Rassegna storica del Risorgimento
1849-1859 ; STORIOGRAFIA
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1952
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franco VolieeelU
estreme conscguente, escludendo dal Rleorgimanl*, <mr estraneo ed incidentale, ogni IflBMAla ebe- non ai riferì** agli viluppi nazionali, l-a smobiliti rontem. poraeea ti rivalgo con diverta attenzione agli viluppi più propriamente politici: unì iki maggiori Congressi dei Centenarie, Il Coagretto Velia, premetto dalla Accademia del Lincei, ha porto, appunto, e libarti a nazionalità >, e democnuia e naiionaHti> e le loro reciproche relazioni al centro del dibattito; e li ha poeti ti di Ut piano universale, europeo, chiamando gli studiosi stranieri p dare il laro contributo. Esigenza, injomma, di una pib approfondita valutazione del con tenuto politico dal Risorgimento, e della tua collocatone nello volgimento del pensiero e dell'azione politica europea.
E sintomatico: l'attenzione della storiografia più recente ai è volta di prefe-ronza ai pensatori di colore vociale, come Cattaneo e Piaaeane; oppure, ha BMMO in rilievo, degli altri, da Mazzini a. Cavour, quanto poteva toccare il taato sociale. Ed anche nei riguardi dell'azione, ai tende a ricercare, otto al fenomeno politica, il tesauio dello forse economiche e sociali che ne costituiscono 0 aub> strato: specialmente da parte dei giovani, cui ai devono coraggiosi abbozzi dei lineamenti odali del Risorgimento, Anche onesto interesse al fatto sociale non e eoaa nuova in aè; ma nuovo è l'accento con cui viro meato in rilievo. È. ancora, il riflesso di un atteggiamento della vita presente, che trova la ana eco nell'interpretazione del pattato.-.Eco, qualche volta, sin troppo immediata. Difficile sottranti alla tentazione di attribuire al passato situazioni storiche che appartengono al presente. Ciò che distingue lo storico manciata dallo storico idealista (cito, appunto, uno ttorico marxista. Ala tri) non e il fatto che il primo pretenda di rintracciar Togliatti o DI Vittorio nel "48; ma la domanda che il primo ai pone e ti aeeondo no: a quale struttura sociale corrispondono i fatti politici che attra-vcrto il processo unitario sfociano nella costituzione dello Stato italiano?>. Non è detta che aia telo lo ttorico marxista a porsi quota domanda, né che etta debba etter peata negli tiessi termini in eoi la pone il marxismo. Ma la domanda retta, e racchiude, a mio venere, la feconditi della nuovo impostazione
Anche ae trova, spetto; delle risposte inadeguate. Come in tema di parteci-pozione delle datai popolari al moto risorgimentale. SI e venata affermando, in questi ultimi tempi, la tendenza ad una aporie di dimostrazione statìstica dell'apporto popolare, ai tono contati, secondo un criterio di citate, i combattenti delle barricate, i volontari delle guerre, gli affiliati delle società segrete, le vittime delle condanne. Indirizzo, che risente di una certa nuova moda, degli cullimi meravigliosi portati di certa storiografia recentissima >, come ebbe a definirli lo Chabod, le tavole statistiche, le medie, :l grafici, rotto cote utilittimc entro certi Inaiti, ma nelle quali con qualche diagramma e qualche media ttattttlca ai vorrebbe racchiuso il segreto della storia . Nel ceto specifico, poi, è evidente la più o meno conciente suggestione di una fraintesa interpretazione marxista. Fraintesa, perchè l'interpretazione del pensiero di Marx porterebbe a considerare ì moti nazionali come un fenomeno borghese, non proletario, espressione di ideologie e di Interctti e di mentalità borghesi.
Non dunque n questo piano, un pò* troppo immediate ed ingenuo, manifesta il ano valor*) il nuovo indirizzo sociale, bensì nel senso gii aopra affermate; come aforzo di acquisire all'interpretazione- del Risorgimento la coscienza del fenomeno sociale e della sua portata: anche qui, un approfondimento dell'indagine storico, una più compiette valutazione del suoi fattori.