Rassegna storica del Risorgimento

1849-1859 ; TOSCANA
anno <1952>   pagina <96>
immagine non disponibile

96 Libri e periodici
con le amiche; e ne ebbe assai! E piuttosto indolente egli era e restio a pro­cacciarsi delle noie, più propenso alia libertà che alla soggezione; ma, a dira il vero, assunto un impegno andava deciso sino in fondo, con ogni sacrificio, per non venir meno, in nessun modo, alla parola data. E quale fosse, in mezzo ad eccellenti qualità, il limite del proprio io lo si intuisca digià da codeste lettere, in cui egli ripete -sovente che in tutte le cose bisogna pazientare, che l'impazienza è debolezza, mentre la pazienza tranquilla e operosa è la più difficile delle ener­gie e che dalle idee vengono fuori i fatti e che a mettere prima i fatti si finisce sempre per cadere nei guai. Uomo essenzialmente dell'ordine e della legalità, aborriva dalle congiure, dalle rivolte, dai compromessi; tutto d'un pezzo, più tardi, nella vita politica italiana, si trovò isolato, fuori del suo tempo, inca­pace di comprendere che il mondo non può sempre camminar con le dande. La Piermarini, tutta cuore e tutta slancio,. era proprio il tipo di amica che faceva per lui, assetato di calore. EHa riuscì a spronarlo, a far sì che si togliesse dall'inerzia, a trasformare in un agitatore segreto lui, nemico deliberato di ogni setta. E il D'Azeglio l'ebbe molto cara (le sue frasi son sempre riboccanti d'affetto), e forse in altri momenti gravi gli avrebbe indicato una via migliore se fosse sopravvissuta.
Durò pochi anni, purtroppo, la sincera affezione per l'immatura morte di lei. Nelle sue lettere Massimo la informa dei suoi viaggi in Toscana, tra il 1845 e il 1848, e in Romagna; delle conversazioni con i suoi amici e delle nuove amicizie che va ogni di contraendo; degli opuscoli che ha scritti o che ha intenzione di scrivere combinati con Balbo; dello scalpore suscitato da Gli ultimi casi (il partito gesuitico ha fatto tutto il possibile presso il Re perchè, le scrive tra l'altro, mi mandasse via con Balbo, ma Egli ha risposto che non avrebbe mai fatto une pareille indignile* Qui invece, ed in Lombardia e Toscana e Romagna, neppur i preti, salvo poche eccezioni, non m'hanno disapprovato ). Furon quelli gli anni più belli per il D'Azeglio, anni in cui tutto gli sorrideva: il vero dramma comincierà per lui più tardi, quando, sorpreso dagli eventi senza saperli dominare, da progressista ai muterà, come egli diceva, sorridendo amaramente, in un codino .
Temperamento ben diverso il Farmi, animo inquieto e agitato, facile a esal­tarsi e a deprimersi, con sbalzi di umore, con collere violente, con una sete affet­tiva, quasi morbosa, che si estendeva dalla famiglia e dai congiunti agli amici: un ribelle e un eccessivo, che sin da giovane manifestò qualche volta i sintomi di quel triste male ereditario che doveva troncare anzi tempo la sua mente elet­tissima e la sua vita. Ma un cuor generoso, ma un'attività senza posa, dettata soprat­tutto da un desiderio quasi spasmodico di farsi un nome, di emergere, di salire... Perciò, benché amantissimo degli studi, si die a capo fitto alla politica, con tale ardore da suscitargli contro molte velenose calunnie coi egli perdonò sempre, per­chè, fondamentalmente buono, bastava un gesto benevolo per fargli dimenticare il male ricevuto. Al Farmi la Viviani dedica molte pagine del suo bel volume rico­struendone in gran parte la vita sull'ammasso un po' farraginoso dell'Epistolario pubblicato dal Rava senza alcun cenno biografico e senza alcuna nota di com­mento, soffermandosi particolarmente a rilevare l'opera svolta dallo statista a Roma sotto il governo del Pontefice. Di Pio IX, è cosa risaputa, il Farini fu uno dei più infervorati sostenitori, anzi fu quegli che durò più a lungo nel fanatismo creatosi attorno a Lui; ma forse ben pochi sanno che dapprima fu asBai guardingo nell'esti­mazione, qnasi preveggendo quel che avvenne di poi: che, cioè, il Papa non avrebbe operato (come egli scriveva) un bene duraturo, poiché quasi certa­mente nessuna franchigia che stava per concedere sarebbe Btata mallevarla per il futuro . Il Farini, reduce da poco dal viaggio di Francia, si trovava allora a Osimo, ove era stato chiamato come medico primario. Di là si recava spesso in Toscana** jk Romagna per trovarvi gli amici (era stato anche a Roma proprio il