Rassegna storica del Risorgimento
PELLICO SILVIO ; SPIELBERG
anno
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1952
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pagina
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847
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Di toltine attimuncuitti nt<t regime tweerorlo, fiat, 847
l'anno I36 in ij.- fu lare accordate* e questo la latte ! casa di pena sovirisrh*. ninna retto*!*, neh* un pagltvrierio.
Il volonteroso funzionario toscano* del quale fnt inni amo utl esaminare l'indulgente BasTiimm, è sollecita quindi *'l affermare, che unn volli abolite le ra*<fwtf. prigioni dello Spielberg erefjovano al confronto ''He migliori carceri da finii. visitato, e conviene ammettere che durante quella atta ispezione, li dui dna nottata. Ini cadeau io raro volumetto, ne avesse visitate parecchie, da quelle di Venezia a quelle di Parma e fino a quelle di Lciiiack. Quelle dello Spielberg erano, a un dire. < netti*im<-, asciutte, bastantemente spaziose e ventilale >; Il visto era sano e ufficiente >, e poiché egli etra volle assaggiarlo "nella cucina di quello stabilimento >, eg)E non esita a dieltisrarc che esso non era <differente da quelle che ai aomminimi[va] nelle altre case di forza atutriacho. Soggiungevo, che i condannati politici erano quasi continuamente trattati come malati secondo il regime dello pedalo, e quelito risulta anche dalla narrazione del Pellico, il quale tuttavia dovette ricordare, che tali razioni da malato erano tanto ecarx che i detenuti offrivano regolarmente la fame* nò potemmo preferire il cibo meno parsimonioso dei non-malati, tanto caso riuaciva intollerabile; nauseabondo, ai loro guati di uomini civili. U Cosicché non e ardito dedurne che tatti costoro ne contrassero un guaito tale che fece di cari miseri relitti umani, i quali, eoa dentro come fuori del carcere,, ma! pio. non poterono ricuperar fona e salme.
Questo nostro ottimista toscano, mentre assicura che i 'condannati politici del 1822, ciuci in definitiva il Pellico e il Maroncelli e qualche altro del loro gruppo, furono costantemente docili, subordinati, osservantissimi della disciplina dell prigione* al segno che il loro contegno era citato ad esempio ad altri dete* nuti >. tenta disperdere I gravi sospetti che presto al andarono addensando circa la lealtà e generosa sollecitudine del sacerdote dalmata Stefano Paulowich, affermando che questi godeva l'opinione di nomo dotto integerrimo e p!o>, telo probahilmenie nei circoli soddisfatti della burocrazia impr rial-regia, non altrettanto nella memoria dei reclusi e degli ex-reclusi, I quali giudicavano in ben diversa guisa di luì, ehe aveva esplorato l'animo loro, e la coscienze, per ragguagliarne il lontano signore, dlspensaior di onori e prebende ai servitori zelanti, scarsi di cuore e discrezione. s> E finalmente, circa l'obbligo importo ai reclusi di far filacce con lana putente, e calzerotti, e di consegnarne almeno un palo ), settimana, senza di che {ha raccontato il Maroncelli nelle Addhiom) erano severi rimproveri e strepiti minacciosi, ecco un'ultima concessione fatta al miseri recinsi, e riferita dal Rouehivccchi a cbiusnra del suo dire: ormai il direttore
> Afte Prigioni, Capi UOV-IAV.
Le Mie Prigioni, Capo X.C. Ivi il; Pellico, sèmpre prudente e misuralo, si limita a sottolineare la bontà dei sacerdòti' ledescAi. e perdi esclude dalla lode il Paulowich, non tedesco, ma slavo. A sua volta, il Maroncelli, nelle Addizioni. dice aver preveduto, che il Paulowich avrebbe avuto mitra e pastorale, mentre RJi altri sarebbero rimasti quel che erano. Lo zelo del dalmata, Il quale pretendeva dai condannati rìvelasioni e denunzie, rome appunto e precisato dal Forlivese, dovevo essere e fn realmente premiato.