Rassegna storica del Risorgimento

TOLOMEI ETTORE
anno <1953>   pagina <585>
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Gelante, ute* dk4 vani esatti del Clan*! Fr<f*r*h, romfu* t***i>o po*tia>) qualche illu* tt*w franco** suggerivano nn accenno itti ima soluzione federale; * calia la Presidente *M Romano Pontefice, ma U ftotaoKa delle lettera, pur avvolta In dover*** cantate * acoecaexi riguardi per l'aurato destinatario è data dalla convinzione che la istitu­zioni futures a leiupo a luogu potrebbero Mara oggetto di diteunione*. K l'accetta ad un* unione ed organizzazione fra i Covane .a la persone onesta ante purtroppo ri votava format* nel campo doi notiri tuonici* ha un significato eh* natt può ***ere otto* valutato, cosuup anche il ricoucuneato che a il fùinoromenio di uno staio di ce** oaal a econù a ina at 1859 lo stimi* impombtto o non lo passo mwicn* dettoVror* . Parche aveva scritto prima, a la spsriro nazionale bon rugatala vi domo essere ùi- una noxMM, m lealtà iteti u /ice /arac ateosinn-o per svilupparlo in questo omoo* par cui degenerò invece in ano spirito rrVc4ozionario che* utilizzato da un governo piana di mala rada, pone' alla catastrofe attuata (Pittar, II, 213)
Dobbiamo uhito dira clic, fa quel pittoresco portemi do roto spodestali di fresco 6 am qualche pastificato tìnto par il domani, che padrn Ptrri d prcscn ta. Fra ncesco V di Modena non e il solo a patiate un linguaggio di intelligente, sa anche, per alcuni, troppo tardiva comprensione. Quattro parai prima. Vox Granduca di Toscana Ferdinando IV. a pure indulgendo più dal ducala collega d'esilio al tono tecriminatoria e aOa pennel­lata catastrofica, nell'anticipar? riavito a Pio IX di a porti alla tetta dall'Italia rigene­rata opra le basi dell giustizia e del progiesso quale capo dell'auspicata Confede­razione italiana, accennava empiicitamente alla necessità di conciliare le eugenie del pattato con quelle dell'avvenire. In glorie vecchie e le nuove* la storia fatta e quella da fan*iv i diritti dei Principi e quelli dei Popoli, i bisogni a gl'interessi dei singoli Stati eoi btvogni e cogli interessi della Patria comune (ivi, 241). Nella, sua tomba, forse* Vincenzo. Gioberti ai agitava udendo, dicci anni dopo la sua morte, parole che, un tempo, avrebbero potuto essere sue? a chinerebbero la fronte frementi, ma vinti coloro che tentano ora disgiungere in un'antitesi assurda le due idee sorelle di catto* licssmo e 4i liberta patriottica, e che malignamente insinuano inconciliabili colla natura del Pontificato Sovrano le riforme sociali e le aspirazioni dell'età moderna, dimentichi che tante volte partirono dal Vaticano sante parole <U libertà, nazionale a, E Montanelli, cikfcxa morto quattro mesi prima, avrebbe potuto riconoscere il suo vecchio ideale del *W, del connubio tra l'idea cattolica, con la liberale, nel quale allora consisteva**il segreto delia nostra rigcfternziottc sodale*
Per merito di padre Pisci qualche vecchio cliché vien tolto definitivamente dalla circolazione: Ferdinando IV di Toscana e Francesco V di AustriaEatc appaiono, indubbiamente, in miglior luce e, giustamente, reclamano maggior coutpxea*Ì0ne dagli studiosi. Ha gli altri? Si guardi il modo come da Wartcgg, il M ottobre di quel­l'anno, Luisa Maria di Borbone.. duchessa reggente di Panna, s'associa alla proposta. Poche righe amare e raaeorosc! Jo no pai* ino refusar à mojoindro à tux (Ferdinando Francesco) Je woux proteoter cantre le gpoUation do ThéfUogo do Priacm tégiiime* uotwms,, (ivi* 245). Invano gli altri due ex Sovrani avevano provato a intonare, sia poro in ordina, il loro ss Eppur si muove! ; per Luisa Maria, Galilei wcva*!tortauE torto aveva anche per Francesco II, che, in Albano, sognava malinconici sogni di re* ttanrazionc napoletana. La sua adesione, infatti, verrà solo un anno dopo, il 12 novem­bre 1863, e scasa alena segno di accettazione della parte sostanziale del programma di Ferdinando IV a di Francesco V (pp. Ì49-2S0)V
I quali, lo ripetiamo, appaiono, come i soli capaci di rendersi conto che i tempi tono tostati e non soltanto per opera e per colpa di pochi fanatici, o di una banda di paesi o di delinquenti* Nclll'importantissimo carteggio pubblicato dal Pirri abbond ano là prove che. all'infuori di Napoleone III. ben pochi capivano la fatalità o la grandezza dello svolgimento politico-morale che si stava attuando in Italia- Non certo Pio IX. drammatico e spesso commovente protagonista di questo, che a tra i più significativi epistolari dell'età del Risorgimento. Non dirà - ammetteva con Napoleone III il 29 luglio 1857 che alcuni bisogni non esistano, ma questi non si soddisfano colle