Rassegna storica del Risorgimento

1849-1859 ; TOSCANA
anno <1952>   pagina <133>
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Vita delVlstituto
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Filarmonica lugonese (della quale il conte Grilenzoni fu uno dei fondatori e un costante benefattore), che eseguì la marcia funebre di Chopin. Dopo che lWo-cato Bernasconi ebbe letto il verbale della rio stimazione della salma, ne venne fatta la consegna al sindacò di Reggio Emilia con un discorso del municipale aw. Censi. Gli rispose il sindaco reggiano, quindi il sen. Aldo Spallacci, poeta e cultore di stona del Risorgimento, tenne una commossa e incisiva commemorazione del Grilenzoni, esaltandone il puro patriottismo, il lungo patire e la grande anima generosa, felicemente accostandolo a Compagnoni, che da Reggio agita il Trico-lore, ad Andreoli che con la testa mozza attende il fratello di fede, a Giuseppe Lamberti che ripete il giuramento della Giovine Italia, ed anche aggiungendo, alla compagnia dei martiri e degli eroi, Camillo Prampolini, apostolo di un suo -umanissimo e umanitarissimo socialismo. L'orazione, detta con cuore caldo e con vigore d'accenti, commosse vivamente i presenti.
L'inno svizzero e quello italiano, sonati dalla Filarmonica luganese, conclu­sero la cerimonia, quindi - dopo che la rappresentanza reggiana ebbe deposte corone di alloro al monumento all'indipendenza e alla libertà ticinesi si formò un lungo corteo di automobili, che, per la via* di Chiasso, scortò l'urna fino a Reggio Emilia, seguita anche da due autopullman recanti il corpo filarmonico luganese. Della delegazione ticinese facevano parte l'on. Pellegrini, il dott. Bon-zanigo, il dott. Censi, l'on. Monlorfani, il sig. Bordoni, il sig. Barbay, il sig. Faso-letti, il sig. Bernasconi e il sig. Vinicio Salati per la stampa di Lugano.
Il corteo giunse a Reggio Emilia, porta S. Stefano, circa le ore 19, accolto da una folla enorme, schierata lungo il percorso, e dalle principali autorità* il prefetto dott. Di Giovanni con il questore dott. Rella, il comandante il presidio colonnello Chiaramonti, mons. Leone Tondelli presidente della Deputazione di Storia Patria, il quale, nella sua qualità di canonico della Cattedrale, ricevette in consegna il cofano contenente i resti gloriosi.
In serata, davanti alla maestosa mole del Teatro Municipale, che domina le magnifiche piazze della Libertà e Camillo Cavour, la Filarmonica in onore del suo fondatore diede un concerto di musica d'opera, presente una folla immensa.
La mattina successiva, domenica, alle ore 8,30, in Duomo, si svolse una breve cerimonia funebre, presenti le autorità reggiane e luganesi. Quindi, la piccola bara, avvolta nel tricolore, portata a spalla da vigili urbani in alta uniforme, avendo a Iato Odoardo Masini e Renato Marmiroli e seguita dalle autorità nonché da grande folla, mentre la Filarmonica intonava una marcia funebre, veniva accompagnata al cimitero suburbano per essere tumulata nel Famedio cittadino. Qui la cerimonia assurse a momenti di grande commozione. Quando la bara stava per discendere nella cripta, l'on. Pellegrini, a nome del Governo cantonale ticinese, espresse il pensiero di tutti dicendo fra l'altro : Queste ceneri che noi vi rendiamo, sono nostre e vostre ad un tempo, e sono un pegno di fratellanza fra i nostri due pò-poli >. E proprio in quel mentre, tra la folla, apparvero alcuni reduci garibaldini delle Argonne, quasi a testimoniare questo patto di alleanza e di amore fra i popoli.
Terminata la cerimonia al cimitero, il corteo delle automobili si recò in via Fiordibelli, ove, sulla lapide, che nella casa natale- ricorda, con parole di Aurelio. Sa/fi, il conte Grilenzoni, venne apposta una corona di alloro. Infine, autorità e folla si raccolsero nella superba sala del Teatro Municipale, per ascoltarvi il di­scorso ufficiale del prof. Alberto M, Ghisalhcrti. L'oratore ha messo nella grasta luce la figura poliedrica del conte Grilenzoni, la sua dirittura politica, l'equilibrio morale, il senno e 11 tatto ch'egli ebbe, per cui svolse importanti missioni, spesso anche adoperandosi per dirimere i dissensi che sorgevano tra Mazzini e Garibaldi. La figura di Grilenzoni, senza amplificazioni retoriche, ma con perfetta aderenza alla realtà, venne posta dal prof. Ghisalhcrti in giusto rilievo. Egli concluse dicendo che, se la buona giornata è iniziata, ciò si deve a quegli alti spirili che l'hanno