Rassegna storica del Risorgimento
TOLOMEI ETTORE
anno
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1953
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pagina
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576
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576 Libri * p*ti*dìn
anni addietro l'erudita curiosità di Diego Angeli qwUo dUViuigr*ion* poUtic**, chiamiamola eo4, del Bonaparte* Quo! suo libro pò turno, ormiti guani inirnvabil* (/ ffonaporte a Roma Milano, Mondadori, 1938), nasceva da attente sapienti letture di eronaehe, di diari, di epistolari del tempo, da una conoftcerua pleura di nomini a di enne e dalla documentazione preziosa offerta dalla magnifiche raoeolc* dai Muso* Napoleonico di Roma* Il nuovo volume affronta l'argomento Milla base di altre* pffc ri*trutte in un certo senso, ma non meno intiaawiiti fc Umoularrae, quelle delTamb* data 41 Francia pria U Saint Sìr, ravvivate anch'esse da una personale, guato** conoscenza di pruno piano, qneOa dell'ambiente dal quale tali teetimouianz* provengono. Sono infatti* i noi predecessori diretti che gliele offrono, predecessori che ai chiamano monsignor Cortola de Prcmuguy,a homrae debien et de morite, come dirà di Ini Chateaubriand od Mttaoiras u**owt*~Jwne, perchè arrivato alla fortuna non per mezzo delle regali protezioni dagli anni cuoi giovanili*ma par une meilleure vote: ta perafcntion! 3: conte poi duca di BUcos, che - è eempre Chateaubriand che paria aveva una tipica melodi* francai*** la più haute idée de brS-snèmc i; l'altro duce* il MontmorencyLavai, che la salottiera maldicenza della contessa Potocka ci descrive a buon gentiluomo e grondjòistocratico, dalle maniere nobili e distinte* ebbene la sa aria distratta desse fastidio a molta genica quando lo ti vedeva passare per le tale dcQ*arnbasdata col monocolo in mano come se andasse in avanscoperta* e salutare con la più grande meraviglia quelli che pure aveva invitato la sera primcu*>>
E c*c anche lui. Sua. Vanità Frac,oi*-René, nono figlio de hant et pni*aant Rene do Chateaubriand, chevalier* comte de Coinbonrg, alla cui ambasciata romana sono consacrati con trasparente ambizione quasi due interi libri dei Mrmeiraa del troppo amato amante di Paulinc de Beaumont (le avc**e, almeno* risparmiato quella specie di marca da bollo sull'amore morto rappresentata dal suo nome e cognome toDa la* pule di lei in San Luigi dei Francesi!). E c'è il LA Ferronays e il de Sainte-Aulaire ci} La Tour- Maubourg, per non citare che alcuni del tempo in cui la diplomazia di Lui* gi XVIII. di Carlo X, di Luigi Filippo sorveglio inquieta gli esuli Bonaparte. Che, più tardi, sotto Napoleone IH* la sorvegUanaa divenisse protezione fu logico mutamento.
La prima parte di questa piacevole rievocazione va dall'abdicazione di Fonlaine-bleau alla morte dell'Imperatore e mette in rilievo* soprattutto, .r.fttfgEr**,>ffl paterna* mente ospitale di Pio VII, tornato a reggere la virili* barnque Sfate i berftvmuti-* ave- va detto in Corna Pio VII al cardinal Fesch e a Madama Le vizia, che. per conto mio* faro di tutto affinchè questo soggiorno vi ziesca gradito. Durante tutte le epoche, Roma è stata la patria dei grandi esuli: sarà la vostra per due ragioni, e come Cardi-naie e come zio dell'Imperatore. Darò immediatamente ordini affinchè vi accolgano ovunque, inaicme con la signora sorella vostra A. A tale atteggiamento fa singolare contrasto l'atmosfera di spionaggio e di tracasstrie creata dai rappresentanti francesi* e particolarmente del Blaca*. Divezza* invece* la condotta dello Chateaubriand, che non ha voluto privare la posterità del racconto dei suoi più generosi rapporti con II cardinal Fesch e con l'ex re Gerolamo, sicuramente peralaver la Bcstauration d'una'de ces calocnnie* qu'on lui jette sana cesse à la te te, ma, c'è da commetterlo, più ancora per far vedere, che M. de Blacaa, che aveva ordinato di buttar giù dalle scale 11 cardinale se si fosse presentato all'ambasciata, non era stato sempre si grand .eigncurs-.Mcutrc lui,* pour o.tre antan t qu'if ptui ce qu *il doti étre dans le prfscnt, se rappeuc sana cesse san passe, il o agi d'une nutre aorte avec M. lvarchevequea.
Al periodo intercorso dalla morto di Napoleone (invano* invano i ano! vecchi grognoraa s'erano illusi a cantar sottovoce per anni: * Le petit Tondu rcvicndrala) alla rivoluzione di luglio è consacrata la seconda parte* nella quale 5 sospetti sui rapporti tra i Bonaparte e i liberali italiani (ved. rallanne del Blacas, del 9 aprile 1822, p. 3) e le ansia della corte di Napoli animano alcune fra lo pagine più interessanti* accanto ad altre nelle quali campeggiano i guai finanziari della turbinosa famiglia e le vicende della galleria dì quadri del cardinal Fesch (dalla quale venne fuori il San Gerolamo dì Leonardo, della Vaticana), ostinato a non rinunciare alla Sila sede di Lione