Rassegna storica del Risorgimento
STICOTTI PIERO
anno
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1953
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pagina
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568
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la tale guisa lo scomparso studioso accompugita va rari facili * divulgative dissgrtasioni il MIO profanato amore per la glori* antica 0 nuova di Roma, che lo aveva visto trentanni or sono attivo partecipe allo sedute d<*lLt nostra Consulta, che lo aveva salutato ancora inebbrioto della bellezze del nostra telo del fulgore delle nostre memorie nel Coagrntso sociale del 1949, A Roma egli sentiva veramente la grandezza della patria. 11 eoo primo incontrò era aWennto negli anni dei suoi studi universitari* quando da Vienna a giunta nella Capitale, condottovi dall' insigne insegnante di archeologia .Eugenio Bormann. Allora immediatsunente avverti in sé tutto il ferrino dell'Urbe, che al mio sentimento patriottico della nativa latria di Donano parlava con l'eloquenza del Risorgimento, che ai suoi primi pMli di archeologo parlava con la grandezza dei Cesari.
La via era cosi ineluttabilmente tracciata. Ritornando a Vienna a -concludere gli studi, che prolungava anche col dottorato in filosofia (ciò che neOe università austriache comportava un anno in più) recavi* con sé radiosa la sublime ora romana. La risuscito al nostro culto dalla lettura delle antiche epigrafi, nel cui campo particolarmente emerse* Perdo la sua opera conclusiva di archeologo fu la raccolta commentata in testo latino delle iscrizioni del Lapidario romano di Trieste, edita due anni or sono dulia timone Accademica Nazionale, nella benemerita collezione delle Inseriptiones Italiae. La monumentale pubblicazione era stata preceduta da un susseguirsi per un quarantennio di illustrazioni epigrafiche triestine, istrione e caraichc sparse in quotate riviste. Le sue prime esperienze di scavo si svol* aero nel lontano 1892 nel Montenegro tra le risorgenti rovine della citta, di Coclea, che vennero dettagliatamente descritte* le continuò in terra di Dalmazia ad Asteria e a Nona, nell'istriana Nesazio alle porte di Pola, a Trieste tra l'Arco di Riccardo, fl Colle di S. Giusto e le contrade cittadine e subur-hanef che ad ogni affonaarsa del piccone riportano al sole le tracce inviolate della romanità. L* Archeografo Triestino, la rossettiana rassegna della Società di Minerva, che alla tenacia di lui soltanto deve la permanenza nella centenaria vita, gli Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e di Storia Patria, le Notizie degli Scavi dell'Accademia dei Lincei, le Memorie Storiche Forogiuliesi e altre importanti riviste ebbero a dotare il loro contenuto di sue documentate relazioni delle campagne archeologiche. Durante il settennio d'insegnamento tenuto dal 1898 nel Liceo ce Dante a (allora Ginnasio Comunale superiore), aperse ai giovani, tra le discipline filologiche e filosofiche,-allettanti orizzonti di arte, in anni dunque in cui casa tic* ancor ben lontana dal venir compresa nei programmi di studio. lo seppero anche le pagine degli annuari scolastici.
Chiamato alla vicedirczionc del Civico Museo di storiai ed arte nel 1905* ebbe la promozione a direttore dopo la redenzione. In queste funzioni gli arrise la fortuna di poter inaugurare la sezione museale del Risorgimento, dapprima nel 1922 nella Villa Basevi di via Besenghi, e quindi dodici anni dopo nella nuova tede della Casa del Combattente.
Ma non solo al mondo romano si rivolse la soa attenzione, sibbene anche a quello medievale. SÌ fece infatti banditore della opportunità di una TOC-. colta delle epigrafi post-romane* e ne mise la base con uno schedario, rimasto in eredità di studio. Il fine era di documentare ognor più le vicende italiche le costituzioni italiche della nostra Trieste. Cosi dall'antichità romana ai