Rassegna storica del Risorgimento
1849-1859 ; TOSCANA
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1952
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pagina
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94
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94 Libri e periodici
ELIO COSTI, ite origini del socialismo a Firenze (1860-1880) ; Roma, Edizioni Rinascita, 1950 in 8, pp. 312. L. 900.
Si accetti o non ai accetti l'impostazione sostanzialmente polemica (in quanto anticlericale e in quanto espressione di una storiografia di classe) di questo libro, non si può non riconoscervi una ottima ricerca filologica sulla genesi e il primo sviluppo del socialismo fiorentino. H lavoro, condotto su materiale inedito dell'Archivio di Stato di Firenze e di altri fondi minori, illustra il momento cruciale della vita del quarto stato allorquando, finita la momentanea alleanza che lo tenne legato alla borghesia nella lotta contro i clerico-reazionari , si trovò a percorrere esperienze le più disparate: dal mazzinianeshno sociale all'anarchismo. H socialismo emancipatore del proletariato per mezzo dell'organizzazione del lavoro è ancora una eredità del borghese quarantotto ; nel periodo posteriore al 1860 certe posizioni della democrazia sociale sono più avanzate; il movimento anarchico poi è già espressione della classe proletaria, sia pure arretrata e a mezza strada tra artigianato e industrialismo. Sull'ateismo del Bakunin andava forse citato lo scritto dello Schultze, in Rumaniias, 5 (1947), p. 464 sgg.
MASSIMO PETROCCHI
MASSIMO D'AZEGLIO, I miei ricordi, nuova edizione condotta sull'autografo da A. M. GHISALBERTI (Saggi, 113) ; Torino, Einaudi, 1949, in 8, pp. 564. L. 2.000.
R. volume (eccellente nella veste editoriale e bene curato nelle illustrazioni) è frutto della revisione condotta sull'autografo posseduto dall'Archivio del Museo centrale del Risorgimento di Roma. I criteri che hanno guidato il Ghisalberti nel preparare questa edizione critica sono stati esposti (unitamente alla delineazione della personalità di Massimo D'Azeglio) nei due scritti Intorno al testo dei Miei ricordi", in Archivio della Deputazione romana di storia patria, 68 (1945), pp. 189-210, e Come sono nati i Miei ricordi, in Rassegna storica del Risorgimento, 34 (1947), pp. 159-196. A maggiore illustrazione de / miei ricordi sarà cèrtamente fondamentale la attesa pubblicazione dell'epistolario già raccolto dal Ghisalberti (cf. Un epistolario da raccoglierei in Rassegna storica del Risorgimento, 30 (1943), pp. 398403). * * *
ENRICA YIVIANI DELLA ROBBIA e PIER JACOPO BERTINI RICACCI, Luci e ombre del-l'Ottocento; Firenze, S.LE.T., 1949, in 8, pp. 364. S. p.
Carlo Ludovico di Borbone, succeduto alla madre a reggere il ducato di Lucca nel 1824, ebbe indubbiamente gravi difetti: squilibrato e gaudente, non si investì mai dei suoi doveri di sovrano, sia pure di un minuscolo Stato, pago di condurre una Vito senza pensieri e senza preoccupazioni. In fatto di polìtica però si mostrò abbastanza largo e tollerante, a dispetto degli altri regnanti e dell'Austria, tanto che i Lucchesi, almeno per due terzi del suo regno, non gli vollero male, assai più contenti di star sotto di lui di quello che non fossero stati sotto il precedente governo della madre. Anche il tentativo di moto scoppialo nel 1831 '.(in, verità di ben poca importanza, perchè i rivoltosi non avevano un programma chiaro e preciso e tutti, dal più al meno, erano di discordi pareri) non sarebbe finito come finì, con repressioni e con arresti, se non si fosse intromessa l'Austria ingrandendo con arte la cosa e spingendo il duca ad ordinare un assurdo processo. Il duca, come 6 noto, per togliersi dall'imbarazzo di fronte alla situazione ingarbugliata, concesse un'ampia amnistia: ma se essa gli procurò l'entusiasmo frenetico dei sudditi gli suscitò peraltro lo sdegno dei sovrani retrivi.