Rassegna storica del Risorgimento

MAZZINI GIUSEPPE
anno <1953>   pagina <60>
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60 Lajos Pàsztor
chi aveva ricevuto il Legato di Bologna la lettera, sarebbe stato facile cono­scere con esattezza a chi essa era stata indirizzata.
La copia non indica a chi avesse scritto Mazzini. Alla fine della lettera v'è, però, il saluto: Addio, caro P. Chi può essere ? Gli editori hanno in­dicato come cosa certa che il destinatario è P. Pietramellara, il quale, dopo il fatto di Savigno. si era rifugiato in Corsica. Ma questo non è esatto.
Lo stesso fascicolo dell'Archivio della Segreteria di Stato di S. S. esisten­te ora nelTA.S.V. (Rubr. 165, anno 1843-Bologna, Busta 200, fase. 1), dove trovasi la copia della lettera di Mazzini, contiene anche diverse relazioni di un altro confidente, il dott. Paolini, il quale era in relazione con il direttore di polizia in Bologna, Stanislao Freddi. Il Paolini inviava le sue relazioni al Freddi che, a sua volta, le trasmetteva al Legato di Bologna: il Segretario di Stato le riceveva da quest'ultimo. Ora, la copia in questione era appunto inviata dal Paolini; il quale non inviava, però, solo questa, ma precedente­mente anche un'altra, indicata da lui come minutata da Pirondi,J) concet­ta da Ribotti,2) e letta ed approvata nel Club di Marsiglia , e poi spedita a Londra il 28 Settembre.
Anche il Freddi fa menzione di questa lettera in una sua, scritta il 6 ot­tobre 1843 al Segretario di Stato: Non mi sono ancora giunti dal confi­dente di Marsiglia i nomi di coloro che negli Stati Pontifici formano il centro e sono i principali fautori delle perverse machinazioni. Però in giornata ha egli mandato una relazione di quanto è accaduto da più mesi in queste pro-vincie, relazione estratta da una lettera di Pirondi a Mazzini, la quale riesce interessante' per la verità del esposto. Non ne rimetto copia a V.E. perchè questo Egregio Em. Legato a cui, come il solito, ho passato l'originale, mi assicura ch'Egli stesso inoltrerà. Il che effettivamente avvenne il giorno dopo, il 7 ottobre. (N. 1539. - A.S.V. Segr. di Stato: Rubr. 165. 1843, Bo­logna, Busta 200, fase. 1).
Secondo la copia, la lettera del Pirondi venne scritta il 29 settembre, ma, evidentemente, questo è solo errore di scrittura, dato che, dopo il testo della lettera, il Paolini aveva indicato che essa era stata spedita a Londra il 28. La risposta di Mazzini parla di una lettera del 27 settembre, ed il Paolini, trasmettendo la lettera di Mazzini, notava: Eccovi la risposta in copia della lettera di cui una copia vi ho mandata.
Il P., a cui andava il saluto di Mazzini, non è dunque Pietro Pietramel­lara, ma il dott. Prospero Pirondi. La lettera del Pirondi è importante, non solo perchè essa rivela a chi è stata indirizzata la lettera di Mazzini in questio­ne, ma anche perchè le comunicazioni e le idee ivi esposte sono in stretta re­lazione con la risposta di Mazzini, il quale nella sua lettera chiariva le sue idee siùTunione dei diversi gruppi politici italiani per poter arrivare ad una comune azione. Probabilmente anche il giudizio favorevole di Mazzini sul Ribotti deriva, almeno in parte, dalla lettera del Pirondi. Val la pena, quindi, di pubblicarla, anche perchè essa contiene l'esposizione del Ribotti sugli im­portanti movimenti accaduti nell'agosto e settembre 1843.
1) Prospero Pirondi, medico, esule e già da decenni era abitante a Mar Biglia, efr. Scritti, voi. V, p. 20.
2) Su Ignazio Ribotti, v. Enciclopedia Biografica.., S. XLIT, // Risorgimento Italiano, voi. IY, Gli uomini politici, voi. Ili, p. 51 (Roma, 1942).