Rassegna storica del Risorgimento

TOLOMEI ETTORE
anno <1953>   pagina <580>
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80 likri p*H*did
vidi* wd ogni coito faro* tati gnnd'uema; postalo lVriliuì**n><y dal acsrdota ni capi-turno, !.Ì vecchia Europe MI negiovò alla U volt,volle fauneno tri*U/ ad ogni e*wiv, dtmroiicttttdff che la bontà e molto volte pia orata dolio densa. Egli delu** naturai* mente lo dna contrarie peranae. non è quindi amato da alcuno come pria/io*, ma non è odiato nemmeno; perchè l'uomo dal principe non al poÒ apparato, per lui 1**0 V*ha > che compagnone od indifferenza, od entrambe benevole come l'animo sue*. Giudizio veramente notevole ni Papa deU*ainnitia o dell'allocuzione dal 29 oprilo por non cornano capacità di comprendone o per uUirieni* di tacco dalla ailurinaate compie ariti dello pass-eoi allo quali quel nomo *evl di motivo o di gfrritìffinucà Ed e giudizio di un contemporaneo e di un giovane* non di un pacato rievoeatore a tavolino di uomini di cono di entimemi del passato Quando Giovanni Battici* Ca­stellani invia a Daniel* Manin questa interpretazione di Pio XXÈA*emblea cotti-tuentc romana è radunata per discutere sulla forma di Governo da dare al paese abban-donato da meri dal proprio sovrano* All'indomani mattina Roma cara Repubblica; tra nn cncae accoglierà Magrini,
I contemporanei, generalmente* nono giudici inituujcicnti o sospetti dei propri tempi, ma, qualche volta, quando appiano liberarli dalle scorie della pascione* rie­scono a esprimere parole inaoapettatainento più acreno di quelle che faticosamente cercano di dire gli nomini di poi* E qncato del Castellani non è 0 aolo caso*
À Giuseppe Verdi Fides di far musica di circostanza deciaamenta non piaceva. Non ono mai tato capace di fare noto né per l'uno, ne per l'altro, alano bianchi*, roei o neri, aveva scritto a Opprandino Arrivabcae ncll*4, vantando! d'averla sfuggita bella una volta, quando* cioè* nel *48 era stato* in pericolo a di dover com-porre un. inno per Pio XX* Me ne valva! per miracolo, aggiungeva all'amico* non casa qualche tardiva oddisfaziono* Ma anche e contrario a mettere in note i'entu-iaamo altrui per Pio IX e convinto o reciho aaacrtore di libero pcnticro e di consolato pevaimiamo* Cantore del Nabucco e del Lombardi disprezxava la troppo facile vanteria, di chi negava d'ave* inai anbito il fascino di quel nome- Appena; cinque giorni dopo la comparsa del Pontefice* compendiava in una lotterà alla conte*sa Muffisi un giudizio d'una erenità e d'una penetrazione non comuni in quell'atmosfera di definizioni arroventate, a Ma adesso tutti muoiono! Tutti! Ora il Papal Povero Papa* Certamente io non ono per il Papa del Sìllabo* ma ono per 0 Papa dell'amnistia e del Bmcdìic Gran Dio.. V Italia.., Senza di qncato chi a coaa Murassimo ora noi! L'hanno accusato dvVer indietreggiato, d'aver mancato di coraggio, e di non aver aaputo imbrandire la apoda di Giulio II. Per fortuna! Ammettendo anche nel '48 egli avesse potuto scac­ciare gli Anatriaei d'Italia* COMI avreasimo ora? Un governo di predi La anarchia e lo smembramento!*.* Meglio ciws:.Tutt* quello che ha fatto di bene e di male e? riuscito a4 utile del paese; ed in fondo era una buona natura* e buon Italiano: meglio di tanti altri clic non gridano che Patria, Patria, e*- Abbia dunque pace questo povero Panala*
In questo misurato-e tuttavia commosso giudizio del melodico miscredente tra* curato in genere da quanti si sono negli ultimi anni occupati di Pio IX* ci par di co* gliere ancora un'eco immalinconita dei primi entusiasmi per il Pontefice sorridente e benedicenteLa tessa eco ehc,for*c,*ciiXivii ancora aleggiare attorno a e FrancescoDo S aneti*, quando, rievocando ucLo Cìocùvzro l'inconscia antica proferii* dello Zio Peppe, affermava die Pio IX* nel 1846, aveva iniziato in Europa a rivoìuzioae e libertà .
Perche quel nome aveva avuto indubbiamente nn suo significato in un momento particolare dell'Ottocento europeo e italiano* volta a volta risonando oomo un grido di (tàa e una promessa d'avvenire un giuramento di libertà e una diana di battaglia> E-anche quando, crollate le illusioni e infranti i sogni, quel nome fn irriso a bestem­miato, nell'irrisione e nella bestemmia tremavano 0 dolore d'una perattza perduta il tormento d'un miraggio svanito il crollo d'un grande mito.
L'anonimo prigioniero croato che* nell'aprile del 1848, quasi dimentico delle sue ferite grida a Massimo d'Azeglio sol campo d'una delle prime effimere vittorie di quella campagna: a Anca mi, fifa Bla Non*!* ci sembra dare valido conferma del valore di