Rassegna storica del Risorgimento
1859-1860 ; VENETO ; VILLAFRANCA
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1953
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Il problema veneto dopo Villafranca (1859-60) 27
tastro fé finanziaria, temuta dal Miiller, aveva rilevato gli aspetti politici, sui quali eia necessario incidere per ristabilire l'equilibrio finanziario e superare le difficoltà, che s'opponevano a uno stabile risanamento. *)
L'alternativa o di un aumento del carico fiscale o di diminuzione di spesa 2' urtava in ambedue i casi contro difficoltà insuperabili, se non fosse stata risolta in sede politica anziché esclusivamente tecnica: il decentramento amministrativo e l'autonomia locale, proposti come rimedio per ristabilire l'equilibrio ira spese ed entrate, non avrebbero conseguito l'obbiettivo previsto. s) Il carico fiscale nell'impero aveva raggiunto i limiti estremi di sopportazione: un ulteriore aumento era impossibile, e in particolare nelle Provincie italiane. La possibilità di economie nella gestione amministrativa non trovava adeguato margine, specialmente nel regno lombardoveneto, nel quale il rapporto tra spesa d'amministrazione e reddito netto delle imposte (dirette e indirette) era contenuto nei limiti più ristretti. L'economia, che si poteva realizzare con l'attuazione di un sistema decentrato, e limitatamente alle provincie tedesche e ungaresi, aggirantesi sui 30 milioni in confronto di 104, non bastava a coprire un deficit di 117 milioni secondo i calcoli pessimistici, o di 75 secondo le previsioni più. favorevoli. *)
Esclusa la possibilità di inasprire l'onere fiscale (diretto o indiretto), non restava che far leva sull'unica categoria, che più pesantemente gravava sulla finanza statale e locale, e cioè quella delle spese militari, dato che nessun profitto poteva ricavarsi dalle categorie del debito pubblico e delle spese d'amministrazione. s)
A questo punto il problema assumeva un carattere squisitamente politico.
Non vi era alcuno in Austria, che non si rendesse conto della necessità di una grande riduzione delle spese militari: il governo, fra le strettoie della crisi, doveva scegliere fra il disarmo o la bancarotta, e ogni eventuale ritardo non poteva che rendere più penosa la situazione. *' Né questa poteva essere affrontata con un programma di forza. Esso avrebbe servito a mantenere una artificiosa unità, ma non a impedire la dissoluzione finanziaria, paurosamente riflessa dall'impressionante collasso dei titoli austriaci nelle negoziazioni di borsa. Era convinzione generale che il deficit in Austria fosse inseparabile dal sistema di governo e sarebbe soggetto ad aumento in seguito al perpetuarsi dello stato di guerra. ")
Se l'attuazione di un ordinamento amministrativo decentrato poteva assicurare un risparmio di 25-30 milioni, un contributo efficace di 45-50 milioni sarebbe stato ricavato danna radicale smobilitazione delle forze armate, fino a ora resa impossibile dallo stato politico del regno lombardoveneto e dell'Italia in genere. 8)
Un decentramento amministrativo, sulla base di larghe autonomie, poteva esser valido a soddisfare le esigenze delle altre provincie, non di quelle
') PASINI, Delta ticaouxità, tììl.t p. 371. ?) PASINI, Delta nttetittàt cit,, p. 364.
3) PASINI, Della mir.imshù, ah., p. 369 seg. 4) PASINI, Detta anecMiità, oft-, p. 37].
S) PASINI, Della twtetnUà, rat,, p. 364 seg. <>). PASISI, Della nweuita, cit., p, 371. 71 PASiW, Della necessità, cit.. p. 37).
4) PASINI, Detta noaosifiià, cit., p. 370.