Rassegna storica del Risorgimento

1849-1859 ; TOSCANA
anno <1952>   pagina <78>
immagine non disponibile

78 LibriYQ periodici
Romana: Roma è, quindi, nella sua interpretazione, al centro di quella rivolu­zione tra i cui eventi Hanno un particolare significato l'allocuzione del 29 aprile e la lettera pontificia all'Imperatore Ferdinando del 3 maggio 1848.
Tra le conferenze fiorentine, oltre quella di Jemolo sui movimenti religiosi nel Risorgimento (che è per l'autore un fenomeno puramente politico), ricordo quella di Delio Cantimori su realtà storica e utopia nel 1848 europeo: la grande paura che invase i borghesi di tutti i partiti nel 1848 di fronte ad una inesistente minaccia di sovvertimento sociale, oggetto negli ultimi tempi di mólti studi, che ne hanno lumeggiato particolari aspetti, appare qui in tutta la sua portata europea attraverso testimonianze francesi, italiane, inglesi e svizzere.
FAUSTO FONISI
EMILIA MORELLI, Giuseppe Mazzini, Saggi e Ricerche (Quaderni del Risorgimento, 1); Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1950, in 8', pp. 99. L. 500.
L'autrice di questo volume dopo aver, in un primo studio, denunciato l'insuf­ficienza della letteratura storica sul Mazzini, intende, nei successivi saggi, offrire dei contributi agli studi mazziniani nel senso appunto in cni nuove indagini devono, a suo giudizio, essere svolte.
Mentre gli studiosi stranieri si sono sempre volti con interesse alla figura del genovese dando vita ad opere di rilievo come quelle del King e del Griffi ih, gli storici italiani, salvo poche eccezioni, sono stati portati dalla, per tanti aspetti benefica, reazione contro il dilettantismo acritico degli agiografi, ad escludere il movimento mazziniano dal campo dei loro studi e dei loro interessi.
Si tratta perciò di vincere l'indifferenza e quasi la repugnanza che mostrano tanti studiosi italiani di storia contemporanea ad accostarsi a Mazzini la cui personalità va certo attentamente studiata da chi voglia comprendere la storia della cultura e della politica italiana dell'ottocento anche nei suoi rapporti con il più vasto mondo europeo. Questo non è infatti legato all'Italia solo da relazioni diplomatiche, come alcuni storici sembrano oggi ritenere, ma da un'infinità di nessi che si venivano allora sviluppando tra i popoli sul piano ideologico, poli­tico, religioso ed anche su quello della cospirazione rivoluzionaria. Solo recen­temente alcuni notevoli studi sulla figura di Filippo Buonarroti hanno riproposto seriamente il problema della formazione di Mazzini e dei suoi rapporti con i rivoluzionari d'oltralpe.
Si tratta dall'altro lato di indurre i risorgimentisti a compiere utili e seri lavori, respingendo definitivamente le vuote esaltazioni agiografiche, e dedicandosi a sode ricerche soprattutto sul piano locale, per seguire il sorgere e il diffondersi della propaganda e dell'organizzazione mazziniana, per studiarne il grado di pene­trazione nelle singole regioni e nei diversi ambienti sodali, per stabilire se la dottrina mazziniana è integralmente o solo parzialmente compresa ed accolta. La Morelli rinnova quindi l'incitamento di Arturo Codignola a vedere in Mazzini un nomo come tutti gli altri, con le sue debolezze e coi suoi difetti, poiché è questa l'unica via per dar vita a lavori scientificamente validi.
Se nella prima parte del libro sono indicale le vie che dovrebbero percor­rersi ai fini di una più ampia e critica conoscenza del mazzinianesimo italiano, nella seconda sono già affrontati alcuni dei temi proposti.
Abbiamo anzitutto uno atudio sul diffondersi della propaganda mazziniana in una regione, la Sicilia, ove scarsa fu, secondo le conclusioni della Morelli, la penetrazione raggiunta sia direttamente che indirettamente dalla predicazione del Mazzini.
I due seguenti saggi si ricollegano ad un gruppo di lavori del Ghisalbcrti AÌ* * discepoli tendenti a distinguere nella Repubblica Romana del 1849,