Rassegna storica del Risorgimento
BERGAMO ; 1848
anno
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1953
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pagina
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492
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49* Alfano Ag<u*l
30a Tiene iti inizitV la ritirata geni*rale, a dopo avar comprom*to quelle popolazioni avanti all'Austria.,. (25).
Pive nel sacco, e mogi, mogi: coca le frani dri memoriali del tempo. E.se mettevano il capo in qualche chiesa quello chiese che li avevano accolti col suono a tonno delle campino * vi udivano il commento della allocuzione di Pio IX del 29 aprile**. Qualcuno già ai toglieva le tardagli/* sacre, che aveva avuto propiziatrici alla partenza, e le gettava al vento (23),
Migliore fortuna non ebbe la colonna di Gian Maria Scotti* nobik bergamasco, temperamento fanatico ed irascibile, ma gran patriota. Giunto a Stonaco dopo gli altri egli, fingendo una missione speciale, tomo a Tiene e riaaB verso Madonna di Campiglio, raggiungendo Mali e Cica* Fu questo, prò* babilmcntc, il punto più avanzato toccato dai volontari ftT8nt. In verità Io Scotti si era propoeto inizialmente di raggiungere per quella via il Tonale. per rafforzare i nostri venuti da Loverc, da Sreno e da Edolo e fu Ione gola spirito di avventura quello che lo spinso sulla via di Bolzano fino a Gè, da dove iniziò un subito ripiegamento, per vie traverse* su Male. Qui egli si trovò a contatto col nemico. Con soli ISO uomini e con qualche forza sopravvenuta dal Tonale dovette affrontare uno scontro con le truppe dell'austriaco Melxer. a capo di 600 uomini con cavalleria.
;>.. sempre pioveva e nevicava. Con vestiti logori e stracciati, con furili a pietra* che non facevano fuoco nemmeno a gettarli fra le fiamme, fra dirupati monti e dirupate balze si pensò alla ritirata (25). E fu dolorosa a inversata, come scrive lo Spinelli. Si cercava di evitare altri incontri eoi nemici e le borgate, perchè le popolazioni si mostravano ostili.
Arrivarono a Edolo disfatti. Qui lo Scatti cadde e rimase a lungo ammalato; impossibilitato a proseguirò fu anche il tenente Setti. Raccolti quelli ancora in forze il prode tenente Consonni raggiunse con sparuta schiera la città.
Le troppe volontarie del Tìtolo, guidate nel ritorno* dal generale Allemanda, giunsero a Bergamo il 21 aprile, tre giorni dopo che un nuovo corpo di 400 uomini era partito per il Tonale.
Quella del Trentino fu una disgraziata spedizione, ohe si concluso net breve spazio di tempo di tre settimane (120 aprile), L'impresa non era stata convenientemente preparata; iniziatasi non era stata sostenuta né dal Governo di Milano, ni da Cario Alberto; sospettoso questo dcUc TottO volontarie e non a torto timoroso di sollevare l'ira non solo dell'Austria, ma dei popoli della Confederazione Germanica, sognanti la Grande Germania dal Baltico all'Adriatico.
Ma fu fórse errore grave il richiamarli invece di rafforzarli sulle posizioni raggiunto; una linea a monte era necessario tenerla e si arretrò sulla Stelvio-Garda: linea più lunga e di più difficile difesa. Tuttavia la permanenza nelle località raggiunte nell'aprile non era possibile, anche per ragioni stagionali con uomini male equipaggiati, male armati e non istruiti, qualora ci fosse ttato rapido ritorno offensivo del nemico.
I volontari costituenti le colonne non erano neppure tutti buoni dementi; v] erano i cattivi coi buoni ed alcuni dei capi erano piuttosto avventurieri avidi di gloria o di bottino, che soldati.
All'Allemanda però, rimasto sempre molto lontano dalle truppe, parve; e pare debba risalire buona parto della responsabilità del fallimento della impresa. Su lui ricaddero le immediate recriminazioni e giunto a Bergamo vi