Rassegna storica del Risorgimento

ECONOMIA ; FRANCIA ; SARDEGNA (REGNO DI)
anno <1952>   pagina <146>
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Salvo Maste.llone
ma a Marsiglia non esistevano i diritti di navigazione, e le navi mercantili piemontesi affluivano, aitasi per la totalità, in questo porto franco. *)
In realtà, se la navigazione totale della Francia con la Sardegna era stata nel 1837 di 135 mila tonnellate, sulle 35 mila appartenenti al regno sardo, Ben 33 mila tonnellate si erano ancorate nel porto di Marsiglia. La concessione che, quindi, la Francia avrebbe fatto nei propri porti sarebbe stata piccola, laddove notevole sarebbe stato il vantaggio che le navi francesi avrebbero ottenuto nei porti sardi col trattamento nazionale.
La questione dei diritti differenziali era più delicata perché questi diritti consentivano alla marina francese di vincere la concorrenza della marina sarda che navigava con noli più economici. 11 trasporto degli oli dai porti di Genova e di Nizza2) alle coste francesi, che costituiva buona parte della navigazione diretta tra i due paesi, era effettuato da mercantili francesi perché esenti dal diritto differenziale di 5 franchi al quintale imposto sugli oli caricati su navi straniere, Una forte quantità di questi oli non era di produzione sarda, ma napoletana. Gli oli napoletani, per non pagare il diritto differenziale di uscita di 3 franchi, percepito sulle navi straniere, venivano caricati su mercantili napo­letani ; questi facevano acalo a Nizza o a Genova, dove gli oli venivano trasbordati su mercantili francesi, cosi non solo eludevano il diritto di soprattassa, che per concessione speciale gli oli provenienti dai magazzini generali sardi non pagavano, ma eludevano anche il diritto di entrata di cinque franchi percepito sugli oli trasportati da navi straniere. H valore di questi oli approssimativamente ammontava a circa 5.500.000 franchi.
Il marchese di Dalmazia giustamente auspicava che la Francia annodasse relazioni dirette con Napoli e, nello stesso tempo, che le concessioni sui diritti differenziali, autentici sacrifici per la fiotta mercantile francese, potessero essere compensate da concessioni fatte dalla Sardegna sulle tariffe doganali. H vino francese era sottoposto ad un forte diritto doganale, oscillante tra 24 e 60 franchi' per ettolitro; in più il governo piemontese aveva classificato tra i vini fini, vini francesi di scarso valore, di modo che il vino di Béziers, che valeva non più di 20 franchi l'ettolitro, era classificato tra i vini fini, e doveva pagare un diritto doganale tre volte superiore al suo valore. Gli spiriti pagavano un diritto di 105 franchi per ettolitro; sui tessuti di seta pura e di seta mista gravava un diritto doganale di 20 franchi per chilogramma; sui tessuti di lana, che erano largamente prodotti in Francia, gravava un diritto di 5 franchi per chilogramma. La Francia avrebbe potuto chiedere l'abbassamento di tutte queste ta­riffe e concedere da parte sua anche la riduzione dei diritti doganali imposti sul bestiame, percependoli al peso e non più a testa.3)
Nel febbraio 1840 l'ambasciatore francese fu convocato a Parigi, e prese parte ad alcune riunioni tecniche dopo le quali venne autorizzato ad aprire i negoziati
i) PAUL MASSON, Marseìlle au XIX" siede, Paris, 1922. Marsiglia con 950 mila tonnellate assorbiva quasi il 30 del commercio francese; Le Havre raggiungeva appena 550 mila tonnellate.
2) Nizza era porto franco e godeva anche di una franchigia territoriale.
3) A. ARKAUMÉ, Le commerce extérieur et les tarifs de donane, Paris, 1911; Cu. Accusa et A. MARVACID, La politique dottanière de la Franco-data set rapporti avec celle des autres Etats, Paris, 1911.