Rassegna storica del Risorgimento
1815-1834 ; AUSTRIA ; LOMBARDO-VENETO
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1952
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39
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Confidenze e sfoghi di funzionari, ecc. 39
V Arciduca Ranieri, in pubblicai m'ha detto che nétte Provincie Venete la mia par' lenza e dispiaciuta: questa onorevole dichiarazione mi fa vero piacere: ogni Veneziano ha diruto sulla mia riconoscenza.
Evidentemente erano tempi ancora relativamente idilliaci per le autorità di Polizia, specie nell'ambiente veneziano, più accogliente ed accomodante che altrove. Comunicava poi la partenza dell'Arciduca da Milano, diretto a Venezia, con l'itinerario Pavia, Lodi, Crema, Cremona, Casalmaggiorc, Piacenza e Colorato: l'arrivo a Venezia era previsto per il Dicembre. Si lamentava del gran numero di ladri che infestavano Milano, tanto che aveva disposto per una rigorosa perquisizione di luoghi e di persone sospette, fra il 15 ed il 20 di quel mese.
Tutto ciò aumentava il lavoro del suo ufficio, che, a Venezia, aveva un ritmo assai tranquillo: e questo può spiegare ancor meglio la nostalgia del Raab per Venezia ed ì Veneziani: A Venezia ero occupato: qui lo sono dipiù: la Direzione generale comanda a bacchetta con le Delegazioni provinciali.
Ma le notizie che giungevano a Milano al Raab rivelavano una trasformazione anche nel tranquillo andamento degli uffici di Polizia veneziana; due funzionari, dai propositi innovatori, il Vogel e lo Stocka, evidentemente desiderosi di far carriera, si erano messi a lavorare d'impegno. Il Raab, vecchio del mestiere, si dimostra un po' scettico su questo eccesivo zelo di neofiti (Milano, 1816,20 Novembre): Scrivono pure (da Venezia) che Vogel e Stocka travagliano molto, ma molto assai perché vogliono occuparsi minutamente di tutto: fanno bene, basta che non secchino con le minuzie la gente: U secondo (lo Stocka) visa ad un direttorato di Polizia; vorrà farsi valere. M'ha scritto ultimamente una lettera veramente ridicola, trattandomi con un titolo che al più, può darmi il mio domestico: mi ricordo delproverbio tedesco: scope nuove scopano bene. Io son vecchio e marcio il mio solito cammino (Milano, 1816, 20 nov.)
A Milano, il Raab si era subito reso conto delle condizioni dello spirito pubblico, sfavorevoli all'Austria, anche se mascherate da una fredda gentilezza: Lo spirito pubblico scriveva sempre al Lancetti non è per il Governo: i Milanesi criticano tutto; non amano il forestiero. Nelle case finora sono sofferto, e so che non mi vogliono male: questo mi basta. Devo per altro dire il vero che alcune volte non posso darli torto quando parlano: col tempo si avvezzeranno a tutto e diventeranno boni; per me ho niente paura, fuori di quei maledetti ladri che mi seccano. Al Nostro bastava dunque essere tollerato nella società milanese; non pretendeva di essere amato. È poi rilevabile, in questa confidenza epistolare, l'atteggiamento del pur ligio funzionario austriaco il quale, in cuor ano, ammette che, nelle loro rimostranze e nelle loro critiche al Governo straniero, i Milanesi potevano anche non aver torto: per il resto confidava sull'azione del tempo, per un graduale adattamento ed una mitigazione degli spìriti, *)
') A queste notizie politiche, il Raab altre ne intercalava di vita mondana, come l'annuncio di una prossima serata della Catalani alla Scala: al qual proposito tacciava i Milanesi del difetto in coi meno hanno sempre peccato, cioè di tirchieria: Sabbato prossimo sentiremo la grande Catalani. Dubito che il concorso sarà grande: i Milanesi non* amano lo spendere, e ci vuol 12 lire italiane per il biglietto.
Altre notizie teatrali: (Milano, 1816,11 die.) Al Teatro Resi dà per ora opera seria e buffa: Tramezzani e la Donna, Uomini incontrano móltissimo. Veramente Tramezzani netta sua scena ìgrande; (Milano, 1817, 18 gennaio)L'Opera Achille al Teatro Scala non ha incontrato il gusto del pubblico, si parla bene della musica di Wintvr, che va in scena la settimana prossima. Il dramma è intitolato II Maometto. Al Teatro Re incontrano