Rassegna storica del Risorgimento

STATI UNITI D'AMERICA ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1953>   pagina <86>
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Libri e periodici
e fiori in confronto con quell'iradiddio di ritratto che un mese dopo, il 27 settembre, dipingeva con pennello avvelenato La Provincia di Sima, autorevole organo del Comi­tato elettorale permanente. Il titolo, questa volta, eia generico e privo di sottintesi maligni, ma sotto quell'innocente Le candidature di Muntulcino e della Val di Chiana, che mecca 1
Nella Val di Chiana e specialmente in Sinalunga e dintorni evvi il signor Gio. Bat­tista Castellani del Friuli, il quale si presenta come candidato...
Domandiamo agli elettori; conoscete voi il sig. Castellani ? Questo nome si presenta con dite facce e con due colori; se lo volgo da una parte so che avanti il '4P fu ambasciatore della Repubblica veneta a Roma e ottenne elogi da Daniele Manin; magnifico esordio l ma avanti chi era il sig. Castellani e che condotta tenne nel suo Friuli ?...
Dopo il *49 la faccia si volge e il colore si muta; invece di seguire nell'esilio il gran Manin e gli illustri suoi compagni, egli, che ebbe officio così grave di ambasciatore, acuì furono affidate le somme raccolte per Venezia e che non ebbe Vonora di battersi dentro Venezia, se ne viene in Toscana, e qua riceve la protezione del governo austriaco del Lan-ducci, anzi ottiene che gli si rendano i beni confiscati e fa valere a suo prò* l'aver salvato l archivio austriaco dalla furia del popolo. La voce pubblica lo accusa di aver cangiato le opinioni politiche e in Toscana dai liberali è tenuto in sospetto perchè si sa che il governo lo protegge nonostante alcune apparenti persecuzioni, perette lo si vede frequentare le sale dell ambasciata austriaca a Firenze, perchè appresso lui piovono frati e preti di ogni colore; nel Friuli nativo, ove tornava ad acconciare i suoi affari ebbe dai suoi concittadini la stessa sospettosa e varia accoglienza, poiché anche là lo si vide conversare amichevol­mente con persone di opinioni diverse. Fu veduto in Egitto dichiararsi suddito austriaco e invocare dal console austriaco in Cairo assistenza ed aiuto; fu veduto correre a Vienna a supplicare protezione e massime dal principe Massimiliano a vantaggio della troppo pro­blematica specolazione del seme chinese dei bachi, dove potè avere mezzo milione dal governo turco per danno ricevuto alle dogane di Suez. Cosi egli in Toscana era tenuto per austriacante, e noi crediamo che non lo sarà stato, ma che fece egli nel *59 per distruggere quei sospetti? Che fece egli quando tutta Italia trepidava dietro la bandiera italiana e fran­cese da Magenta a Solferino ?... La sua fede nel principio nazionale non è dunque accertata. Piuttosto Vabbiamo veduto farsi paladino di questioni infelici; a Siena gridava: non taccate il Monte per sostenere iprivilegi di una casta; a Firenze gridava: non uni­ficate le banche e sentire un Veneto avverso allunila del credito italiano parve a ragione un'enormezza incredìbile .
E quando, poi, vittorioso a Montalcino, il Castellani si presentò anche a Monte­pulciano contro il prof. Alessandro Corticellì (del quale, nel '99, la raccolta delle let­tene inedite del *48 chiarirà come, accanto a molti generosi professori e studenti delle università toscane, non siano mancati quelli, che, più preoccupati di terminare i corsi iniziati o di sostenere i dovuti esami, preferirono non arrivare fino a Ciurlatone...), la Nazione si farà scrivere dal luogo della contesa il 27 ottobre: Un conte Castellani, già eletto a Montalcino per le deplorevoli scissioni dei liberali di quel collegio, è in ballot­taggio col prof. CorticellL Al Castellani non manca ingegno né dottrina, ma manca amore alla libertà e ali indipendenza della patria. Che possono sperare gli elettori di Monte­pulciano da un uomo che viaggia sempre con passaporto austriaco e c/te è circondalo da preti e da frati ?... Vinse, in realtà, il Corticellì, con 362 voti, ma La vittoria non gli volse* perche, essendovi già alla Camera il numero proscritto di professori, dovette rinun­ciare al mandato, in base alle norme allora vigenti sulle incompatibilità parlamentari.
Quanto lontane le esperienze romano dell'ardente avvocato friulano. E come di­verso l'uomo ! Ma por lui, che aveva ormai domato in sé l'antica fiamma, per Paleocapa, che aveva continuato ad essere quello che era sempre stato, un serio ed onesto costruttore, il biennio eroico nel quale erano stati compagni d'azione e di passione costituiva pur sempre il periodo più luminoso della lo o vita. E bene ha fatto Maria Cessi Drudi a richiamare alla nostra memoria figure diverso nel temperamento, non nella sincerità della fedo e nella rettitudine delle intenzioni. A. M. G.