Rassegna storica del Risorgimento
ECONOMIA ; FRANCIA ; SARDEGNA (REGNO DI)
anno
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1952
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153
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Il trattato di commercio franco-piemontese (1840-1846) 153
gtati, interessati a trasformare, senza dubbio attraverso vie occulte, le proposte del governo. 1)
Il giudizio del marchese di Dalmazia era affrettato, e mancava di perspicacia, cosa davvero incomprensibile in una persona che conosceva a fondo la situazione dell'economia piemontese. Molto probabilmente l'ambasciatore rimase sorpreso nel vedere il governo piemontese ridurre spontaneamente le tariffe doganali proprio quando la Francia si accingeva a rivedere i propri diritti differenziali e di navigazione a favore della marina sarda. Il ministro Gallina gli spiegò, invece, che si era voluto con la nuova tariffa rendere i diritti sui prò* dotti di fabbricazione straniera press'a poco uniformi al tasso di circa 30. Erano stati perciò diminuiti i diritti sui tessuti di cotone, ed erano stati aumentati i tessuti di lana che pagavano soltanto dal 10 al 12 . D'altro canto lo stato sardo non contava sulla riscossione integrale dei diritti doganali, e anticipatamente calcolava che ci sarebbe stata sui diritti ad valorem una fuga del 25 .2)
Questa spiegazione può essere completata dalla relazione del Consiglio di Stato presentata alla sessione del 28 gennaio 1843 che sintetizza l'indirizzo commerciale piemontese: Le variazioni introdotte, recentemente nella tariffa delle dogane furono dirette dal pensiero di vieppiù tendere verso quello stato di maggior libertà dei traffici .che è conciliabile coi bisogni dell'erario e con una discreta e perciò non mai esagerata protezione dell'industria nazionale, avuto riguardo anche alle leggi di reciprocità con cui debbono trattarsi le altre nazioni. Cotesto protezione, quando soverchiamente estendesi, risolvesi in un tributo imposto sui molti consumatori a solo profitto di alcuni produttori meno incitati perciò a migliorare l'opera loro. Non si può vendere senza comprare, ed i popoli perdono invece dì lucrare, quando persistendo a circondarsi di vincoli commerciali accrescono la difficoltà della produzione, e rendono infruttuoso il lavoro.* La nuova tariffa è in gran parte rivolta a questo.*)
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Il 19 ottobre 1842 il marchese di Dalmazia rendeva note al conte Solare della Margarita le decisioni del proprio Governo. Ma queste erano state prese in modo intempestivo, perciò il Guizot, appena conobbe le nuove tariffe, ritenne prudente (9 novembre 1842) ordinare al diplomatico francese di non fare piò nessuna comunicazione al governo sardo relativa al trattato.*)
La verità è che la sua idea di unione doganale col Belgio era rapidamente tramontata; i deputati conservatori, gli industriali e alcuni membri del galli-netto, quali Ctràin-Gridaine e Martin du Nord, avevano elevato (ottóbre 1842) vivaci proteste contro tale unione doganale che avrebbe determinato perturbazioni interne, e avrebbe minacciato molti interessi. Il 21 ottobre 1842 lord Aberdeen, in una lettera indirizzata a Leopoldo, aveva sconsigliato questa unione che poteva essere piena di pericoli per gli interessi del re del Belgio e per la tranquillità dell'Europa- Alla metà di novembre i giornali parlarono apertamente dell'abbandono del progetto doganale. s>
I) A.E.P., Corr. Commti Turili, voi. VE, 20 ottobre, p. 146. A.E.P., Corr. Conmu, Turin, voli VII, 9-npyp. 160.
3) A- FOSSA, Saggi, op. cit., p. 200.
4) A.E.P., Corr. Comm., Turin, voi. Vii, 9 mov. 1842, p. 151 fi) THUBEAU-DANCIK, op. cit,, voi. V, pp; 126, 127, 128.