Rassegna storica del Risorgimento
STATI UNITI D'AMERICA ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno
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1953
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93
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Libri e periodici 93
pure essa avrebbe potuto limitarsi ad un iudiotreggiamento di qualche chilometro; per esempio, sino alle testate dello Judrio e del Natisone.
Tuttavia* ad onta delle gravi manchevolezze degli organi militari e politici* l'Italia si salvò e trionfò soprattutto in virtù del valore dei suoi figli, per le forze vive e sane che il Paese seppe sprigionare miracolosamente dal suo seno nel momento decisivo della sua esistenza*
Il volume del Pieri, uscito nel 1947 a cura della Facoltà di Magistero dell'Università di Torino, benché scritto in istile colorito e spesso caldo e commosso pur trattando di studi di natura in prevalenza tecnica, non ha avuto la fortuna che merita. Sarei lieto se questa mia presentazione valesse a richiamarlo in onore particolarmente presso i giovani, ai quali sono affidate le sorti future della Patria: vi apprendano essi, tra l'altro, che solo nella unione* nella concordia e nell'austera disciplina è il fondamento del progresso civile dei popoli. ÉAIUNO CIHAVECNA
GIUSEPPE DEL BIANCO, La guerra e il Friuli. Voi. Ili: Caporetto; Udine, Del Bianco edit., 1952, in 8, pp. 383. L. 1800.
E uscito recentemente (agosto 1952) per i tipi dell'editore Del Bianco di Udine, un volume su Caporetto di Giuseppe Del Bianco, già antore di due altri vo'umi della serie intitolata La guerra e il Friuli. Diciamo subito che la pubblicazione di cui ci occupiamo non è un lavoro complessivo intorno alla nota battaglia del 1917: essa vuole essere ed è una storia locale che inserisce le tristi vicende del popolo friulano rell'autunno 1917 in quelle altrettanto terribili attraversate in quel torno di tempo dall'Italia e dall'esercito italiano in particolare. L'A. stesso è conscio dei limiti della sua ricerca cfr. le sue esplicite parole a p. 311 , ricerca però tutt'altro che inutile ai fini generali della storia della guerra. Questi episodi di piccoli villaggi dei monti friulani sorpresi dall'avanzata austrotedesca o le ore di agonia delle ricche città della pianura, quali dividale ed Udine, gettano una luce tutta umana sugli avvenimenti militari, visti per così dire L (traverso gli atteggiamenti del cittadino ignaro delle cose della guerra, ma pronto ai sacrifici più dolorosi per amore della Patria e della propria terra.
L'A. rievoca innumerevoli episodi del grande dramma attraverso testimonianze da lui pazientemente raccolte nelle memorie di privati o dalla viva voce di superstiti, per cui raggiunge una notevole ampiezza di informazione per quanto concerne il riflesso del fatto militare sulla vita civile delle popolazioni. Notiamo, però, una sproporzione assai appariscente fra la narrazione generale dello sviluppo dei combattimenti e quella di singoli episodi; non solo, ma rileviamo anche che, mentre molte pagine sono dedicate al settore settentrionale del fronte (ala sinistra della 2a Armata), assai poco si parla degli avvenimenti importantissimi svoltisi durante il ripiegamento a sud del parallelo di Udine. L'A. cerca di giustificare questo andamento non uniforme della esposizione adducendo il suo interesse ai fatti locali, ma ciò non toghe che,dato che egli ha volato affrontare l'arduo compito di un inquadramento generale della bnttaglia, si possa desiderare maggiore proporzione nelle varie parti.
Ed è appunto questa poco chiara impostazione metodologica nell'esposizione a costringerci a muovere alcune critiche al lavoro del Del Bianco. Il fatto che l'A. abbia posto come sottotitolo al volume Lo sfondamento delle linee italiane sull'Isonzo. Occupazione di Udine ci indica un po' i due poli fra cui si muove l'interesse dello scrittore con molto vantaggio dell'argomento occupazione del Friuli e scapito della porte dedicata alla battaglili di rottura delle b'nee italiano sull'Isonzo.
Due sono soprattutto i lati deboli del libro, visto nel posto che esso viene ad assumere nella letteratura caporettlona:
1 Esso non tiene conto delle più recenti pubblicazioni sull'argomento; infatti l'A* non dà prova di conoscere la monografia del CilibrizzJ del 1947, che ripropone in gravi termini il problema del XXVII corpo d'armata, le memorie postumo del Cadorna del 1951. che insistono sempre nella difesa dell'operato del Comando Supremo, gli