Rassegna storica del Risorgimento

MAZZINI GIUSEPPE ; GIORNALISMO
anno <1952>   pagina <50>
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Leonida Balestrerì
confermata anche in appello, a sci mesi di carcere,- e collezionava poi è la parola nel seguente anno 1854 nna serie di condanne a rotazione continua, ad evitare le quali non sempre si appalesava sufficiente la calda eloquenza degli avvocati Castagnola e Cabelln, difensori del bersogliatissimo quotidiano mazziniano. processi, replicate volte, avevano a subire anche gli altri te cirenei che si avvicendarono in seguito nel* l'incarico di gerenti dell'Italia e Popolo, e precisamente Andrea Pisano e Francesco De Negri,
E sufficiente certo quanto sopra ricordato per dire la vita difficile che profes­sionalmente parlando conducevano coloro che figuravano quali gerenti responsa­bili dell' Italia e Popolo. H giornale era infatti sottoposto da porte delle autorità ad un vero e proprio continuo martellamento, come può valere a dimostrarlo, ad esempio-trai tanti altri, il fatto che perfino la campagna per la famosa sottoscrizione per il fondo dei diecimila fucili -) fruttò ad esso ben tre sequestri nel breve spazio di soli dieci giorni. E, naturalmente, chi ne andava di mezzo era sempre il povero gerente;
Nò vita migliore dei responsabili dell'Italia e Popolo si può dire abbia avuto chi tale incarico assunse per L'Italia del Popolo, il giornale ohe. sempre in Genova, seguì ad esso come'vessillifero delle idee mazziniane. Al contrario. Nel periodo relativamente breve dal 21 febbraio 1857 al 28 agosto 1858 durante il quale potè resistere alla spietata guerra mossagli da Cavour a ciò spinto anche, specie dopo l'attentato del, l'Orsini, dalle pressioni di Napoleone III2) L'Italia del Popolo collezionò la serie più sbalorditiva di sequestri che si possa immaginare: nel mese di febbraio 1858 essi furono infatti dieci cinque dei quali in sei giorni , e nel mese di marzo si ebbero quindici sequestri consecutivi, cui altri seguirono, fitti come nna gragnuola, tanto che nella non lunga esistenza del giornale se ne dovettero annoverare complessivamente oltre centocinquanta.3) Agevole dedurre la situazione nella quale in conseguen­za venivano a trovarsi i gerenti del battagliero foglio, dato che sovente al sequestro seguiva il procedimento penale: cosi nel 1857 si ebbero ben dodici processi. Ecco quanto lo stesso Mazzini fu, del resto, tratto od osservare al proposito: *) Il Fisco aveva adot­tato per L'Italia del Popolo il sistema di carcere preventivo del Gerente: il giornale ha avuto più di dieci Gerenti in prigione per imo, due, tre mesi prima del giudizio. Veni­vano poi assolti e liberati, ma intanto erano stati ingiustamente privati della liberta. Una sentenza sfuggita alla collera dell'avvocato fiscale Cotta, dà la chiave dell'iniquo sistema adottato dal Governo.
a Una volta che il Gerente Mazziniano è stato due mesi in prigione. Io assolva pure il giuri, ma nemmeno Domineddio può fare che non sia stato in carcere. La cosa ero talmente nota, che la nomina di Gerente dell'Italia del Popolo era considerata come bigliétto di entrata in prigione.
-) I fucili erano destinati, secondo le intenzioni di Mazzini, alla prima provincia che insorgesse per l'attuazione del programma nazionale, e la sottoscrizione a tale sco­po era stata promossa in opposizione a quella patrocinata dal Cavour per il fondo dei cento cannoni per l'esercito regio. Al proposito cfr. lo stesso Mazzini Epistolario, voi. XXXIII, p. 275.
-) Sull'argomento cfr. LEONA RAVENNA, Il giornalismo massàmano, Firenze, ed. Le Mounier, 1939, pag. 156 e segg. Cfr. anche MAJIIO BORSA, La libertà di stampa, Milano, Corbaccio, 1925, pp. 40-43. . .
-) Cfr. AUIUSMO SAFFI in proemio al voi. X degU Scritti di Giuseppe Maatm.
4) .In Pensiero ed Azione del 15 settembre 1858.