Rassegna storica del Risorgimento
PELLICO SILVIO ; SPIELBERG
anno
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1952
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pagina
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867
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dominato naturalmente dall'ira: e Hai peggiorato la Iman a .'MI la IUM vanii! rcA incuoiti aneli* politicamente la Patria, ae la non provvedesti ai mal airi indiandoti la via par la quale potresti (Maire onestamente. Spero eh rJurttrtv dori a mente aereo* caprai fare (I tuo dovere. In ad gai modo fari il mio. D Bonghi, che alla Camera difesa a vfae apertn l'antico Dodo, affermò con ardir* che ae Crtapi continuava a (vernare ta'tal meda, ira nen malte l'Itali* avrebbe vnto <u Cancelliere a. capo del Governo ru ministri "ali suoi eommeiol .
TJ Dnda nari dal Ministero fronte alta, con eoaclenaa sicura, dando aneata una volta la teatimoniama di una non comune neretta di carattere in un me mente In cui da uni parte al scendeva alle più vergognose tranaaiioBi con. t propri principi. Ceal fini la an carriera politica; e ae pio volte egli ritorno alla. Camera, ove rappresentava U collegio di Udine, non prete, peri, più la parola perche eli vaniva la voce, affaticata da una tono continua e tormentata. La notte delTa* maggio 1893 lasciava questa terra, a meno di due anni dalla comparaa della Bianco, che gli era tata compagna aanta e fedele.
figli fn indubbiamente una delle figure più luminoe del noatro Biaorgimenio, Eppure con gli anni il ano ricordo ai è andato attenuando, benché pochi del ano tempo poaaano pareggiarlo, oltreché per i caldi affetti patriottici, per la volontà gagliarda e incorruttibile.
Vada pertanto una lode vivissima a Luciano Giulio Sanala, che ha aaputo richiamarlo degnamente alla gioita venerazione degli Italiani. Mniso CISAVECM*
Fanatico Cmnoo. Storia della politici estera italiana dal 1870 al 1896. Voi. I. Le premette: Bari. Laterza, 1951, in 8 gr, pp. XVL712. L. 5.500 {Storia delta politica attera Italiana a cura drin attuto per gli stùdi di politica interna-zionale).
Sa gli Italiani medi, gli Italiani di tutti i giorni, almeno quelli che non hanno atretto obbligo di coturni o di teàmitarre, né tono legati alla pesante retorica del prò o dell'enfi, ti volta ai ero qualche volta; indietro a guardare come quatta nottra Italia s'è fatta, t'è consolidata e a'è affermata, e dcdicaaaero parte del loro tempo a meditare quale fotte natte- od otto decenni fa mal tollerata tra In più vecchie potenze, da molti irrita, da molti-imi pregiata, da tanti, poi, e parevano i più benevoli, conaidcrata aera a rapida, aienra catastrofe, forte qualche più oneato e meno petaimiatico giudìzio darebbero anche dell'Italia d'oggi. S'era appena al *9S, gli- Italiani da uno arano quarto di secolo t'erano guadagnata la propria capitale e un buon diavolo di storico francete, il CaffarcL in fondo tutt'altro che avverto, non sapeva terminar maglio La prefazione ad un tuo volume, tu Bonapnrte et fez Rfpubliques ftefàenuez. che con un accenno ad ombre paurote: <Au moment od je n- asta quel soufflé révottitionnaire patte de nouvmau tur ritolte, et menate aTibran-ter, non pat Foniti julienne, mais la monarchia pientontaite,.'.9. L'unità, almeno CaSarel tendeva a salvarla, ma, quasi contemporaneamente, il De La Gorre rieor-dava che la sorte dell'impero di Napoleone III. s'era decisa in Italia per aiutare s creare quell'unità. Errore fatale, questo, non solo per il nobile Merico legittimista, ma per tutta una generazione di uomini politici e di studiosi di molte parti di' Europa. Cera voluto qualche anno perchè la Spagna e altri paesi riconotceatcro il nuovo regno * il. duca di Cramont non aveva aspettato la cadnta del Seconde impero per eapriwwe al Tbouvenel il deeidcrìo che Napoleone III mantenente in piedi lo Stato Pontificio, un obttacle à fimité itaUanna ai ttìntraire è noi intrèts> (24 marco 1860). o per dichiarargli molto esplicitamente <je croia qua ricatto une est une chote detauabt* pour la Frane* et qua zf, por malheur. FEmpereur se prète