Rassegna storica del Risorgimento

ECONOMIA ; FRANCIA ; SARDEGNA (REGNO DI)
anno <1952>   pagina <160>
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Salvo Mastollone
denti di Filippo V, e proponeva la combinazione napoletana, ossia il conte d'Aquila o il eonte di Trapani.
La candidatura francese incontrava non poche difficoltà: il Mettermeli non gradiva i Borboni di Napoli perchè una tale unione avrebbe aumentato il pre­stigio 'flella corte di Napoli in Italia, e l'avrebbe resa più indipendente nei riguardi di Vienna;l) l'Inghilterra temeva le conseguenze della politica del Guizot. For­tunatamente il governo inglese ammise, in linea di principio, che il marito della regina Isabella fosse-scelto tra i discendenti di Filippo V,2) e mostrò di non serbare rancore per il successo francese: si apprese, infatti, che la regina Vittoria in segno di amicizia verso Luigi Filippo si apprestava a far visita al re dei Fran­cesi: il 2 settembre S. M. britannica sbarcava sul suolo di Francia.
Il ravvicinamento dell'Inghilterra alla Francia, in quél momento critico, fu il segno più appariscente del trionfo del Guizot. Questi potè tra la fine dell'estate ed il principio dell'autunno 1843, il trattato franco-piemontese è del 28 ago? sto 1843 a seguito della nuova situazione internazionale, tracciare le grandi linee della sua politica estera, e formulò il disegno della preminenza francese in Europa. Egli pensò di fare sposare Isabella col conte di Trapani; don Fran­cisco, duca di Cadice avrebbe sposato l'infante Fernanda, mentre il duca d'Au male avrebbe sposato la principessa di Salerno. 3) In tal modo la Francia, equili­brata fra l'Inghilterra e l'Austria, e vincolata con legami di famiglia alla Spagna e al Regno di Napoli, avrebbe potuto assumere quella posizione dominante in Europa, che dal 1814 era tenuta dalla corte di Vienna. La funzione di mediatrice della Francia che, nelle discordie e nelle lotte dei sìngoli stati, si atteneva alla politica del giusto mezzo giustificava ideologicamente tale pretesa. Secondo il Guizot soltanto i moderati potevano assicurare la pace alla Spagna, e non i segnaci di don Carlos. La medesima cosa era da ripetere a proposito dell'Italia dove i moti di Romagna consigliavano un atteggiamento meno rigido e più com­prensivo verso le diffuse esigenze riformistiche.
Luigi Filippo, per convalidare il pensiero del suo ministro, diceva all'Appony, ambasciatore austriaco a Parigi: Je sais, vous craignez le contact de VEspagne révohuionnaire uvee l'Italie* Itlusion, moti cher Conte, pure illusion. Pour prevenir la coniagion révolutionnaire, il n'y a qu'une chose efficace, une eh ose pressante, d'est de mettre un terme aux revolution en Espagne. '0 D'altra parte il fatto che con la fuga di Don Carlos l'Austria non aveva in Ispagna più alcuna ingerenza, stava a dimostrare che l'ordine e le tranquillità non erano più nelle mani del vecchio Mettermeli, ma della intesa franco-inglese. L'espérience, scriverà il Guizot all'ambasciatore a Berlino, a déjà tant de fois démontré que le bon accord évident, la paix durable entre la Franco et l'Angleterre est le plus sur, je dirai le seut haluard sur, cantre les révolutions, et que dès qu'il s'èlève entre eux quelque chance, ou quelque apparence de rupture, tous les révolutionnaires de toute l'Europe se précipUent vers ce point et travaillent avec passion à elargir la ferite pour en fàire la porte des abtmes')
D A.N.P., Papier Guizot, AB-XDC-1497, lettera al Flabnult, 16" agosto 1843. M'A.TN. P., Papier Guizot, ibidem, lettera al Flalmult, 25 agosto 1843. a) A.N.P., Papiers Guizot, ibidem, lettera al Montebcllo 2 maggio 1844. 4) A, N. P., Papiers Guizot, ibidem, lotterà al Flahault, 21 seti. 1843. s) A. N. P., Papiers Guizot, ibidem, lettera al marchese di Dalmazia, 23 agosto 1844.