; GIORNALISMO
anno <1951>   pagina <740>
immagine non disponibile

740
Libri e periodici
la Restaurazione sia, o meno, un periodo di pura reazione, oppure ai tempo stesso di antireazione e antirivoluzione, p. 300), giudizi discutibili (p. cs., il Solaro della .Mar­garita messo insieme col reazionarismo metternichiano , p. 174), un uso un po' incauto di sommari dati statistici, accostamenti impropri, ma non certo proposizioni gravemente avventate e men che meno aberranti. Qualità notevole in un giovane che, tra gli altri meriti, ha quello di avere sfruttato* tra i primi in Italia, documenti diploma­tici ai fini detta storia sociale, sia pure, come accennavamo, in modo piuttosto estrin­seco, e cioè per le notizie in essi contenute anziché per lumeggiare elassisticamentc il temperamento degli estensori e del loro ceto. Ma questa sarebbe appunto, in Italia, una ricerca relativamente nuova da intraprendere. LUIGI BULFERETTI
LEO VALIANI, Storia del movimento socialista. YoL I, L'epoca della Prima Internazionale; ( Storici antichi e moderni Nuova serie, n. 3) Firenze, la Nuova Italia, 1951, in 8, pp. XU-279. L. 1400.
ARTURO MANCINI, La storia del collettivismo (Quaderni di e Nova Historia, 3); Ve­rona, 1950, in 8, pp. 105. L. 600.
- Accuratezza d'informazione congiunta a ricerche originali (specie nell'Archivio di Stato di Milano sugli internazionalisti nostrani prima del 1870), onestà e chiarezza espositiva caratterizzano il primo volume della tetralogia che il Valiani, già combatten­te nelle file del liberalsocialismo rosselliano, dopo un esordio comunista, si ripromette di dedicare agli ultimi 120 anni dei movimenti socialistici nei principali paesi d'Europa. Particolari simpatie dimostra, ovviamente* il Valiani, pel Proudhon* pel cartismo* per gli epigoni dell'egualitarismo, ma* nell'insieme, non nuocciono all'equilibrio dell'im-terpretazione (il Buonarroti vi è inteso più attraverso il Galante Garrone che il Salita, e sono quindi evitate le forzature di questi* deformatrici p. cs., del reale influsso buo-aarrotiano nel Risorgimento), e appaiono particolarmente felici le pagine del primo capitolo, dedicato allo sviluppo del pensiero socialistico dai sansimoniani a Blanqui, e quelle sull'interpretazione storica della Comune. Eccellenti anche alcune osservazioni particolari sul significato del materialismo del Marx (p. 59, ben diverso da quello volgare del vocabolo), sull'elemento vitale contenuto nel Capitale (p. 125), sulla rela­tività storica del pericolo rappresentato dal quinto stato (sottoproletariato); discutibili altre, p. es., sul Marx più teorico che uomo d'azione (p. 57), sul Mazzini fondatore del movimento operaio italiano (p. 71), sull'utilità della cronaca Cerchiari (p. 179). E evi­dente lo sforzo del Valiani* che pure viene dalia lotta politica, di raggiungere una ele­vatezza scientifica che gli consenta d'abbracciare da un punto di vista criticamente sostenibile i movimenti socialistici contemporanei. Questo sforzo va apprezzato e sostenuto, perchè solo può evitarci un nuovo dominatismo, funesto alla storiografia, che troppi interessi pratici minacciano oggi di far prevalere. Consenta quindi il Valiani alcune osservazioni che ritengo possano integrare il suo sforzo.
Anzitutto una precisazione terminologica, apparentemente una pedanteria. Il Valiani sa (lo hanno appreso agli Italiani gli anarchici già nel 1875) che la questione operaia non è tutta la questione sociale, e infatti si è ben guardato dal far coincidere la storia del movimento operaio cotta storia del socialismo (come pretenderebbero oggi in Italia alcuni dilettanti nel senso buono del vocabolo cui si perdona l'insipienza storiografica perchè som. giovani e perchè raccolgono con lodevole fervore utile mate­riale), o questa con quella del monismo o del socialismo scientifico ; però anziché scrivere storia del movimento socialista, ad evitare il deprecato equivoco, sarebbe forse stato meglio scrivere storia dei movimenti socialistici (la regola grammaticale circa l'aggettivo è applicata dal Valiani salvo che nel titolo) e aggiungere contemporanei. Infatti un residuo del Valiani militante sfuggito al Valiani critico è questo periodo di p. 3 : Nel 1814, l'anno che segue la caduta di Napoleone e quindi il vero inizio del