Rassegna storica del Risorgimento

MEINECKE FRIEDRICH
anno <1954>   pagina <4>
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Giuseppe Talamo
Vediamo ora come Meinecke, discepolo di Ranke, si pose U jtfoblema. Allo Btorico moderno Egli scrisse - - ripugna forse per natura 1 accetta-rione di un coerente punto di vista filosofico. Si può per questo accusarlo di eclettismo, ma il suo compito e appunto di riflettere la ricchezza e perfino il contrasto dei motivi che s'impongono a lui nella considerazione pensante delle cose umane.1J Ciò che è necessario notare non è tanto il fatto che, a quanto ci sembra, lo storico rifletterà i contrasti ideologici della sua epoca non assumendo una posizione neutrale nei loro riguardi, bensì riplasmandoli in una sua nuova concezione, ma soprattutto che alla radice di questo atteg­giamento c'è un motivo di profonda onestà che può essere così sintetiz­zato: lo storico, se vuole essere tale, cioè obiettivo , non può essere filo­sofo , cioè con una propria soggettiva visione del mondo, altrimenti sarebbe portato, anche suo malgrado, a deformare la realtà secondo i suoi schemi ideologici.
Ora, distinguere la storia, che si dovrebbe occupare evidentemente di problemi terreni, di come si vive e si lotta su questa terra, dalla filo­sofia, alla quale andrebbe lasciata la ricerca dei varice perchè, vuol dire non poter risolvere il problema tra individuale e universale, che, infatti, si manife­sta in Meinecke come insanabile dissidio tra l'esigenza individualistica, che gli faceva accettare lo storicismo, e l'esigenza universalistica, che gli imponeva di porre un freno al relativismo, sorto come conseguenza dell'individualismo e dello storicismo, col tendere all'Assoluto. Tale dissidio del resto è ben visi­bile, in Cosmopolitismo e Stato nazionale, come urto tra l'umversalismo settecentesco (in termini politici il cosmopolitismo) e l'individualismo ro­mantico (il principio di nazione), e ne L'idea della ragion di stato nella sto­na moderna, come cozzo tra kratos ed ethos, cioè sempre individuale e uni­versale, ma in termini speculativi. Da ciò il carattere particolare dello sto­ricismo meineckiano, che, negati Kant e gli idealisti postkantiani, risale a Leibniz, attraverso Herder e gli altri irrazionalisti, e a Goethe. Infatti lo storico tedesco definì l'individualismo esuolo materno dello storicismo2) e distinse nettamente storicismo individualistico, cioè l'applicazione alla vita storica dei principi di Leibniz e di Goethe, una considerazione individualiz­zante che si sostituisce ad una generalizzante,3) e storicismo hegeliano, col­pevole, a suo avviso, di aver sacrificato l'idea di individualità all'idea di iden­tità. Meinecke, infatti, come del resto Troeltsch, pensò sempre come prinr cipio di individualità alla monade leibniziana, affermandone, però, la pla­sticità e la continua reciproca relazione con l'universale.
La prima conseguenza di tale concezione sarà che questo storicismo potrà giungere al senso storico, non mai al significato della storia; vale a dire che potrà solo conoscere i singoli aspetti storici, essendo il significato della storia nel suo insieme un mistero metafisico. *) Affermazione che fa pensare a Herder, il quale sosteneva doversi ogni epoca giudicare per se
?J F. M., Videa, cft Firenze, Vallecchi. 1942-44, p. 282.
2) F. M., Senso storico e significalo delta storia, Napoli, E.S. 1 1948. p. 93. 1 C Amom, Dallo storicismo alla sociologia, Firenze, Sansoni, 1939, p. 114, Un'acuti e penetrante Interpretazione di Meinecke dovuta n FHDtonico CUABOD, in Nuova Rieì-sia Storica, AI, 1927, pp. 592-603.
'' 1'". M.t Sfuso storico, citi, p. 1.