Rassegna storica del Risorgimento

TOLOMEI ETTORE
anno <1953>   pagina <593>
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Libri pvrioàid 93
ViSvaM che I possa è quella di uu'aoslUi puntuale, per quanto poMÌb(]tt gonfiata dal fardello dei dogmi o delie verità d'Unitive.
A quatti ltt*c et capiste il Maurun*r,*acrat4 nel *4tl (addirittura In predicato per un portafoglio ministeriale in urna Lvtituctuiu Kppubblica di San Giusto), collaboratore delle Omenti* iYiisuwutfc, dei CastittuionaiV, della Ubcraltaslma Caesstte di TriraU e, nel *!?, fondator* e redattore responsabile di quel AfettaggtVr* 4M'Adria già ricordato* Ma, iognj e**o, m'M * m dicale* un rivoluzionario; U mo liberalismo è* piuttosto, inette di chi, nel mano 1849, scriveva eolla Cantila di Triee: Noi coitosriatao a Trieste molti Tedeschi UtarmlissimJ, coro* molti Italiani e Triestini ultra retrogradi. La neodonalith n io non c'entra per niente.
U trasferimento a Vienna* nel *50. e decisivo per l'uomo, che nella capitale an-striaca dirigerà- fino al 1857 un giornale di ingoiare importante, il solo eeritto in ita­liano fuori dell'Italia austriaca, troppo poco noto agli, etndioel (se non, forse, per la polemica con Felioe Ondai* che ebbe ad accasare, -a torto* nel '56. il Mauroocr di dela­zione), n Camera ifafóuio* Del quale, nel luglio '56, Q Mauroocr precisava gii intenti quando asseriva die il giornale < con suo grande onore continua ad essere in txggin ai due partiti estremi. Per l'uno di questi il anatro pianiate è rivoluzionario, per l'altro è cearionario, fautore di ogni tirannide e cattivo governo Ciò i naturai** asc/Ure le ine tmdmnst non eeno ite rivoluxionari* ni reazionarie. Voleva, cioè* malgrado il finanzia* mento governativo, essere un giornale liberale, di ragionata opposizione, inteso a risol­vere nella eonaideraaione politica fondata su di una equilibrata e sensata ragione* vulexxa i moti vi etesai {pruai* motivi eeoondo lai !) del conflitto tra ritalia nascente a gnuon* e lo Stato asburgico nlurinasionale* (p- 23). Antere prima e dopo di vari opuscoli politici, tornato a Trieste nel '60, il Maurouer (un etti figliolo, Leopoldo, aera con Garibaldi nel *66 e nel "70-7.1 e; più tardi, deputato irredentista al Parlamento di Vienna) darà vita ad una Cassetta del Popolo* che vivrà stentatamente fino al 1863 collaborerà alla satìrica autitaliana Sfirsa polemizzerà con gli elementi liberali e nato­mi li in nuovi opiv C'?li ** v*drù fallire RU ultimi IOX progetti giornalistici di una Caspita di Trutta e di una /tirino Triestino* Gli h ebe, a parte la perdita della fiducia del Go­verno dopo il fallimento della Gazzetta, come dice il CervanÌ,st non c'era più giornale austriacante a Trieste ebe riusciste ad essere attivo (p. 27).
Di quest'uomo, tanto variamente* ma. soprattutto, aspramente giudicato dagli radiosi, il Cervaai riesce n dare, attraverso un*efficaee ricostruitone del suo pensiero* un indovinato profilo, ebe ci permette di ricondurlo a certo ambiente borgh**c tri e* tino di cento anni fa . del quale egli fu caratteristico esemplare. Figlio d'una cultura ilbuninùtica e borghese,]? sinceramente avverso al dispotismo e alla genia dei retr-l gradii per i quali sono demagoghi* scriveri nèl;!56A tutti coloro the non abiurano al buon senso per fare le fiche alla civiltà progrediente ed invincibile del secolo in cui viviamo** Dai retrogradi distinguerà i conservatori, gli nomini come lui attratti dalla posiziona di metro, I veri conservatori ebe conoscono i tempi in cui viviamo, come diceva nel 1862, e non sono da confonderai coli glia: esemplari pietrificati di un'e* poca tramontata*. Voltrianamente polemico contro il privilegio, il pensiero del Mauroner è tutto volto a esaltare la natura come ragione noturate, Uberto originaria diritto naturata progresso naturale È l'uomo che scrive nel *62:' il progresso nel mondo fisico come nel mondo morale è indomabile. A un frasario tipico, come nota il Cervmni, della borghesia razionalita. complicato da un orecchiato positivismo, Rag­giunge* col passare del tempo* qualche motivo vagamente romantico, con certa venature di metafisica a buon pretao . La sua fedo assoluta nella ragiona sembra temperarsi, nell'opuscolo Dar* e strare, che 4 del *67, *,irt una più realistica visione storica* Quanto al suo liberalismo, basti qui accennare alla conclusione del Cervani: egli non armonfcccava, non poteva, per alcune sfumature delle sue idee* armonixrtare col gruppi liberali trientini di più radicale osservanza* mentre gli restava ugualmente precluso l'ovile quieto dei tiepidi* dei pruntiasimi, da lui non eerto rispettosamente presi di mira (p. S6). Della parola liberto* nota il nostro autore, a mano a mano ebe