Rassegna storica del Risorgimento

anno <1953>   pagina <6>
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già ricordata del messaggio di Li nou In, assillò la dire/Jone della rivista con richieste, suppliche e messaggi personali, scritti eoa uno stile e una calligra­fia che tiravano al dannunziano, perchè gli fosse pubblicato un articolo con lettere di Mazzini. Sarà stata, non c'è dubbio, deplorevole viltà di cor, ma, scottati una volta, voglia di nuovi guaì non l'aveva nessuno. E, quindi, malgrado un parere distrattamente favorevole del direttore, che risa­liva alla fine del '38, fu fatto di tutto, ricorrendo a ogni pretesto valido, per non pubblicare quella ornata prosa. Passò cosi il '39, venne il '40, s'entrò nel '41. C'era da commuoversi a leggere, il 28 maggio di quest'anno: Riviste e giornali l'hanno annuncialo e dopo un sì lungo aspettare vorreste ch'io subissi simile menomazione ? Vi prego.... di pensarci un pochino. Non è ammissibile che voi non mi diate ragione. Non sono un socio moroso! Quindi vi prego di accordarmi il permesso pia che onesto di ritornarvi l'articolo . Perchè, infatti, gli era stato restituito, non senza qualche segreta speranza.*.. Ma qui l'autore si lasciò scappare una frase disgraziata: Pubblicatelo pur quando volete, ma pubblicatelo in nome della coerenza e della dignità umana per cui voi tanto te­nete! Vi pare? Ah, si? E allora piglia ! Vi avevo rinviato il vostro articolo nella illusione che potesse sembrarvi piti opportuno pubblicarlo altrove. Era,
a mio modo di vedere, una forma di riguardo verso l'autore Poiché voi pre-
ferite rinviarmelo, rinviatemelo pure. Non c'è bisogno per questo di scomodare la coerenza e la dignità umana, nobilissime signore per le quali nutro il mag" gior rispetto senza che alcuno abbia ricevuto da parte mia facoltà di ricordar­mele (29 maggio). E fu silenzio.
Al fondo anche di questo incidente c'era, però, sempre la faccenda del messaggio. Una lettera, infatti, del 15 febbraio 1941 l'aveva nuovamente ri­messa sulla scena. Spero che la pubblicazione del mio articolo, esumante le lettere inedite di Giambattista Cuneo e di Giuseppe Mazzini non tarderà. Vi comunico che, officiato dal ministro Pavolini, sto provvedendo alla pubblica­zione dell'integrale messaggio Lincoln-Melloni-Mazzini, che voi ricorderete. Provvedo alla pubblicazione nel senso che farò riprodurre per intero le foto­grafie del messaggio originale inglese di Abramo Lincoln e della traduzione let­terale dello stesso, eseguita da Giuseppe Mazzini. Le due preziose fotografie, riproducenti i due prelibati autografi, vedranno quindi la luce, quanto prima, accompagnati da due miei articoli dilucidativi. Per la maggior gloria della Pa­tria! Desidererei, s'è possibile, dalla vostra ben nota gentilezza di sensi e di sangue un'informazione. La posta aerea da e per gli Stati Uniti d'America fun­ziona subendo ritardi ? Questo perchè attendo risposta alle mie par avion, che inviai da parecchio tempo, persino ad un autorevole membro della biblioteca del Congresso, che fu segretario di Gabriele d'Annunzio a Fiume olocausta ed anche legionario valoroso pur essendo americano di laggiù.
Per via dì quella tal gentilezza di sensi e di sangue gli fu rispo­sto quattro giorni dopo che si riteneva che la posta aerea con gli Stati Uniti funzionasse ancora con sufficiente regolarità, compatibilmente con le condizioni atmosferiche. Quanto al punctum dolens, non si credette di dire cosa inesatta, asserendo: Apprendo con interesse la notizia della prossima riproduzione fotografica del messaggio di Lincoln al Melloni e delta traduzione del Mazzini. Mi auguro che la pubblicazione stessa possa far sparire i sospetti sull'autenticità del documento che furono in passato più volte sollevali.