Rassegna storica del Risorgimento
MEINECKE FRIEDRICH
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1954
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Lo storicismo di Friederich Meinecke
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stessa, ed a Humboldt per il quale dell'accaduto si potevano solo conoscere le singole circostanze staccate le une dalle altre, senza poter mai percepire l'interna connessione causale.
L'altra conseguenza sarà che Meinecke cercherà di dare una validità universale al risultato della ricerca, anzi al ricercare medesimo, visto che lo storicismo, proprio per voler comprendere tutto, finirebbe per relativizzare tutto. Avremmo trovato un modo per interpretare la storia, ma insieme avremmo perduto la fiducia nella vita e nel nostro stesso cercare. Onde la necessità, per 3VL, di trovare, nell'eterno flusso eracliteo che sembra travolgere tutto, un elemento stabile cui potersi afferrare. Già Ranke, di fronte allo stesso problema, non era caduto nel relativismo, a detta del suo discepolo, perchè il libero moto delle forze storiche individuali... riconosciuto nei suoi pieni diritti... non si dissolveva neH'onarcftta dei valori, perchè in esso si insinuava un valore assoluto che dominava e sosteneva tutto. *) E, per non lasciare adito a dubbi, M. concluderà: I valori religiosi sostenevano la storiografia di Ranke; 2) precisando, cioè, che era una soluzione trascendente, quella di un dio personale, a dare stabilità alla concezione scientifica del suo maestro.
Meinecke, nel porsi il problema, si prospettò tre soluzioni: la prima, che poneva l'ideale nel passato, con caratteri evidentemente romantici, la seconda, che spostava l'ideale nel futuro, definita ottimismo prognostico (ambedue non risolventi nulla perchè orizzontali, cioè comprese nello stesso divenire storico), e la terza, da lui accettata,verticale:costruireun saldo ponte al di sopra della corrente... e scorgere nel mutevole il saldo e il certo... . 3)
La soluzione trascendente e verticale era già stata accettata dal Burckhardt, che cercava il punto archimedico per poter contemplare con serenità le vicende umane, e da Schiller, che aveva cercato un rifugio dal moto della vita storica nella natura pia e sacra. Ma se la corrente rappresenta la vita nel suo divenire storico, una volta fuori dei contrasti della vita stessa, sentiremmo noi ancora il bisogno di conoscere ?
A noi sembra che alla base di tutto ci sia il dualismo tra materia e spirito, che lo storico tedesco non può superare e che si riflette nelle opposizioni storia-filosofia, storia dei fatti-storia delle idee, kratos-ethos e altre consimili.
In realtà, Meinecke a proposito del rapporto tra fatti ed idee, dice che l'uomo trasforma l'esperienza in idee e si libera così dalla esperienza. L'affermazione potrebbe a tutta prima far pensare a Croce ed alla storiografia come liberazione dalla storia. *) Mentre, però, nel filosofo italiano si trattava della distinzione tra res gestae e hisioria rerum gestarum, tra attività teoretica (hÌ8toria) e attività pratica (res gestae), nel pensatore tedesco l'opposizione era irriducibile e non mediabile appunto perchè non presupponeva una unità originaria. E che si trattasse di due concetti fondamentalmente diversi era del resto evidente solo che si pensasse alla diversità strutturale dei due
1). F. M., L'fcta, ri'*, p. 249.
2) F. M., L'ubo, cfc* P- 263.
*) F. 4L, Senso storico* ett. pp. 13-M.
) Cosi U Croce: Scriverò Bloric notò una volta il Goethe , è un modo di togliersi di sulle spallo il passoto. Il pensiero stesso lo abbassa a sua materia, lo trasfigura in suo oggetto, e la storiografìa ci libera dalla storia, in La storia come pensiero, eiu, p. 30.