Rassegna storica del Risorgimento
"MARCHE (LE) NEL RISORGIMENTO"; GIORNALISMO
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1951
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pagina
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741
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Libri e periodici 741
secolo decimonono, il movimento operaio non esiste ancora, del socialismo non si è coniato il nome e il comunismo vive solo come ricordo di utopie filosofiche o religiose, e dì propaganda tra i aans-culottes per l'uguaglianza nei consumi o per la legge agraria. La* sciamo ai romantici l'idealizzazione dei secoli e le discussioni sulla pcriodizzazionc che ne scaturisce: il Valiani critico conosce benissimo (la cita a p. 250) la storia del vocabolo socialismo (mi onora, al riguardo, di una citazione), che risale molto avanti al 1814, e quella delle dottrine socialistiche, che risalgono molto più addietro che al Rousseau (p. 91), non soltanto negli elementi singoli ma anche nelle impostazioni generali per Io più qualificate utopistiche o comunistiche (il Valiani ricorda i diggers del '600 ultimo conato di rivolta agraria, animata di spirito di comunismo cristiano , p. 31, T. Moro, p. 24) sicché sente hi necessità di qualificare ulteriormente il vocabolo socialismo , p. es con : moralista (a proposito di V. Russo, p. 94), e il comunismo con moderno (p. 94), il che significa che egli ammette l'esistenza di un comunismo antico tanto più che ricorda i Gracchi (p. 97). Legittimamente, anche in Italia dai tempi del Cognetti de Martiis, storici preparati hanno scritta la storia, del comunismo partendo dall'antichità, sebbene oggi appaia più opportuno, perchè si è riservata la lezione del Vico, qualificare esattamente gli elementi storici coi vocaboli precisi che li contraddistinsero via via. Se per il vocabolo socialismo , ripeto, si può risalile al sec. XVTI (e quindi ho proposto di non risalire più addietro, anche perchè l'utilità scientifica sarebbe dubbia: naturalmente un militante di partito pieno di zelo il che non è da deplorare finché lo zelo partitante non è trasferito nell'attività storiografica mi ha inteso perfettamente alla rovescia e mi ha attribuito il proposito di ricercare nella civiltà pelasgica il socialismo), col vocabolo comunismo (naturalmente tradotto negli equivalenti) si può testualmente risalire molto più addietro, all'antichità classica. Più addietro di quanto usino i partitami nostrani e stranieri si può risalire anche nella storia del movimento operaio, perchè, come giustamente ricordava J. Conan nel fase. H delle Annales del 1951, di operai si parla anche prima della rivoluzione di luglio (assunta come termine a quo dal Dollcans), o di quella francese (assunta recentemente da J. Hours), o di quella industriale (assunta da G. Montreuil). È vero che lo stesso vocabolo (o il derivato secondo la genesi filologica) può mutare significato nel corso dei secoli, ma poiché, nella pratica scientifica, fanno parte della storia di un concetto, di un movimento i precedenti non remotissimi, non appare inutile assumere il criterio di risalire sino alle origini testuali, dal momento che la storia dei vocaboli è generalmente anche storia di concetti e l' analisi grammaticale oggi tende a convertirsi in analisi di definizioni storiche, premessa per giungere al giudizio storico. Si deve anzi insistere sulla necessità di. non assumere una definizione astratta a criterio dell'indagine storica: ingenui principianti possono pretendere dallo storico una definizione di socialismo (che, infatti, il Valiani si guarda bene dal dare, accontentandosi di prospettarne parecchie incidentalmente* p. 160): compito dello storico è, invece, quello di valutare la coscienza che delle varie definizioni proposte ebbero i contemporanei,. Badando al contenuto generico del comunismo , a un aspetto di esso, cioè in ordine al possesso dei beni, il Mancini preferisce scrivere la storia del collettivismo (divulgazione di un certo interesse quella riguardante il collettivismo nello repubbliche d'Albania dal medioevo ai nostri giorni), ma non pare che si sia proposto deliberatamente l'accennato problema.
Il Garrisci ha notato nel recente Valiani una certa aridità, che lo indurrebbe a insistere nell'elemento economico, politico, trascurando quello religioso (secondo il Garose! il socialismo sarebbe religione per il popolo); per conto nostro ci limitiamo a osservare, tra i residui del militante che prendono il sopravvento sul critico, la svalutazione del romanticismo, assunto come equivalente di antirivoluzionario (p. 47), salvo, poi, più riflessivamente, a dedicare belle pagine al romanticismo rivoluzionario del Pisacane e del Mazzini (pp. 106-7). Pure eccessivamente svalutato l'elemento ideologico, ha notato il Garosci; ina, nell'insieme, il difficile tentativo ci pare soddisfacentemente riuscito e ci auguriamo ohe sia proseguito al più presto. LciOI BULFEIIETTI
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