Rassegna storica del Risorgimento

MAZZINI GIUSEPPE ; GIORNALISMO
anno <1952>   pagina <49>
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Avventure e disavventure di gerenti, ecc.
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Con prese di posizione di tal genere i sequestri non potevano mancare* ed intatti essi si susseguivano frequentissimi, spesso senza che neppure risultassero comprensi­bili le ragioni immediate (le altre erano facilmente intuibili) che li avevano determi­nati, ce Noi ignoriamo così, ad esempio, si esprimeva la direzione del giornale nel numero del 17 ottobre 1851 i motivi che possono aver provocato le ire del fisco, a meno che egli non intendesse ucciderci a colpi di requisitorie e di sequestri. In questo caso lo assicuriamo che non riuscirà a spezzarci la penna in mano e a fare che abbando­niamo la difesa di quella causa, a cui ci siamo consacrati senza paure e senza riguardi
In questa lotta cosi serrata tra il giornale e le autorità chi ne aveva la peggio era neppure a dirsi il gerente. Così e ci si limita per ora a considerare il periodo dell'ottobre 1851 Giuseppe Pavesi, che dell' Italia e Popolo figurava appunto come responsabile* veniva in quei giorni dichiarato in stato di arresto nella propria abita­zione dove si trovava ammalato. Tale provvedimento determinava la necessità anche della di Ini sostituzione al giornale* e perciò al suo posto veniva assunto Domenico Sanguinetà. Ma era questa una nomina di carattere provvisorio, in attesa del processo contro il Pavesi, che , giudicato infatti il 9 dicembre 1851, era peraltro assolto da tutte le imputazioni mossegli. Ecco come l'Italia e Popolo, con ben legittima soddisfazione dava conto, il successivo giorno 10 dicembre, della decisione dei giudici:ce Ieri il nostro gerente Giuseppe Pavesi dopo 43 giorni di carcere preventivo compariva dinnanzi ai giurati accusato di aver assalito il sistema monarchico-costituzionale e di aver fatto voti per una forma diversa di governo. Dagli avvocati difensori fu promossa una questione pregiudiziale circa la validità dell'arresto. U Magistrato di appello lo dichiarò nullo e indebitamente fatto. Difensori aw. Cabella e Meri aldi. Otto dimande (tante quanti erano gli articoli messi in accusa) furono poste a' giurati, a ciascuna delle quali essi risposero negativamente, sicché il gerente fu dichiarato non colpevole di veruno dei reati imputatigli dalla requisitoria fiscale
Ma se per una volta le cose si erano risolte favorevolmente per il buon Pavesi in altri casi, invece, furono dolori davvero. Non bastava il suo ce arresto preventivo, che spesso senza discriminazione alcuna seguiva il sequestro del giornale 1), ma erano anchesic vistoprocessi e condanne. Se talvolta infatti come il 20 aprile 1852 xl Pavesi, anche per la valida difesa degli avvocati Cabella e D aneri, era riuscito ad Ottenere piena assoluzione dall'accusa di eccitamento all'odio contro una classe di cittadini (si trattava, nella fattispecie, del clero), in altra occasione sempre in quel torno dell'anno 1852 racimolò dal tribunale tutta una serie di condanne per comples­sivi diciannove mesi di arresto e novecento lire nuove di ammenda, condanne poi ri­confermate in sede di appello cui egli aveva fatto ricorso dopo ben sessantasei giorni di carcere preventivo.
Né di miglior sorte poterono vantarsi altri gerenti successi a quelli ora citati, co­me Achille Pozzi, il quale subiva, il 19 dicembre 1853, una condanna, successivamente
0 Cfr. Italia e popolo, 26 gennaio 1852: Il fisco si è impossessato anche del no­stro numero di ieri. Un sequestro appresso l'altro. So ciò sia del diritto del fisco può sembrare forte disputabile presso alcuni: noi però consoli della nostra ragione franca­mente lo impugnarne. Ma ciò che, salva ogni umana e civile ragione, non può divenire oggetto di controversia per veruno, si è Varreste preventivo del nostro gerente, che di poche ore si è succeduto al sequestro; tm tanto enorme sopruso fa manifesto a tutti che lo arbitrio è qui sostituito alla legge, e ohe libertà individuale, statuto e libertà di stampa divengono un mula innanzi ad un fisco regio.
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