Rassegna storica del Risorgimento

DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; VERDI GIUSEPPE ; CENSURA
anno <1953>   pagina <69>
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LA CENSURA BORBONICA CONTRO IL GUSTAVO TERZO 0 UN BALLO IN MASCHERA
DI GIUSEPPE VERDI mm t
I numeri da 127 a 164 del catalogo della Mostra Verdiana, promossa dalla Sezione Lucchesi Palli della Biblioteca Nazionale di Napoli nel cin­quantenario della morte del Maestro, nel 1951, ed inclusi nella rubrica Italianità di Giuseppe Verdi. La censura contro l'arte , comprendono documenti ufficiali, di proprietà dell*Archivio di Stato di Napoli, e lettere riguardanti, più o meno da presso, il biennio di laboriose e vane trattative per la rappresentazione del Gustavo terzo , che rievocava, nella sua prima redazione conforme all'opera francese di Eugenio Scribe, il regicidio di Gu­stavo terzo sulla scena. Regicidio s'altro mai proditorio, compiuto nella notte tra il 15 e il 16 marzo 1792 a Stoccolma, in un ballo-tranello, in cui il congiurato conte di Horn salutò il re, al suo primo entrare in sala, con un Buona notte maschera e con un lieve colpo sulla spalla, che fu il segnale per Aukerstrom, il quale tirò alle spalle il colpo di pistola al re e finì poi impiccato per questo delitto.
Ma come che sia della realtà storica del soggetto, dei suoi precedenti prò e contro la rivoluzione francese già in pieno svolgimento, che Gustavo terzo di Svezia cercava di reprimere con un'alleanza con la Russia, la Prussia e l'Austria, i pezzi più importanti relativi al Ballo in maschera, presentati per la prima volta al pubblico napoletano per gentile adesione e susseguente prestito del conte Filangieri di Candida, direttore dell'Archivio di Stato di Napoli, furono due.
Essi furono tratti dal Eascio 50 di detto Archivio, e portano i rispet­tivi titoli di Incartamento per la musica del. cav. Giuseppe Verdi (1857) e di Impresa dei RR. Teatri Corrispondenza per la scelta delle due mu­siche nuove da darsi nel R. Teatro S. Carlo per la stagione d'obbligo l'annata 1859 .
II primo fascicolo, comprendente in tutto 27 documenti, contiene anzi­tutto il contratto del 2 maggio 1856 tra il cav. Giuseppe Verdi, Maestro di musica, e Luigi Alberti, impresario del RR. Teatri di Napoli . Contratto in otto articoli, il primo dei quali implicava l'obbligo da parte del Verdi, di scrivere una musica su libro di una grande opera per Reale Teatro S. Carlo di Napoli, non minore di tre atti che doveva andare in scena dall'ottobre 1800 cinquantasette e tutto gennaro 1800 cinquantotto (quel gennaio in cui Eelice Orsini attentò alla vita di Napoleone III !).
Quanto al secondo articolo del contratto in esso è esplicitamente detto: l'argomento del libretto e poeta saranno di piena scelta del Cavaliere Maestro, o compiacendosi [sic!] mandare pel giugno 1800 cinquantasette lo argomento e il libro per l'approvazione della Censura di Napoli, senza di che la musica non potrebbe andare in iBcena .
L'articolo terzo, cancellato e proposto per la soppressione dal Verdi (soppressione accettata dall'impresa), scandiva ripetutamente che l'opera doveva andare in focena non più tardi del gennaio 1858.