Rassegna storica del Risorgimento
MEINECKE FRIEDRICH
anno
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1954
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pagina
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7
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Lo storicismo di Friederich Meinecke 7
Dopo lacrima guerra mondiale, Egli scriase Videa della ragion di stato nella storia moderna per rispondete alle accuse lanciate dagli Alleati contro la Germania per la sua volontà di potenza e Ia machlpolitik . Dopo la seconda guerra mondiale, sentì ancora il bisogno, pur essendo ultraottantenne, di partecipare al vivo dei problemi, di non contentarsi di una posizione pseudo-intellettuale au dessus de la melée, ma di esaminare con serenità e spregiudicatezza le cause prossime e remote del crollo del proprio paese. E nacque così La catastrofe della Germania, una delle più acute e realistiche indagini sull'attuale problema tedesco.
L'analisi parte dal secolo XIX, agitato, per M., da due correnti in lotta: quella nazionale e quella socialista, espressioni rispettivamente della borghesia e del Quarto Stato. L'urto si risolse a vantaggio della corrente nazionale, ma poi il sentimento nazionale degenerò nel nazionalismo egoista e ignaro di ogni valore umano e culturale, nel militarismo, nel pangerinanesimo, onde del voelkish fu colto solo il concetto razzìsticonazionale e fu negato l'aspetto pacifico e culturale. A questo proposito Meinecke è molto esplicito: I latifondisti della Posnania e della Prussia occidentale, i magnati della grande industria, gli aristocratici burocrati dei ministeri e delle amministra zioni provinciali: ecco gli esponenti concreti di questo sistema fondato sul concetto di potenza in politica interna, la cui integrazione in politica estera fu il pangermanesimo (p. 42). Vi fu un momento in cui sembrò che la frattura borghesia-classe operaia fosse superata: fu quando la Lega nazionale per la patria e la libertà dell'autunno 1917, il sistema di Weimar e il volksbund poi, diedero l'impressione di essere riusciti a creare un blocco di forze omogenee nei fini, anche se di diversa origine. Ma tutto fu reso vano dalla creazione da parte della borghesia del Vaterlandspartei, dietro il quale si celavano gli interessi dei grossi industriali e dei proprietari terrieri. Dallo stato d'animo creato dal mito del colpo di pugnale all'esercito che combatteva, dal malcontento per la disoccupazione e per la miseria, dalla collusione tra Reichswehr e nazisti, dalla esagerazione del pericolo comunista , nacque l'hitlerismo, la coi fortuna fu sanzionata dalla caduta di Bruening, abbandonato dai militaristi, dai latifondisti e dagli industriali, e dall'atto di debolezza di Hindenburg, che il 30 gennaio 1933 affidò il potere a Hitler, il quale, nelle ultime elezioni presidenziali (10 aprile 1932), aveva ottenuto solo il 36,8 per cento dei voti.
Un capitolo, poi, il decimo, fu. interamente dedicato da Meinecke a un problema particolarmente scottante, Hitlerismo e bolscevismo , nel quale ci piace mettere in risalto la onestà della ricerca e la cautela di giudizio da parte di un nomo, che certo non aveva simpatie filocomuniste (basta pensare alla sua auspicata unione dell'Europa cristiana e occidentale). I dati eie impressioni che ci sono state comunicate dai nostri reduci di guerra o dai prigionieri di guerra russi, sono contraddittorie scrisse M. Ma un giudizio se ne può trarre con alquanta certezza: e cioè che non è possibile che solamente il terrore abbia forgiato l'enorme potenza difensiva e offensiva delle masse [russe] nella guerra contro di noi (p. 122). E inoltro Non ci si può sottrarre all'impressione che il popolo russo ci abbia opposto resistenza con molto maggiore interna coesione e coscienza nazionale che ai tempi degli zar. È vero che quel tenue ceto medio, che allora esisteva, è stato annientato, ma il livello intellettuale delle masse ò più alto (p. 122).