Rassegna storica del Risorgimento

1849-1859 ; TOSCANA
anno <1952>   pagina <76>
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76 Libri e periodici
tato. La contessa aveva creduto possibile considerare il passato soltanto come una brutta parentesi da dimenticare, aveva riaperto il proprio salotto col solito spirito accademico e piuttosto inutile del secolo prima, senza accorgersi che il mondo era cambiato e con esso 1* idee. Irrigidita nelle vecchie formule dei principi assolutistici, era ormai una sopravvissuta e come tale non poteva esercitare alcun influsso sulla nuova generazione che si era formata alle idee e alla scuola della rivoluzione francese. Non crediamo perciò che il suo salotto abbia avuto una im­portanza notevole negli ultimi anni della sua vita. I visitatori lo frequentavano più. che altro per conoscere de visti l'amante dell'Alfieri, ma il più delle volte finivano per rimanere delusi. E non avevano torto, perchè la contessa col suo carat­tere, che negli ultimi anni era divenuto particolarmente duro, e con le sue opi­nioni retrograde, mostrava forse un'intelligenza inferiore alla fama, perchè non aveva saputo, come la Stael e il Sismondi (che pure ella aveva trattato dall'alto in basso con regale condiscendenza) adegnarsi ai nuovi concetti di libertà e di na­zione, aprire insomma quelle tali finestre del Lungarno all'aria nuova che circolava fuori.
Queste manchevolezze sono state rilevate, sì, dal Pellegrini, ma in tono minore e ciò è dovuto alla simpatia che egli nutre per hi celebre contessa, una sorte di simpatia letteraria e insieme di cavalleresco desiderio di difendere chi è stato troppo vilipeso, che egli non cerca di nascondere. È però doveroso aggiungere che questa tendenza è contenuta nei limiti di un personale e giustificabile sentimento che non soffoca e non altera la scrupolosa ricerca della verità. Il lettore perdo è sempre posto in grado di giudicare da solo e deve riconoscere la probità scien­tifica con cui è condotto tutto il volume. Nel quale, per essere pedanti, osserve­remo che la profonda competenza, a tutti nota, del Pellegrini nella letteratura francese del tempo ha fatto si che talvolta la figura dell'Alhany si dissolva di fronte alle altre più imponenti della Stael, del Sismondi, del Constant, che cam­peggiano nell'ultima parte dell'opera. È un difetto? Forse invece è un'altra prova dello sforzo di imparzialità compiuto dal Pellegrini, che non è stato indotto dai propri sentimenti a modificare la giusta graduatoria dei valori.
Importantissimo poi il nucleo di lettere inedite dell'Albany al Re di Svezia e al Sismondi, pubblicate in appendice. SMÓfé CAMEBANI
Convegno di scienze morali storiche e filologiche. 4-10 ottobre 1948. Fondazione Alessandro Volta: Il 1848 nella storia d'Europa; Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 1949, in 8, pp. 466. L. 2.000.
Aiti del Congresso di studi storici sul '48 siciliano (1245 gennaio 1948), raccolti ed ordinati da EUGENIO DI CARLO e GAETANO FALZONE; Palermo, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, 1950, in 8, pp. 368. L. 1.000.
Giuseppe Mazzini e la Repubblica Romana, scritti di I. BONOMI, A. GALLETTI, L. MONDIMI, R. CESSI, A. M. GHISALBERTI, L. SALVATORELLI, a cura del Comitato Nazionale per le Onoranze a Giuseppe Mazzini; Roma, 1949, in 8 pp. 113. L. 250.
Il 1848-1849. Conferenze fiorentine di C. BARBACALLO, E. SERENI, L. RUSSO, L PIZ-ZETTI, A. LEVI, R. BACCHELLI, A. C. JEMOLO, D. CANTIMORI, L. SALVATORELLI, con introduzione di G. CALO'; Firenze, Sansoni, 1950, in 8, pp. XVI-I94. L. 1.000.
Tra i congressi svoltisi nel 1948 e nel 1949, il Convegno Volta appare il più significativo: in esso si rivelarono, attraverso alcune interessanti relazioni, le linee lungo le quali doveva svolgersi l'attività storiografica negli anni successivi. Per dò che riguarda il Risorgimento maggiore eco ebbero nella storiografia italiana
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