Rassegna storica del Risorgimento
1859-1860 ; VENETO ; VILLAFRANCA
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1953
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Roberto Cessi
sorprende, oltre il distacco di Avcsani e di Pinclierle, del resto lontani dall'Italia, e tuttavia non inattivi '), anche l'appartarsi di Paleocapa e Pasini.z) Questi uomini non avevano abbandonato la vita politica, né restavano indifferenti all'ardente problema, che gli avvenimenti conclusi a Villafranca avevano riproposto: essi però non potevano associarsi alle iniziative dei Gomitati di emigrazione, e apprezzando la situazione politica e le eventuali soluzioni con criteri assai disformi da quelli dei compagni di sventura, non potevano condividerne la responsabilità con il proprio nome.
Già prima che scoppiasse la crisi bellica francoaustriaca il Pasini aveva prospettato e discusso il problema del distacco delle provincie italiane (Veneto e Lombardia) dall'impero absburgico e non soltanto con provvedimenti amministrativi, ma con radicale sistemazione politica.
Analizzando con accurata revisione degli elementi statistici elaborati dal MuUer 3) le cause dei deficit finanziario, di cui dal 1848 in poi il bilancio austriaco era gravato, e ricercando i rimedi per ripararlo e prevenire la ca-
i) A una nota antipatica comparsa nel Moniteur del 9 settembre intesa a interporre velenosi motivi di discordia tra Veneti, Toscani e patrioti dell'Italia centrale, l'Avesani rispondeva con un Poscritto al trattato di Villafranca, pubblicato nel Daily News del 15 settembre, nel quale ribadiva la solidarietà politica e spirituale tra tutti gli Italiani. I giornali francesi rifiutarono ospitalità alla legittima reazione dell'Avesani, che fu riprodotta in Italia nel Diritto del 28 settembre cfr. RIGOBON, op. cit., p. 19.
2) L'uno viveva a Torino, ma, com'egli faceva intendere, osservava un ostentato isola-meato (Vedi lettera al Pasini del 29 dicembre, in Appendice, n. 4); l'altro si era ritirato a Firenze (BONGHI, La vita e i tempi di Valentino Pasini, Firenze, G. Barbèra, 1867, p. 736 segg.).
3) Fin dal 1850 in una memoria pubblicata a Losanna Sull'amministrazione finanziaria dell'Austria nel regno LombardoVeneto avanti il marzo 1848 il Pasini aveva largamente studiato quale fosse U tributo, che il possesso italiano pagasse all'Austria (112 milioni di lire austriache, di cui 50 assorbiti dalle spese di amministrazione in parte a vantaggio di gente straniera, e 62 milioni incamerati da Vienna). Successivamente nelle lettere a Lord Derby, pubblicate a Parigi a cura di Henri Martin e N. Planai de la Faye (UAutriche dans le royaume Lombarde Venitien; ses finances, son administration. Lettre à Lord Derby, Paris, A. Dcntu, 1859), egli, rintuzzando là disinvolta e falsa asserzione del buon trattamento amministrativp ed economico austriaco in Italia, prodotta dal ministro inglese ai Comuni a giustificazione della propria condotta politica, ligia al rispetto dei trattati e sprezzante dei diritti, dei popoli, aveva fatto, prevenendo il Meneghini, un'ampia rassegna (riassunta poi nella Rivista di Firenze del Vannucci, a. HI, voi, V, p. 283 segg.) del carico fiscale sopportato dal LombardoVenero dopo il 1848 e per le spese di guerra e per i tributi ordinati e straordinari e per i prestiti volontari e forzosi imposti dal *50 in poi allo scopo di ristabilire la normalità della circolazione. In un decennio dal *49 al *59 (gli anni d'amóUoration sans relSche) la sola proprietà fondiaria era stata gravata di un onere di un miliardo e 300 milioni dì tire austriache. Ed egli latta una serena e vigorosa critica- dei sistemi amministrativi civili, di quello giudiziario e della condotta politica del governo austriaco, suggeriva all'Austria, con l'abbandono dell'Italia, il mezzo per eliminare il deficit, per risanare la propria finanza, per esser forte, prosperevole e felice e soprammercato divenire onesta prevenendo le conseguenze di una guerra. Nel frattempo il Pasini, prendendo ispirazione dall'articolo pubblicato dal Miiller (WAutriche smts Pempereur Francois Joseph, nella Reumi des-Devx Momles, 1 maggio 1858), dottava un ampio e profondo studio sulla situazione finanziaria del lombardo-veneto nell'ultimo decennio (1849-1859) e sui rimedi, che potevano adottata! per il suo risanamento. Lo studio era destinato alla Revuo des Dewt Monde, ma non fu pubblicato: Invece, a insaputa dell'autore, il Leqmn trasse partito per compilare un .poco onesto plagio, che trovò ospitalità nella Revuo Contcniporaino. Denunciando l'indebita appropriazione, il Pasini pubblicava la sua memoria, datata da Firenze, 3 aprilo 1859, nella Rivista di Firenze , a. ITI, voi. V, p. 861 seggH 429 segg., nel testo italiano (Dello necessità finanziaria par VAustria di abbandonare il lombardo-veneto)* e nel testo francese UAutriche ci le royaume lombardo-vfnitien au poini do PUH Jìtmncirr, Florence, tip. Barbera e Bianchi ete., 1859.