Rassegna storica del Risorgimento

MAZZINI GIUSEPPE ; GIORNALISMO
anno <1952>   pagina <52>
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Leonida Balestreri
essi vi erano degli autentici ce tipi, spesso assai intelligenti e smaliziati, che con il loro contegno ai processi riuscirono talora ad evitare più gravi conseguenze. Cosi il Pavesi, a sna discolpa dell'aver consentito la pubblicazione di taluni scritti ritenuti dall'auto-rità in contrasto con le leggi vigenti, usci una volta era, tanto per la storia, il 26 ottobre 1851 in questa risposta piuttosto sconcertante per i giudici: Essendovi la libertà della stampa, ho creduto che detti articoli non potessero essere incriminati, e stampando detti articoli io non ho creduto di offendere nessuno}).
Altrettanto candide furono le dichiarazioni fatte al collegio giudicante dal Pisa­no: Mi fanno tutti i giorni firmare un giornale ed io lo firmo, senza leggerlo s'intende, giacché ben comprendo che se mi rifiutassi a firmarlo sarei subito licenziato e mi ces­serebbe il tenue guadagno che ho d'una avanzica al giorno essendo anche obbligato a trasportare qui e la i fogli per la stessa paga. Dietro ciò, ben si vede che io nulla posso dire a riguardo agli articoli del giornale ed a me giova credere che nulla siavi contro la legge perchè io firmo con questa persuasione, che le persone istruite che scrivono questi articoli non vorranno compromettersi e misureranno le espressioni per non ol­trepassare i limiti dell'onestà e del giusto.
Taluno dei vecchi gerenti de L'Italia del Popolo ricomparve poi, nella stessa ve­ste e nella stessa funzione, al nuovo giornale mazziniano genovese L'Unità Italiana, pubblicato a cominciare dal 1 aprile 1860 sino al 27 dicembre dello stesso anno, allor­quando fu trasferito a Milano. Cosi Gerolamo Marcone, *) che tra l'agosto e l'ottobre si vide perseguito da svariati procedimenti penali conseguenti a ben sei sequestri su­biti in quel breve periodo dal giornale. Non diverse peripezie ebbe chi lo sostituì nel poco piacevole incarico, un certo Tohpiero Glorioso, la cui firma apparve sul quoti­diano mazziniano dal 18 ottobre 1860: anche a lui infatti non mancarono traversie giudiziarie come, ad esempio, quella conseguente al sequestro del n. 243 de L'Unità Italiana, uno degli ultimi stampati a Genova.
Dopo il trasferimento de L'Unità Italiana a Milano trascorse qualche tempo prima della ricomparsa di un altro foglio mazziniano nella Superba. Fu questo H Dovere, il cui primo numero, con periodicità settimanale, venne pubblicato il 7 febbraio 1863. Gerente ne figurava allora Carlo Sesia, che subito ebbe a scontare a prezzo il delicato incarico assunto. A seguito dei ripetuti sequestri il giornale, già in data 11 luglio 1863, era costretto ad uscire in queste amaramente violente espressioni: Il signor prefetto Gualtierio, il piccolo Bismark in sedicesimo inflitto dalla setta governativa alla generosa popolazione di Genova in punizione delle sue peccata, non potendo ogni giorno illustrare i suoi talenti polizieschi con nuovi piccoli colpi di Stato, continua almeno a sfogare l'ira cieca e bestiale contro II Dovere, incubo dei suoi sogni. Diciamo ira cieca e bestiale e non senza motivo. Di cinque processi che ci vennero intentati in così breve spazio di tempo, uno solo fu giudicato e coronato da un solenne verdetto di assoluzione per porte dei giurati; di tre furono causa gli articoli di Mazzini, riprodotti
J) Il Marcone come ricorda il Poggi nella nota biografica a lui dedicata nel Dizionario del Risorgimento Nazionale fu combattente valoroso nelle giornate del nostro riscatto. Già volontario nel 1848 nelle file dei bersaglieri piemontesi, nel 1860 partecipò alla spedizione del Millo rimanendo ferito o guadagnandosi sul campo, con una medaglia di argento al valore, i galloni prima di sorgente e successivamente di luogotenente ufficiale di ordinanza. Con tale grado il Marcone u poi ammesso nel­l'esercito regolare, dal quale peraltro il 20 luglio 1862 passò nel ruolo degli invalidi dati i gravi postumi della sua ferita.