Rassegna storica del Risorgimento
1815-1834 ; AUSTRIA ; LOMBARDO-VENETO
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1952
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Mario Brunetti
ed ha bandito un'idea di indipendenza e di unità italiane che si riallacci uva alle più pure tradizioni della stirpe, ripudiando quanto di esotico e di estraneo al nostro genio nazionale era nelle vecchie organizzazioni segrete.
Le chiacchiere irrise dal Raab perchè Certo non avrebbero cacciato l'Austria dall'Italia, erano divenute fatti sanguinosi e temuti: congiure, sollevazioni, guerre, anche trame principesche; e l'Europa si era destata a guardare, sia pure con opposti intendimenti, in quel giardino dell'Impero, di cui gli Asburgo si erano illusi di poter fare un'appendice d'Arcadia, che si rivelava invece, inaspettatamente, una fiera selva niena di agguati.
A Venezia si godeva ancora di una relativa tranquillità; cosi il barone Cananei informava il suo Lancetti, temporaneamente assente:
(Venezia, 1833, 5 sett.)JVoio"MÌ siamo sin1 ora felici in lìnea della G(iovinc) J(talia): Detto però in tutta riserva non così a Milano. Ivi di recente sono fuggite dodici persone, ed altrettante ne furono arrestate. Le loro ramificazioni si estendono già a Pavia., Bergamo, Lodi e Brescia e (come sembra) sino a Verona. Le loro macchinazioni erano altremodo nefande, per ora, però sono disperse... Queste cose furono, sub sLrieùssimo {comunicate] dal Consigliere G. al nostro Governo.
Anche il Cattanei aveva l'incubo delle infinite scritturazioni che la complicata macchina burocratica austriaca esigeva per ogni quisquiglia: quindi salutava con piacere l'annuncio che la Duchessa di Berry, tempestivamente informata delle difficoltà cui sarebbe andata incontro, avesse deciso di soprassedere al progetto di recarsi a Praga, restandosene invece a Firenze.
Ella saprà che si attendeva la duchessa di Berry di passaggio per i nostri Stati per Praga', che, in conseguenza, furono dati degli ordini superiori, onde non progredisca senza nuove superiori determinazioni. Sembra che essa ne sia stata ancora in tempo avvertita e che perciò si trattenga a Firenze: tanto meglio per noi. *) Altrimenti avressimo avuto delle ulteriori, infinite scritturazioni.
Anche in altra lettera dell'anno seguente (Venezia, 1834, 21 settembre), è un riflesso dell'agitato periodo che teneva in allarme non solo l'Austria, ma l'Europa tutta, percorsa da profonde correnti rivoluzionarie.
Non meno Le sono grato per la premura con cui Ella volle occuparsi dell'affare degli irrequieti Cappellari di Verona: ma le di Lei giuste ed energiche aggiunte diedero alla cosa quel risalto che mi lasciano lusingare una consentanea superiore decisione. Il che in oggi, anche per le recentissime sovrane risoluzioni, si rende indispensàbile. Giacché parliamo di tali cose, la voglio un momento distogliere dalla sua invidiabile società, e quiete, accennandoLe quattro importanti aulici dispacci: 1) il 1 sullo scoppio di una rivoluzione in Napoli entro il corrente mese; il 2) sulle prave disposizioni dei medici (sic?) contro i Tedeschi; 3) su le manovre sediziose di 4000 garzoni artisti in Berna versogli Stati germanici,2) e finalmente 4) su la spedizione della propaganda in Parigi dei tre ruminati (?) individui.
) Però la duchessa di Berry, sotto il nome di contessa di Augam, giungeva a Venezia il 22 dello Btcstto mese.
2) In relazione a queste manovre sediziose, il Governatore di Venezia, conte G. B. Di Spaur notificava (1834, 17 novembre) che tollerandosi nel Cantone di Berna delle adunanze di Gorgoni Artigiani*, nelle quali si spacciano massime sediziose, e si eccitano gVintervenienti ad azioni delittuose contro i proprj Regnanti e Governi l'Imperatore aveva proibito ai propri sudditi di recarsi nella città e cantone di Berna: diffidando anche i garzoni artigiani austriaci di lasciare Berna e ano Cantone entro 8 giorni por