Rassegna storica del Risorgimento

PELLICO SILVIO ; SPIELBERG
anno <1952>   pagina <868>
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A celle eumhinaium. In I ranco lui en demandar* un iM, A lui fi <i con* //tu! y titani cuopirt atee lui, un compie lenirti (29 dicembre MW)>. Anche dopo il rotile drilli) tenario napoleonico, malli, in Frantili, non solo In i partigiani del regimr i.-i.n-.i:n>iu ernia diapenti ritmerò, quanto Mila spedizione del 18V>, il te petit nrYJIr flit Uè amo fonte , come già nel '61 11 ministro degli futi Tbonvcnel, rhr on aveva saltata alloca a confessare di non essere < un rroyont a Funiié de Viviti*? -z.
Difficile, diùurilisaime condurla in porte quatta barca delta nuova Italia, se eu*l *er* simpatia e tanto doro ecertldanio oe avevano vigilato la navigazione l'approdo pretto qoelll che pia il erano, alla prova dot fatti. dimostrati emiri. Se quarto accadeva in terra di Francia, nessuna meraviglia che a Vienna, tra t"80 e 11 "90, frettusima creatore della critica d'arte Italiana, Adolfo Venturi, rirnrran Ingoiare lesione sa quelli che erano i sentimenti verso 11 nostro Paese, di colui al quale sole le revolverate di Sarajevo tolsero di diventare imperatore. Andato una prima volta a studiare nella casa, che era stata asilo di Francesco V di. Modena nella Beatrizzassc la Bibbia di Bono d'Ette, ed accoltovi con grande cordialità da quegli antichi funzionar! che avevano seguito il loro duca ncllV*ilio.:,heu diversi modi ebbe a sperimentare quando vi dovette tornare poco tempo dopo per comple­tare le atte ricerche. Tutto era mutate, non solo, ma, come egli racconta, vi fu ricevuto < duramente; quasi con iseberno>. E quando poi ai rivolse al suo. vecchio amico, barone Tucher. ministro di Baviera, per ottenere dal nuovo padrone di casa, l'arci­duca Francesco Ferdinando, il permesso dì rivedere quel codice, la risposta che gli fu data fa davvero tagliente come rasoio>i <Non permetto a un Italiano di entrar* in casa mia > (A- VESTI: et, Memorie, Milano, Hoepli, pp* 6143).
E, tuttavia. l'Italia fa Catta e resìstette, e sopravvisse. Merito dell'Europa, ma anche degli Italiani, e prima certo, di questi ; merito della diplomazia, ma anche dello spirito rivoluzionario; merito di quelli che sapevano perche cospiravano, ai battevano e si facevano ammantare, ma anche di quelli che andavano in galera o al Creatore, conoscendo appena il nome di chi aveva loro insegnato che per quella bella aignora che al chiamava Italia e che anche allora voleva troppo spesso dire per molti fatiche, tasse, fame e -gendarmi, metteva pur conto di rischiare il patibolo, o le fucilate eolie barricate o tal campo di battaglia.
La coperta, o la riscoperta 'perchè certo cose che oggi paiono, 0 a! dicono, nuove qualche vecchio maestro le aveva dette qnarant*anni fa) dell'Importanza del fattore sociale, della preminenza dell'aspetto diplomatico, del significato di an .detcrminato uomo politico nel confronti di altri, l'esigenza di un più equo livel­lamento della parte rappresentata da Casa Savoia, la prepotente fortuna di certe correnti di pensiero hanno valore solo a patto che ci si renda cauto che ti trai ta di elementi di an tutto. Di quel tutto, che, fin dal 1920. Francesco Bufimi contrap­poneva come polifonia alla concezione Monoionica: di quanti, nello studio: dèi, Riaorgjmeuto, s'ostinavano a non vedere che determinati aspetti, momenti, problemi e figure. Me va dimenticato mai, anche di fronte a pia suggestive, più moderne interpretazioni diplomatiche e' sociali, pienamente giustificabili entra opportuni limiti, che per gli uomini migliori del Bisorgimento, protagonisti, attori e spettatori che fossero. Il primo e più vero problema costituito da questa benedetta Italia da fare, o da troppo poco tempo fatta, fu caienzialmcnie morale. Per questo, fin dal 1385, li Tommaseo aveva affermato che eia questione che a molti apparisce materiale affatto, è questione tplritualitsima, come san tutte le cose del mondo > e, undici anni più tardi, Luigi Torèlli ribadiva: jt'b sempre un principio morale che dà la forati>, offrendo la mano, lui moderato, al Mazzini del *3l: eie grandi rivo-lezioni ti compiono più coi principi che. colle baionette: dapprima nell'ordine morale, pei nel materiale K Un concetto, questo, clic Cavour non aveva alcuna difficoltà a far ano davanti alta Camera subalpina nel 1858, tanto l'esigenza etica era