Rassegna storica del Risorgimento
1849-1859 ; TOSCANA
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1952
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pagina
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Sergio Canterani
di stadi abbiamo trascurato quelli che si riferiscono alle cause e ai precedenti diplomatici dell'intervento austriaco, che, a nostro giudizio, rientra nel periodo precedente del 1848 e lo conclude, mentre ci siamo limitati a segnalare quelli che trattano del perìodo successivo uno al termine dell'occupazione.
Ma le figure del Granduca e dei Ministri sono state studiate?
Per il Granduca s'è già detto di no. C'è solo il citato volume del Baldasseroni, che, sotto quest'aspetto, è insufficiente e troppo parziale; ma anche per i ministri non si sta molto meglio. Per esempio, lo stesso Baldasseroni: intorno al quale, oltre alla sua biografia di Leopoldo, che, logicamente, costituisce un po' un'autobiografia, troviamo soltanto un breve, ma accurato studio di un suo discendente, Enrico Baldasseroni, *) che è una giustificabile e spesso giusta difesa dell'operato del ministro, sia dal punto di vista politico come, e meglio ancora, da quello tecnico, cioè come ministro delle finanze. Per gli altri colleghi del Baldasseroni si sta anche peggio: sul De Laugier, ministro della guerra per i primi anni, abbiamo solo i Concisi ricordi pubblicati dal Ciam-pini;2) per il Capoquadri bisogna ricorrere ai ricordi del Tabarrini; 3) sul Bologna, ministro degli affari ecclesiastici fino al 1857, non c'è che la biografia, assai ampia, ma vecchiotta di Pietro Bologna. *) Gli altri sono quasi ignorati. Non furono brillanti figure politiche, è vero, ma una certa attività la svolsero e qualche volta manifestarono anche una personalità propria. Eppure non ci risulta che il Mazzei, che si condusse dignitosamente nel 1850, il Landucci, una delle figure più notevoli fra i convertiti al reazionarismo, il Lami, il Corsini di Casigliano, il Lenzoni, e il BocceUa siano stati oggetto di studio. Per avere qualche notizia su di loro bisogna ricorrere ai noti ricordi del Martini o leggere qualche giudizio, non sempre sereno, del Ridolfi.5)
Invece gli studiosi si sono soffermati sul Concordato-e sulla politica religiosa, che ha attratto la loro attenzione specie perchè si è tentato di stabilire quanto dell'antico spirito settecentesco lcopoldino fosse rimasto negli ultimi ministri lorenesi. 6)
1) ENBICO BALDASSERONI, Giovanni Baldasseroni, uomo di stato (1795-1876). Estr. dal Bollettino storico livornese, a. V., 1941, fase. 1, pp. 29.
2) CESARE DE LAUGIER, Concisi ricordi dì un soldato napoleonico, a cura di RAE-SAELE CIAMPINI, Torino, Einaudi, 1942, 8, pp. 286.
3) MARCO TABARRINI, Ricordi della vita di Cesare Capoquadri, Firenze, Barbera, 1872, 8, pp. 34. Ripubbl. in Vite e ricordi d'italiani illustri, Firenze, Barbera, 1894.
4) PIETRO BOLOGNA, Giovanni Bologna, la riforma penale in Toscana e il Concordato del 1851. Cenni storici e biografici. Si aggiunge la Necrologia del Bologna scritta da Celestino Bianchi, Firenze, Ufficio della Rassegna Nazionale, 1898, 8, pp. 100.
5) FERDINANDO MARTINI, Confessioni e ricordi, Firenze, Bemporad, 1922, 16 pp, 268; SERGIO CAHERANI, I diari inediti di Cosimo Ridolfi, in Leonardo, setu-dic. 1947, pp. 289-297.
*) Sul Concordato, oltre alla citata biografia di P. BOLOGNA su Giovanni Bologna, si veda: La missione a Roma del Cornm. Baldasseroni nel 1851, nella JVorione, febbraio 1864, numeri 36-38, pubblicato anonimo poi in opuscolo a parte, ma generalmente attribuito ad Achille Gennarelli. Ma il lavoro fondamentale è quello di ANTON MARIA BETTANINI, U Concordato in Toscana, 25 aprile 1851, Milano, Soc. Edit.. Vita e Pensiero, 1933, 8, pp. 200. Su questo volume, e discordando dalle conclusioni, ha scritto MARIO PUCCIQNI, // Concordato di Toscana fra Stato e Chiesa del 25 aprile 1851, Estr. dalla Miscellanea storica della Valdelsa, XLI, 1933, fase. 3, pp. 10. Uno stadio successivo è stato pubblicato da RENATO MORI, Il Concordato del 1851 tra la Toscana e la S. Sede, in ArcUvìo storico italiano XCVT1I, 1940, voli. II, pp 41-82 e XCDC, 1941* voi. I, pp. 133-146; Sulla situazione religiosa in Toscana fra il 1850 e
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