Rassegna storica del Risorgimento
BERGAMO ; 1848
anno
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1953
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pagina
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509
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Il 1848 a Bergamo 509
Nella provincia. *{Vcefe ovile località montilo**, che offrivano quasi MHapro la possibilità, in CMO di stremo pericolo, di passar* U confine, la restaurazione austriaca trovò qualche resistenza.
Particolarmente vivace fa la cosidetta E guerriglia di Palazzago che tt dott. Federico Alberghetti,, già menzionato, tenne accesa dal 1S settembre al 18 novembre* impegnando a Inngo sempre crescenti forse austriache.
Egli era stalo inviato da Lugano con poco denaro nel bergamasco dolio ateaao Mazzini, che gli aveva detto: Ah* Bergamo è una posizione magnifici* per farne il centro di un'insurrezione! (1),
Raccolta una cinquantina d'uomini organizzò tosto tra Almcnno e Pon* tid* ai piedi del monte Albcnza, la uà lotta,
II quarticr militare era. un'osteria
Formati quattro drappelli di 12 uomini li dislocò nei punti strategici della regione: Prato Moronc* Baita, Banana, Spino, con. l'incarico di faro azioni di disturbo.
Ma mancavano i mezzi e le armi, che sollecitati dal Camosci e dal Cor* rcnti, capo del Comitato generale dell'emigrazione italiana a Torino non vennero.
Si ricorse allo stratagemma inconsueto di fabbricare cannoni di cuoio, che pur non facendo probabilmente gran danno, producevano un fracasso tale 4A disorientare il nemico
II Comando austriaco verso la metà dell'ottobre gli inviò contro tre compagnie di Tirolesi, che furono segnalate provenienti dalla zona di Valtcssc. Un certo scompiglio ai delineò tra i suoi uomini: credette bene di abbandonare la tona, portandosi a Col di Sogno e di qui nella valle Imagna, II curato di Bramano gli versò 50 napoleoni, altri ne ebbe da professionisti, nobili e sacerdoti della zona. Inoltre il drappello, ritornando a Palazzago, era ingrossato di 30 uomini.
Con t'appoggio della popolazione, che non lesinava aiuti, organizzò coi snoi guerriglieri, circa sessanta, un colpo contro il presidio di Caprino e di Pontida; era un vero atto di sfida al Reggimento Rrisingcr che, giunto àm pochi giorni* si era installato in un palazzo lungo In strada di Lecco, verso la Cava. I due colpi riuscirono, offuscato il secondo da qualche atto vandalico e da qualche ruberia a danno del convento del monastero.
Era il 1 di novembre e la guerriglia minacciava di prolungarsi molesta* mento per gli Austriaci. Una taglia di 8000 fiorini pesava sulla testa dell*Alberghetti. Il nemico tentò un nuovo attacco in forze appoggiato da un drappello di cavalleria. L'Alborghctti divise le forze (salite a poco più di 100 uomini) in tre gruppi, che occuparono i punii strategici: le ali il culmine della Placcar-Moscheni, la località di Longa-Kolokx, il burrone della Malanottc. E ancora una volta, con la fucileria e col fuoco della strana artiglieria, tennero testa al nemico e lo volsero in foga.
A questo punto erano le cose quando un tal maggiore Narducd, inviato del comitato mazziniano di Lugano, si incontrava con l'Alborghcttì per tentare con lui più larga sollevazione nelle vallate del Bergamasco, L*Alberghetti non ne sapeva nulla e non cedette il comando;
A metà novembre gli austriaci occuparono con 300 uomini Caprino, con 200 Pontida, con 400 Lecco. Palazzago era praticamente circondata. Voler affrontare con poche forze i nemici sarebbe stata panda. Fu perciò sparsa ad