Rassegna storica del Risorgimento
STATI UNITI D'AMERICA ; GARIBALDI GIUSEPPE
anno
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1953
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pagina
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94
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94 Libri e periodici
articoli del Pieri in II ponte del 1951, paghi e fondamentali di chiarificazione, ed anche il meno recente lavoro del Deumensingen, ricchissimo di dati e difetti.*) Sempre a proposito di bibliografìa e di fonti è da osservare come l'A. non citi mai la pagina delle pubblicazioni a cui si riferisce e per taluni documenti ufficiali non ricordi nemmeno il volume che li raccoglie.
2 L'A. non affronta a fondo il problema del come fu rotto il fronte del XXVII corpo d'armata italiano, comandato dal generale Badoglio, e, allo stato attuale degli studi su Caporetto, qualsiasi opera che si occupi di questa battaglia non può non trattare ampiamente dell'azione di tale corpo d'armata, perno del nostro schieraménto.
Oltre a questi due difetti principali vogliamo ricordare ancora alcune imprecisioni nella narrazione. A p. 53 si afferma che verso le ore 9 del 24 ottobre, primo giorno di lotta, gli Slesiani poterono in breve aver ragione nella valle Isonzo delle due compagnie del 208 (brigata Taro) e di una compagnia del 76 (brigata Napoli), che pur tuttavia animosamente sostennero l'urto ; ebbene quella compagnia della brigata Napoli, che chiudeva soltanto in teoria un punto chiave coi suoi pochi uomini, non fu attaccata nel mattino dagli Slesiani, che passarono nel tratto incustodito, ma nel pomeriggio dalle truppe deU'Alpenkorps, quando già gli Slesiani erano giunti a pochi chilometri da Caporetto.2) Cosi pure a p- 54 ti confonde l'azione della I2a divisione tedesca, che si avviò per il fondo valle a Caporetto, con quella dcll'Alpenkorps, che risalì le propaggini montuose di Costa Duole e di Costa Raunza.s) Ancora: a p. 88 nota 1* l'A. ripete l'affermazione già fatta erroneamente dal Caviglia, che, cioè, il nemico avrebbe potuto compiere un'azione analoga a quella su Caporetto anche discendendo lungo l'Isonzo, attraverso un varco esistente fra la 19a divisione e le truppe della Bainsiaza; è inesatto poiché un piccolo nucleo di armati stava a custodia dell'angusto passaggio, anche se esso non rappresentava un grande elemento di resistenza. 4)
Abbiamo voluto sottolineare queste imprecisioni perchè dai particolari dei combattimenti sorge chiara la visione dell'andamento della lotta: Caporetto ci pare si debba proprio studiare nei suoi dettagli, ma più organic amen te di quanto non sia stato fatto in questa pubblicazione, per non correre il rischio di esprimere giudizi generici e non dimostrati. Nei riguardi del Del Bianco dobbiamo tuttavia riconoscere una grande pacatezza di giudizio e forse un esagerato timore di pronunziarsi; fra le altre affermazioni ne ricordiamo una che per noi è fondamentale, che cioè (p. 13) Cadorna riteneva la minaccia avversaria volta a riprendere quanto il nemico aveva perduto in precedenti giornate e non a scopi di più vasta portata.
Concludendo possiamo essere grati al Del Bianco per il lavoro che egli ha compiuto inteso ad illustrare la vita eroica del tuo Friuli durante l'avversa sorte delle armi, lavoro che la bella veste tipografica e la buona documentazione fotografica rendono più accetto. La storia di Caporetto si avvantaggia così in uno dei suoi aspetti, ma, nel suo complesso, essa non compie quel passo innanzi che il titolo, l'ampiezza e la data della pubblicazione ci facevano sperare. ALBERTO MONTICONE
1) S, CILIB aizzi, Capotato nella leggenda e nella storia, Napoli, Ltbr, Internaz. Treves di Leo Lupi, 1947; L. CADORNA, Pagine, polemiche, Milano, Garzanti, 1951; P. PIERI, La leggenda, di Caporetto, in II ponte, VII (1951), pp. 1443 sgg., 1581 sgg., nov. e die. 1851; KHAFFT VON DEUMENAINCEN, Der Durehbruch am Isonzo, 2 voli., Oldenburg, Stalling, 1926-28.
2) Cfr. Ministero della Cucirà, Coni, del Corpo di S. M., Ufficio Storico, .Riassumi storici dei corpi e dai comandi nella guerra 1915-1918, Roma, Lìbr. dello Stato, 1924, voi. IV, p. 32.
3) Cfr. DBIXMEWSINOE.V, 00. cit., II, p, 62 tgg.
*) Vi erano unii compagnia mitragliatrici (6 armi) e due plotoni del 274 font., a guardia della rotabile sulla riva destra, sulla riva sinistra altre troppe; cfr. C. GELÓSO, La 65* divisione (15 IugUo-31 ottobre 1917), Roma, Tip. Regionale, 1934, p. 64.