Rassegna storica del Risorgimento

STATI UNITI D'AMERICA ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno <1953>   pagina <87>
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Libri e periodici 87
Studi sul Risorgimento in Lombardia, raccolti do ANTONIO MONTI ; Modena, Società Tipografica Modenese, 1950, in 8, pp. 145. L. 500.
E il 2 volume della serie di Studi sul Risorgimento in Lombardia, che affianca la Collezione storica dei Benemeriti frateiti Mucchi, fondata da Giovanni Canevazzi e diretta da Antonio Monti. E all'infaticabile Monti, con affettuoso pensiero, è dedicato il volume a ricordo del compimento dei suoi quarant'anni di studi risorgimentali
A dire il vero, questa raccolta, nel complesso, presenta minor interesse della pre­cedente, più ricca di indagini ampie e nutrite; ma non manca tuttavia di pagine signi­ficative, degne di particolare menzione.
Il primo saggio, e il più notevole per la copia e la novità di dati, è dovuto alla pen­na di Achille Giussani. L'A. giovandosi di documenti tratti dall'Archivio di Stato di Milano (Sezione speciale del Tribunale criminale) vi tesse minutamente le vicende della travagliata vita di Carlo Alberto Lancctti, uno dei tanti martiri dell'indipendenza rimasti sino ad oggi nell'ombra. Era figlio di quel Vincenzo Lancctti, rivoluzionano d'occasione, che ebbe sotto i Francesi alti incarichi burocratici, conservati durante bx dominazione austriaca in Lombardia, e che scrisse poemi, romanzi, opere varie bibliografiche, di cui molte giacciono ancora, manoscritte, nell'Ambrosiana di Milano e nella Comunale di Cremona. Di bello ingegno, ma irrequieto e impulsivo, giovanissimo, essendogli morta la madre cui era molto affezionato ed essendo il padre passato a seconde nozze, fuggì di casa. Si arruolò dapprima nell'esercito di Murat; poi, finita l'impresa nel modo che ognun sa, trovò provvisoriamente per due anni un impiego per i lavori del Censimento; ma, cessata l'operazione, benché fosse provveduto di buoni studi, non gli fu possibile trovare in ne sun modo un'occupazione. Una falsa calun­nia che si era diffusa sul suo conto (lo si tacciava di traditore e di spia) rese vana allora, e in seguito, ogni istanza di onesto lavoro e il triste fatto ebbe anche un iniquo riflesso sulla stessa carriera paterna. Viveva in Milano con un tenue assegno mensile del padre e con l'ancor più tenue introito di qualche lezione a domicilio, dedito a studi militari nei quali acquistò una singolare competenza, e addestrandosi quotidianamente nella scherma nel palazzo dei Belgioioso, con i quali condivideva le aspirazioni liberali. Ma sparsasi la voce nel marzo del '31 che il Governo austriaco intendeva tra­sportare in Germania gli elementi più pericolosi, poiché egli era tra quelli sui quali da più anni la polizia esercitava la sua amorosa vigilanza, se ne fuggi a Lugano, preceduto di poco dai fratelli Belgioioso e dall'amico comune Bellerio. Si inizia cosila sua dolo­rosa odissea. A Lugano stringe rapporti con molti profughi italiani, tra cui Giuditta Sidoli, ma per le pressioni del governo di Vienna sul governo di Berna due mesi dopo è costretto a sloggiare: si porta con gli amici a Ginevra; ma per un dissidio intercorso con il Bellerio abbandona la compagnia e si trasferisce a Parigi. Li entra a far parte, piale semplice gregario, della legione straniera organizzata da Achille Monti e ne segue le sorti attraverso Lilla, Saint Lis, Compiègne, Saint Quentin, Cambrais sino ad Ath. nel Belgio. Tornato più tardi in Italia e rifugiatosi in un piccolo paese dell'Anconi­tano con la speranza di vivere un po' tranquillo sin che la pace verrà a tutto conso­lidare , è d'improvviso arrestato su asserito ordine dall'alto, tradotto in vettura chiusa sotto scorta di quattro gendarmi a Roma e gettato in una segreta con un mucchio di paglia per letto e una lurida coperta di lana in aspra rigorosa prigionia di tredici mesi. Riusciti vani gli interrogatori cui è sottoposto, viene nondimeno espulso dagli Stati pontifici con la minaccia di 10 anni di galera se oserà rimettervi piede. Riprende la Via dell'esilio: a Marsiglia prima* poi a Tunisi; ma invano va alla eaccia di lezioni ni gli bastano i poveri 60 franchi al mese ohe a stento gli invia il padre. Stanco e sfiduciato di tante traversie, riparte per l'Italia avendo con sé due operette di carat­tere militare di coi ti propone di far omaggio al Re di Napoli e di esporno personalmente il disegno e il contenuto . Ma ecco subito nuovi gravissimi guai e il erollo di ogni spe­ranza. Un sedicente marchese, oriundo napoletano nei suoi interrogatori fa il nome di Cario Alberto Lancctti quale emissario della Giovine Italia in Ancona assicurando.