Rassegna storica del Risorgimento
TOLOMEI ETTORE
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1953
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pagina
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571
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Amici *eompari
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che, raggiunta LL~--U U vetta che si Molle a m. 2914, vi poti pffede per primo conquistandola idealmente alla Patria: nel battezzarla Vetta d'Italia vi piantammo 11 tricolore (Boll. .CAI 1905). Stabilito fl punto, sulla base di un massa di granito focato incidere una grande I, Era il 16 luglio 1904. quando ancora l'Impero austro-ungarico era nella urna piena potenza e nulla, ne faceva presagite il crollo.
Dopo Fasocnsiono del Tolomei alcuni Tedeschi, piccati di More stati pce* cedati, ma, soprattutto, per il fatto di quel tricolore scandalosamente svento-lante in cospetto delle valli del azero Tyrol* ritentarono la salita o ribattezzarono la vetta con il nome di Glocltcnkaarkecskopf, o, più semplicemente, di Glockeakaarkop che fa segnato sulle carte austriache. Ma invano. Il nome del primo battenmo rimane e rimarrà, fin che Dio voglia. Vetta d'Italia! Quattordici anni dopo quel 16 luglio 1904. mentre i noetri soldati andavan risalendo, gioiosi, nei giorni infiammati dalla nostra vittoriosa avanzata del M8, tatto le valli nostre, con trepida impazienza un grappo di alpini, guidati da un baldo e memore ufficiale, il bresciano tenente Angelo Bordoni, oggi notissimo ingegnere architetto il 25 novembre raggiungeva la vetta fati dica e vi piantava definitivamente la bandiera nazionale in nome dell'Italia, del Re e della Vittoria.
ComtTàltÙìÙLUi nel 1906 che ri iniziò la grande e decisiva azione del Tolomei per l'italianità dell'Alto Adige, con la fondazione dell'* Archivio per l'Alto Adige, densa rivista di dotti studi su quella regione, sotto tutti gli aspetti, nessuno escluso: geologia, geografia, etnografia, toponomastica, linguistica, storia civile ed ecclesiastica, economia, agricoltura, arte, ecc. ecc. Si può sicuramente affermare che nessuna regione italiana ebbe la fortuna di uno stadio cosi sistematico e completo, rigorosamente scientifico, e per una lunga serie di ben quarantun anno, dal 1906 al 1947. un'opera poderosa, monumentale.
Attorno al Tolomei si raccolsero tosto non solo gli studiosi trentini quali Cesare e Carlo Battisti, Obcrzincr, Shdbele, Podrotti, Zippcl, ecc. ma, si può proprio dire, tutti i più dotti scrittori italiani in ogni campo di studio. Colla* boxarono all'archivio, che ebbe pure il plauso dal Carducci, Guido Mazzoni e Ferdinando Martini, Craziadio Ascoli e Carlo Salvioni, Pasquale ViOari ed Angelo De Gubernatis, Olinto Marinelli e Torquato Taramclli, Giotto Dainelli, Carlo Errerà e Filippo De Mogistxis, Pompeo Molmenti, Vittorio Gian, Paolo Orai, Tommaso Casini e molti altri. Lfc Archivio fu da tutti ammirato ed elogiato* Il venerando Paolo BoscHi, scriveva: e l/A. p. FA. A. è più che un libro; è la vittoria d'ogni giorno, incessante, in nome della natura, della storia del sangue.
Si diffuse cosi in tutta l'Italia, fra l'alta cultura e le classi dirigenti, preparando, nei nove anni che precedettero la guerra, la conoscenza e quindi il sentimento irredrntìita anche per quella regione italiana fino allora scono* lenita agli Italiani*
L' Archivio portava ralla copertina una cartina schematica, ma della ma rima evidenza; la linea di netta demarcazione, segnata dallo sparti-acque alpino, diceva anche agli indotti che tutto quanto era di qua, Trentino e Alto Adige, apparteneva all'Italia, separandolo da quanto era al di là, germanico, austriaco.