Rassegna storica del Risorgimento
LINCOLN ABRAHAM ; MAZZINI GIUSEPPE ; MELLONI MACEDONIO
anno
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1954
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pagina
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20
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20
Alberto M. Ghisalberii
riceve regolarmente la Rassegna: se nessuno dei suoi funzionari, in tutt'altre e più gravi faccende affacendati, la legge, noi non c'entriamo.
A noi, come studiosi italiani, o... persone che tali ai ritengono, quello che interessa è richiamare l'attenzione dei nostri lettori sul fatto chela prima presa di posizione da parte di uomini responsabili dell'antica Società nazionale per la Storia del Risorgimento e della Rassegna, come quelle successive, è avvenuta non per motivi politici, ma per ragioni di onesta scientifica'. Che queste, poi, finissero per coincidere con quelle, ma sempre per rivendicare un principio di serietà e di rettitudine, non fu colpa, ma, se mai, merito di quel piccolo gruppo di galantuomini, che, con il massimo rispetto per il compianto maresciallo Giardino, del quale era stata sorpresa la buona fede, ritenne suo dovere impedire che di quella maldestra contraffazione si continuasse a far complice la nostra rivista.
Non dimentichiamoci che fu proprio nel XX Congresso di Roma del maggio 1932 che si presero le intese per tentare un energico rinnovamento d'indirizzo nella direzione della Società e della Rassegna. Oggi tutti parlano spesso e volentieri della necessità di rivedere la storia del Risorgimento, i suoi metodi, i suoi compiti ecc., santissime intenzioni, ma che altro si voleva, allora, dagli organizzatori di quel Congresso? La circolare d'invito ai soci e agli studiosi italiani (la quale, anche se porta le firme del maresciallo Giardino e del defunto marchese Misciattelli, presidente della Società, l'uno, del Comitato romano, l'altro, fu opera di un triumvirato, del quale facevano parte il compianto amico Carlo Morandi e Walter Maturi) concludeva indicando temi e vie piuttosto desiderati che seguiti, allora,
Lasciando che i temi particolari e i minori contributi trovino più opportuna sede nelle riunioni e nelle pubblicazioni locali, le memorie e le comunicazioni dovranno riguardare: A) Questioni storiografiche sul Risorgimento (senza pretesa di vincolare l'iniziativa degli studiosi e a puro titolo di esempio si indicano alcuni problemi: valore delle fonti diplomatiche per lo studio della politica interna dei vari Stati; metodo per lo studio sistematico della pubblicistica italiana ed estera sul Risorgimento; uso e valore degli storici sincroni; interpretazioni del Risorgimento date dalle varie scuole storiche, ate.) B) Fasi, problemi e personaggi del Risorgimento (sempre in via di esemplificazione: valutazione di singoli periodi riforme, regime napoleonico, restaurazione, ecc. e aspetti economico, religioso, ecc. ; interpretazione delle principali figure; come si debba porre il problema della genesi di una coscienza polìtica nazionale italiana, ecc.); C) 72 Risorgimento italiano e l'Europa (per esempio: in che senso debba inquadrarsi nella storia d'Europa il Risorgimento; il Risorgimento e la Rivoluzione francese; il Risorgimento come questione diplomatica europea; come moto nazionale europeo; come movimento liberale europeo, ecc.) . *)
A rileggerlo oggi, quel programma, malgrado i ventidue anni che lo allontanano da noi, non appare poi tanto invecchiato. E bisogna dire che la Rassegna fece del suo meglio, nei limiti che i tempi e gli uomini cónsen-
l> li febbraio 1932, vod. SOCIETÀ NAZIONALE PBB LA STORIA DEL RISORGIMENTO ITA-MANO, XX Congresso social*, Roma 29, 30, 31 maggio 1932 Roma, Proja, 1933, pp. 4-iS. Gran parte ebbe nel tentativo di rinnovamento Gioacchino Volpe, contro il quale si scagliarono i maggiori e più pesanti strali del male informato e mole ispirato presidente della Società nella Burrascosa sedata del 27 febbraio 1933 del nuovo Consiglio; direttivo. Ved. un pallidissimo accenno in Rassegna a. XX (1933), pp. 216-217; ivi anche, pp. 208-209,215, per l'atteggiamento del maresciallo Giardino nella procedente seduta del 12 dicembre 1932.