Rassegna storica del Risorgimento

BERGAMO ; 1848
anno <1953>   pagina <476>
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-liberi" lauti)
11 baron* MAFUBSI* ufficiale austriaco oriundi bergamasco, aacefta* ~fin un aua lavoro pubblicato a Violina Migli avv*nìm<?rti del 1448 HeiyAMO a Brescia aU'osiatcna nella diti di tre partiti dlv*Ml distribuiti M vari quartieri di rasa, partiti i cui internai noe imo eomuaJ (IV]..
L'alta città abitata dai nubili, la patto orbatalo da una nobiltà più recente o da famiglie dalla borghesie* la parta meridionale dei borghi 4*1 popolo. Una claMc alta, insomma, d una media e batta; quante ultime fat èOtttaaza - a fame apparentemente favorevoli aU*ltupero, mentre fra la nobiltà non mancavano esaltati capricciosi signori (19).
n clero, nel cotnploiao bene orientato versò là causa dell'Italia, parteejp// attivamente al moto rivoluzionario, perchè t pugnava*! prr la libertà d'Italia non meno che per la libertà della religione (7): benedisse le bandiere *d esalto eoo ferventi parole l'alto significato det eimboli della patria; e a< non manca­rono, tpectó nello campagne preti tiepidi e refrattaria altri ao ne ebbero di spiccato patriottismo, come quello chr ai biglietti pasquali del Ifti
din tritatiti nella Chicca di S. Martino a Treviglio taceva cri vere: K* Noi trionferemo compiutamente nella guerra apertaci dal barbari nemici
V la Religione W l'Italia.
Il clero pia progredito ingomma a cominciare dal Vcacovo Cario Gotti Moriacchi (1830-1852), malgradito all'Austria era tato conquistato al liberalismo cattolico ed aveva buoni sentimenti italiani.
Potremmo in tre parole riaitsumerc il no atteggiamento: antirivolu­zionario, riformista monarchico*
IL VKMO: L'CÌSUKKKZIONE
3.~L*11 marzo 1847 il Delegato provinciale di Bergamo, Giovanni Boraci, informava l'autorità austriaca che era falso che la provincia di Bergamo ai trovaste sotto l'influsso di eminari rivoluzionari* emissari che ai diceva provenissero dalla vicina Svinerà, dalla quale da tempo erano pure venuti. ed avevano formato nella città una fiorente colonia, alcuni diftinti cittadini elvetici, che furono fervidi partecipanti anche con incarichi di re*ponsa-polita civica e militare agli avvenimenti di quell'anno.
Ma l'evento più notevole del 1847, la cui importanza ebbe risonanza xa tutto il Regno ed anche oltnj i confini e specialmente in Piemonte, fu la pre* tentazione * avvenuta il 9 dicembre' 1847 della famo*a mozione in Meno alla Congregazione Centrale di Lombardia ad opera del rapprceentame degli estimati non nobili della provincia di Bergamo, 0. Battuta Nazari, avvocato di Tre viglio. Chiedeva la mozione, dallo ZanardeUI definita il primo atto di opposizione all'Austria osato da quelle mute larve di rappresene tanze lombarde, una vera e propria eristenze politica per la Lombardia. analoga richiesta partiva tono anche dalla Congregazione Centrale del Veneto.
I consensi che suadto l'atto audace iicpnsero nelle maniere più ola* raoroec. Quattromila biglietti ricevette in un giorno a plauso del tuo atto il Nazari, a 4000 biglietti che contrappelavano 40.000 soldati avrebbe detto un alto personaggio quando ne ebbe notizia (10-o pag. 158, n. 121). Intanto