Rassegna storica del Risorgimento
BERGAMO ; 1848
anno
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1953
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pagina
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503
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Il 1848 o Biffiamo 50
netterà fediva) s'accorgeva n dell* ttwtdfo di {nei sudici padroni, atsavaao un grido m unione di fretelUnse, lasciavano l'aratro o giuravano hi Puntide di non viver* **rvi. chiaceiav*vnt> come re-itili le nefande iialdt*ebc del barbaro,
8 osti che un eticità Italiano sta di fronte A! acrilico, cJbe il grido d*ITiat6ni penisele, e di volere emanciparsi, oggi che infinito sono le risorse di cui abbonda il aoeUo esercito: osila sua retroguardia ti Piemonte, guerriero e splendido d'ardore, accorrendo Un voce d'Italia; In Liguria* bella, enblinu Tentualaeno ricca di inesauribili mezzi, aitata ia BM; Rome e In Toscana che tanto angue di martiri hanno gii* epareo per la tanta cauta e che ripiene d'ardore non ci abbandoneranno per certo; or vnlt popoli beQfaeei del bergamasco, non risponderete alla chiomata deluditi, sarete meno dei pendi di Sfilano, di Beveria, che domani canteranno nano della vittoria e del riscatto?
Non abbandoniamo* per Dio, i guerrieri che combattono per la canea tanta e comune; non cada eoi nostro cepo la parola del morente calpcetato dall'austro. Sovvenitevi che ricaduti servi degli antichi tiranni non vi resteranno che lacrime* te j/urti vi la-cereano le vita.
Guardate, per Dio* ni vostri bambini, che aspettano da Voi l'csistenzu del liberi, alla Vostre donar, alle Vostre vergini. Oh Dio! non vi coprite del ma niello di piombo o del mantello d'infamia, razza bella* privilegiata dal Creatore?*
Ori vi dilige In paiola oggi, reduce da lontane contrade, è venuto coi suoi compagni per offrirvi In vita, per seppellirai con qneeti vaio tori otto In vomra terra, pria che abbandonarla agli artigli del tedesco.
Oh, epeto 1. pero che la min parola, benché debole, tua ascoltata; che L genero*! della città, dei borghi, delle vallate o dei monti ripeteranno l'eco della crociata italiana, dello sterminio straniero; ognuno, cercando attorno a se, incontrerà un'arma, un ferro per difendere la bella terra che lo ha nutrito e cresciuto.
Bergamo ara il Ponti da della gcnemtziouc- presente e Dio vi condurrà a Legnano*
X* bandiera della Legione Italiana di Montcvidco e di S. Antonio sventola polla pìaici* di Bergamo ed intorno ad eiea vi aspetta il vostro
Giuseppe Garibaldi (l4-ò)
Nel pomeriggio del 3 agosto giungeva a Bergamo anche il Magrini. Scrive con parola semplice od eloquente il senatore Carlo Guerrieri Gonzaga già milite della colonna Medici:
Fra tanti armati era venuto (* Bergamo) G. Mazzini; n lui era mosso Incontro Giacomo Medici con reverente affetto quasi di figliolo a padre esortandolo a ritirarti* egli debole e disadatto alle armi. Ma il Mazzini con la eoa piccola carabina inglese volle prendere ponto tra noi in prima fila.
Lo ri vide cosi con quelTarraa impugnata e trotta al fianco etani rigido ne* ranghi. SuDa gracile e comporta persona del Martini vestito del solito suo abita nero abbottonato, piccava quel volto pallido: diti tratti fini ma ben scolpiti, con occhi fervi diesimi e fronte alta, ombreggiata da caprili grigi.
Emilio YisoontsVcnoeta si mosse dai ranghi o nella canna delta carabina del Macello infisse una piccola bandiera tricolore...
In quella stessa giornata il Mazzini porlo alla cittadinanza nel popolare Bono di 5* Leonardo, in piazza della Legna, Riecheggiò i motivi della guerra di popolo, esclamando:
Ricacciamo il barbaro donde venne. Salviamo il Paese- proviamo l'onnipotenza di un popolo che ha giurato di e sacre Ubero, e non temiamo del resto*
J) TnJl notizie tono nafte manoscritte all'opuscolo Garibaldi e Magrini a Bergamo ' Locateli* Mfleef èVQa Civica Biblioteca,