Rassegna storica del Risorgimento
1859-1860 ; VENETO ; VILLAFRANCA
anno
<
1953
>
pagina
<
28
>
28
Roberto Cessi
italiane. Nelle libertà offerte dall'Austria agli Italiani non era che ipocrisia e nient'altro che ipocrisia, quando la libertà non si fosse tradotta in indipendenza.
La prima condizione per disarmare era dunquel'abbandono dell'Italia , ove era vivo quel sentimento di indipendenza, che i metodi di governo austriaci avevano esasperato e che nelle altre prò vinci e non avevano una sostanziale ragion d'essere. "
Secondo un parallelo istituito Ira spesa ed entrate nel regno lombardo-veneto in rapporto alla situazione finanziaria dell'impero, la rendita netta delle Provincie italiane si poteva calcolare in 53 milioni, con una spesa di 87 milioni, ove si comprendesse una quota del debito generale austriaco (17 milioni), e con un attivo di 140 milioni, senza tener conto del minor gettito dell'imposta fondiaria, qualora si fosse adempiuto a insopprimibile dovere di perequazione del carico fra le diverse provincie dell' impero. 2) L'utile accertato in tale misura a favore del bilancio generale trovava in questo un riscontro passivo nell'aumento delle spese militari dopo il 1848, da 60 milioni di fiorini a 123 in dipendenza della situazione italiana, di guisa che il possesso delle provincie italiche contro un reddito netto di 53 milioni aveva gravato il bilancio dell'impero di un passivo di 189 milioni (= fior. 64 milioni) con disavanzo di 136 milioni. 3)
In queste condizioni l'equilibrio finanziario non poteva esser ristabilito, se non con il reintegro delle spese militari al livello del 1847, al quale la spesa non poteva esser ricondotta che con la riduzione degli armamenti. *)
Un provvedimento siffatto presupponeva contemporaneo disarmo da parte delle altre potenze europee per raggiungere il necessario equilibrio fra tutti gli stati: s) ma il simultaneo disarmo non si poteva effettuare fino a che non fosse stata eliminata la causa, che aveva determinato e concorreva a mantenere in essere uno sproporzionato aumento di armamenti, e cioè lo stato politico anormale d'Italia. Era necessario risolvere il problema italiano col riconoscere l'indipendenza d'Italia, eliminare la preponderanza austriaca nella penisola, e suggerire all'Austria l'abbandono del Lombardo-Veneto, senza che perciò essa perdesse la sua importanza politica colla salvaguardia della sua posizione militare, territoriale, demografica, ed intellettuale. 6)
Fin d'allora il Pasini propugnava la separazione dell'Italia dall'Austria mediante compensi pecuniari, ponendo a carico del Lombardoveneto una quota del debito pubblico austriaco non pertinente alle provincie italiane, quale prezzo della loro indipendenza, nel presupposto, condiviso anche dal Miiller, dei benefici finanziari, economici e politici, che risulterebbero all'Italia, all'Austria e all'Europa tutta.
Se pur non arrivava a formulare il concetto di riscatto per danaro, anche perchè si trattava dell'intero regno, egli prospettava, seguendo un idea comune a molti uomini politici, una soluzione politica ed economica, anzi-
M PASINI. Della nmssità, cit., p. 372.
2) PASINI. Dalla necessitai cit., p. 432 segg.
3) PASINI, Delta necessità, cit., p. 435. *) PASINI, Della necessità, cit, p. 3(4.
5) PASINI, Delta necessità, cit., p. 304, 437.
6) PASINI, Della necessità, cit., p. 436 aegg.