Rassegna storica del Risorgimento
1849-1859 ; TOSCANA
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1952
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74
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74 Libri é periodici
tu assegnalo all'infante elei duca di Panna: il Granduca, privato del suo Stato per sé e per i suoi successori, avrebbe ottenuto (si diceva nel trattato stesso) in Germania, une indenmité pletne et intiere de ses États d'Italie >. Ma il trattato BOB. fissava però chi fosse responsabile della garanzia dell'indennità, se la Francia o l'Austria.
Gran colpo ne ebbe naturalmente il Granduca, il quale finalmente comprese che a Vienna non si era voluto o non si era potuto impegnarsi a fondo per lui e che, ormai, l'unico arbitro del suo destino era Napoleone. Ma poiché era impossibile avviare un diretto carteggio con lui bisognava far capo a qualcuno che avesse il potere d'intercedere in suo favore.
Trovò l'uomo adatto nel versi liesc Luigi Angioli ni, già suo ministro plenipotenziario a Parigi: amico di Giuseppe Bonaparte, e un francofilo convinto e un convinto proselito delle ideologie della Rivoluzione. Nato a Seravezza nel 1750, prima di entrare in carriera aveva viaggiato, aveva frequentato il gran mondo, aveva scritto di commercio e di economia e aveva un po' incarnalo quel tipo di avventuriero Onorato che è caratteristico della vita italiana del 1800; eccome tale era slato importatore e divulgatore di idee nuove tra noi: chiamato al Mini* stero degli esteri del Granducato, divenne uno degli strumenti più fedeli della politica francofila caldeggiata in Toscana dal Man f redini. Nessuno meglio di lui avrebbe potuto, forse, placare il nume irritato.
L'Angiolini, tristemente inoperoso, accettò di buon grado la delicata missione, anche perchè era sinceramente affezionato al suo antico sovrano. A Parigi, mercè l'interessamento dell*Azara e del Talleyrand, non gli fu difficile ottenere un colloquio con il Primo Console, colloquio che però si concluse senza nessun concreto risultalo. Sperò che potesse divenire autorevole avvocato del Granduca Alessandro di Russia appena salito al trono, perchè posava a restauratore del diritto e a tutore dei principi spodestati; ma l'intervento russo non gli fu di aiuto per Yimbroglio della Cisalpina. Sollecitò a più riprese l'Azara perchè interessasse il plenipotenziario inglese Lord CornwaUis per indurre il suo governo a intervenire presso l'Imperatore d'Austria per un cambio di territorio con il Granduca. Chiese e ottenne un secondo colloquio con Napoleone, ma questi non gli promise altro che avrebbe incoraggiato presso l'Austria un allargamento, in favore di Ferdinando, del Veneto verso Oriente aggregandovi la Dalmazia. Vana promessa, perchè l'Austria, insensibile ad ogni raccomandazione non solo per effetto di incomprensione o di spavalderìa, ma anche per la gelosia arcinota di Francesco verso il fratello, frustrava in ogni modo le buone intenzioni dell'Angioli ni. Dei vari tentativi esperiti questi diede minuto conto al Granduca in relazioni-diari, interessantissimi, che il Ferretti ebbe occasione di trascrivere dall'archivio privato della famiglia Angiolini nella Villa del Buon Riposo presso Seravezza e che ha integralmente riportati in questo Ottimo studio; intéressantissimi, dico, perchè ci permettono di seguire passo passo l'azione cauta e ingegnosa di un diplomatico finissimo e profondo conoscitore di uomini, il quale ebbe la ventura di trovarsi a Parigi in contatto con i dirigenti della politica francese in un momento decisivo della fortuna napoleonica, quando il grande condottiero credeva ormai di avere in pugno i destini dell'Europa.
La diffìcile missione dell'Angiolina, benché condoUa con abilità singolarissima, andò del tutto fallita, perchè non ci risulta che abbia essa giovato ai modesti ingrandimenti o alle modeste permutazioni del modesto Stato di Ferdinando, successivamente concessi; ma per noi ben altro è l'importanza dell'opera sua. Nel suo primo colloquio con Bonaparte egli perorò, si, la causa del suo spodestato sovrano per la sua restaurazione nel Granducato di Toscana, ma poiché ben conosceva l'umore del Primo Console a questo proposito, gli presentò come diversivo un suo progetto, che probabilmente aveva fallo in precedenza conoscere al Granduca: Salisburgo, Passau e Becchlolsgadon all'Imperatore anziché a Ferdinando* e a Ferdinando, come stato indipendente, lo Stato veneto di Terraferma, com-