Rassegna storica del Risorgimento

PELLICO SILVIO ; SPIELBERG
anno <1952>   pagina <866>
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Libri e periodici
che appressava moltissimo la eeUalwaalnita M Dada, fidando del UHI* la lai s4 aveva alilaio ampi poltri uri suo dicastero e carcami <h Mandi stretto toccandolo ad cuore è nell'amor proprio. Nulla Inani è fatto .- i,<il,. ai tari senza U tuo accanto >: osi gli scriveva U 1? gennaio 18??. Ma tomineliroua beo preste la Incrinature, the ai accentuarono tempra pio* specie nella que­stione politica, banche i rapporti epistolari continuassero e mantenerti cordiali, 11 Dodo, nemico di opti ripiego, lutto dì un pacca, non consentiva affatto nel metodo di governo del Depreda (più tordi, in pieno Parlamento, aerato il no tittoma di corruzione delle anime e, dèlia coscienza, tale eda indebolire k fati azioni "ottitnmenali e da spargere nel paeae 11 arme delle discordia a). Perciò, per quante il paaao gli coataaae amarezza, anche per l'affetto che lo legava al Dcpreti, ai dimise il 11 novembre del 1877. in aegnito ad alcune divergemr circa le condizioni e te modulila degli appalti dell'esercizio delle ferrovie a Società private compiendo un atto di dignità e di correttezza che gli cattivo l'ammirasi atte del ben pensanti e dagli onesti. B
Ma più grave fa l'urto con un altro amico, Il Crispi. Avendo gran Mima di luì per 11 ano pattato patriottico, il Criapi lo chiamo nel 1889 a far parte del suo aecondo gabinetto, affidandogli il portafoglio delle Finanze (anello del Tenero fu affidato all'ori. Giolitti). Il Dodn ai impegnò obito con tulle le ano forar nell'arduo compito che ti era proposto, di rettanrare le tristi condizioni del* l'erario attraverso la perequazione e l'equilibrio del carico Cacale* rifuggendo dalla dare tataaxioni, specie a danno dei meno abbienti, e abolendo ogni privi­legio non giustificato da inleresai generali. Ma non trovò tempre consenziente nelle ano idee il Criapi, il quale, anzi, più volte apertamente gli capote i suoi dubbi ni concreti risultati che eran da attenderai dal vasto programma finanziano del collega. Ma non e da stupire, come ben nota l'A. I due eminenti uomini, benché avvinti da reciproca stima, eran troppo diverti perchè non doveste presto o tardi nascere tra di loro un conflitto, tanto più stridente in quanto entrambi avevano rome dote comune la tenacia, mentre il carattere indomito del Doda non ai sarebbe piegato a rinunzie incompatibili con i propri principi, E il dissidio non era rappresentato da questioni secondarie di ordine tecnico, ma aveva radici profonde sul terreno politico e in particolare ani problema delle alleanze.
0 dramma dell'incomprensione comune ebbe il ano doloroso epilogo nella sedata alta Camera del 19 dicembre del 1890, dopo II famoso banchetto di Udine. I fatti, nell'insieme, -sdì* noti ; ma non aon noti alcuni particolari, rivelati ora liall'A., 1 quali lumeggiano il temperamento quasi dittatoriale del Criapi e l'acri­monia aua per rutti coloro din non convenissero a pieno nelle aue vedute.-Mei caso del Doda il Crispi si comporto con una tracotanza, che è forse unica negli annali coatitnxlonali del regno ditali. Lo invitò prima a dimetterai, ma poiché II Doda rispose, per telegramma, che al riservava di presentare la aue dimissioni senza rancore > nel prossimo Consiglio del ministri, il Criapi rispose arrostante ed aspro che la questione non era da portarti In Consiglio, ma dal Re, da cui dipendevano la nomina e la revoca dei Consiglieri delta 'Corona. E, arbitrandoti di deformare la decisione che il Doda intendeva prendere in una forma dignitosa, in conformiti del tuo carattere, andò senz'altro a riferire al Sovrano che il collega aveva dato tpontaneamento le dimissioni e che egli, come capo del Governo, era-in attesa degli ordini di Sua Maestà. 11 fermo telegramma di protesta del Doda indispose maggiormente il Crispi* il quale* dimenticando le molteplici benemerenze del Doda nel campo finanziario e le lotte coraggiosa mente combattale per it pareggio del bilancio senza ulteriori aggravi al Paeae* nella risposta del 13 settembre proruppe In un'ingiusta e infondata asserzione.