Rassegna storica del Risorgimento

1859-1860 ; VENETO ; VILLAFRANCA
anno <1953>   pagina <30>
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Roberto Cessi
le persecuzioni poliziesche, dopo ViUafranca appariva esasperata fino all'estre­mo limite, si che tra Veneti ed Austria, in analoga misura che tra Austria e gli altri popoli d'Italia, si era creato uno stato costante di avversione, di odio, di ostilità perseverante e indomabile , e non era più ammissibile alcun compromesso di conciliazione
Contemporaneamente al Pasini, e su analogo tema, sebbene con ispira­zioni e obbiettivi alquanto diversi e certamente con minore perspicuità, aveva levato la voce anche Andrea Meneghini. In occasione della comparsa del libello bonapartiano, Isempereur Francois I et l'Europe, inteso a giustificare la politica amministrativa austriaca nelle provincie italiche, nel 1860 il Mene­ghini approfondirà l'indagine sulle fonti, cui l'Austria aveva attinto e poteva attingere per sostenere la guerra in Italia. Ma in precedenza rifacendosi alla situazione economicofinanziaria del governo austriaco e illustrando la fisionomia politica della fiscalità viennese, grossolanamente alterata presso l'opinione pubblica, aveva posto in luce il carico gravante sul Veneto con ampiezza e obbiettività in un lungo studio della Rivista contemporanea di Torino. -) Questo periodico, diretto dallo Stefani, non diversamente della Rivista del Vannucci a Firenze, aveva intrapreso, e sviluppò nel corso del 1859, una assidua critica sol piano economico e finanziario della condotta austriaca,2) e ambedue furono portavoce di quella corrente, che, in forma diversa e con diversa tonalità, propugnava la soluzione del problema sopra una linea ritenuta più facile e meglio accessi­bile. Il Pasini e il Meneghini furono ispiratori e interpreti della campagna austeramente intrapresa dalle due riviste. 3)
Il problema non era soltanto finanziario: era prima di tutto politico., anche se si poteva riportare l'aspetto politico sopra un piano finanziario. Rifa­cendosi a nozioni e cognizioni finanziarie, che in precedenza aveva largamente utilizzato ed illustrato, dopo l'irrimediabile conclusione della pace di Villa-
*J Nel 'novembre ] 859 il Meneghini aveva pubblicato nella Rivista Contemporanea, voL XV1U, p. 317 segg? un lungo studio intitolato Imposte ed estorsioni austriache nella Venezia inteso ad analizzare il carico fiscale riversato nell'ultimo decennio sopra le Provincie venete. L'anno dopo jjjtìj connessione: al libello,. L'empemir Frangois I et l'Europa (Paris, Dentu, 1859), il Meneghini pubblicava il suo studio Le finanze austriache (Rivista contempo' ranca voi. XXIII, p. 362 segg., e voi. XXIV, p. 252 segg.) di intonazione polemico-politica. Cfr. BARBIEKA, op. c/i., p. 489.
2) Nel fascicolo di aprile la Rivista contemporanea (voi. XVII, p. 3 segg.) aveva ospitalo uno studio di Antonio Allievi, Amministrazione finanziaria del regno Lombardo-Veneto dal 1848 al 1858.
'/,Nel corso del 1859 il Pasini inserì nello Rivista di Firenze notevoli studi politico-co -dttiaionali, oltre quelli finanziari, sulle relazioni tra la Francia e l'Italia, sull'Assemblea to­scana, Dui dominio temporale dei papi, prendendo occasione dal noto opnscolo -Li' pape et te Congrès. Non meno intensa fu la propaganda svolto sistematicamente noi giornale La Nazione, illustrando i principali aspetti politici o finanziari dui probleui proposti dalla pace di ViUafranca noi riguardi della questiono italiana, a partire da un aincero osarne della situazione, all'analisi dell'operato degli attori, nll'rierfdrmtc e insuperabile liquidazione dell'eredità austrìaca. Egli schiettamente .-i chiudeva quale dovesse essere il compito dei -liberili! italiani (20 luglio) quale la responsabilità di chi consentiva all'Austria di compromettere la pace di Europa por conservare il dominio nelle Venezie (18 settembre), quali gli effetti politici e finamriari dell'unione eco­nomica della Toscana con In altre provincie italiane (30, 31 agosto; 1. 7 seti.; 7, 8, 9 ott., 13 nov.)f quanto fosse costata In guerra all'Italia (27 ott.); quale fosso il risultato, assai melanconico, del congresso di Zurìgo (29 nov.; 4, 5, 12 die,), ed infine che significasse l'ultima parola di Napoleone III (21 gennaio).