Rassegna storica del Risorgimento

1815-1834 ; AUSTRIA ; LOMBARDO-VENETO
anno <1952>   pagina <43>
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Confidenze e sfoghi di funzionari, ecc> 43
ai più estesi compiti attribuitile con l'annessione del Lombardo-Veneto, alle partico lari circostanze susseguenti al crollo dell'Impero napoleonico ed ai fermenti di libe­ralismo lasciati e tenacemente ripullulanti.
So di eerto che il piano per la Polizia di Venezia e di Milano i primi giorni del presente mese è stato avventato (sici avanzato ?) a S. M.; aspettiamo quindi la risoluzione sovrana! so soltanto che Stequel (?) sia stato proposto per segretario generale in Venezia, ed Ehrenheim in Milano', di tutto il resto so niente, e metto il cuore in pace ad aspettare tranquillo la superiore risoluzione.
Sappiamo, di fatto, che, nei primi mesi del 1817, erano state discusse, dalla Com­missione aulica centrale, le proposte di modificazione dell'organizzazione poliziesca, mantenendo, per la Lombardia, la gendarmeria, che, nel suo complesso, aveva fatto buona prova, e proponendo (ad onta della opposizione del Presidente Lazansky) per il Veneto, o l'istituzióne di un corpo analogo di gendarmeria, o la riforma di quel sateHizio veneto che aveva tutte le impronte di una sbirraglia indisciplinata i)
La Commissione insisteva, e, contro il parere del suo Presidente, proponeva al Governo di eccitare quello veneto nel senso da essa sostenuto; e l'Imperatore appro­vava a sua volta (1817, 31 marzo) l'iniziativa.
L'attuazione pratica del progetto si trascinò poi a lungo, per la resistenze del Governo veneto, che voleva introdurre la gendarmeria e mantenere insieme il satei-ludo, ribattezzandolo guardia civica militare. Una sovrana risoluzione del gennaio 1819 troncava l'ormai annosa questione: Nella decisione sovrana è detto che la gendar­meria era inutile nella Terraferma, perchè, nei luoghi abitati, oltre al sateUizio, risie­deva numeroso militare; mentre per le Città, l'Imperatore ordinava di istituire una guardia di polizia militare. In tal modo, il Veneto venne privato di una eccèllente arma che aveva reso segnalati servizi nel mantenimento dell'ordine pubblico: il satellizio fu ordinato in corpo di guardie civili di sicurezza, cui furono aggiunte le Guardie di Polizia 2)
Lamentava ancora il Raab che, in quel torno dì tempo, fossero state sparse voci allarmistiche di una grande mortalità: egli sospettava in ciò una macchinazione di certe persone, le quali non vogliono che mettere lapopolazionein orgasmo, per i loro finii per ora devono abbandonare queste idee. Non è difficile indovinare a chi alludesse il Nostro*
Una incertezza che continuava a gravare negli ambienti ufficiali austriaci, e parti­colarmente in quelli della Polizia, era rappresentata dalla successione del Governatore di Lombardia: Qui sappiamo nulla chi sarà il nostro Governatore: fattuale è disperato di do­versi trattenere tanto tempo: non si può vedere pia a Milano. E si comprende, perchè il suo sistema dì governo, duro e sprezzante, gli aveva creato un ambiente molto difficile.
Quando venne l'annuncio della successione nella persona del conte Giulio Giu­seppe StrasBoIdo, al Lancetti, che gli chiedeva le sue impressioni al riguardo, il Raab
') v. AUGUSTO SANDONÀ, Il Regno Lombardo-Veneto 1816-1850, Milano, Cogitati, 1912, p. 170.
2Ì Era atteso anche il nuovo Vice-Re, arciduca Ranieri, per cui il Raab prevc- . deva un lavoro straordinario della Direziono di Polizia. Consigliava quindi il Lancetti a differire sino die la sua promessa gita a Milano. Alla fine di marzo (Milano, 31 marzo 1818) s'era sempre in attesa dell'arrivo cosi del Governatore come del Vice-Re. Il Raab, con poco rispetto per gli altissimi personaggi, si sfogava col suo Lancetti: per me può III Vice-Re) restare tanto tempo che vuole a Vienna; e la sua venuta darà del fastidio e delle occupazioni alla Polizia. La settimana ventura principiarà il lavoro dell'organizzazione. Iddio mi aiuti.