Rassegna storica del Risorgimento

LINCOLN ABRAHAM ; MAZZINI GIUSEPPE ; MELLONI MACEDONIO
anno <1954>   pagina <26>
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Alberto M. Ghisalberti
I duo simpatici storici americani, dei quali fu molto rimpianta, or è poco, la perdita, ignoravano certamente che Lincoln, prima della famosa campagna elettorale per il Senato, nella quale rivelò un'improvvisa cono­scenza della storia degli Stati Uniti, fosse in grado di descriver fondo se non a tutto l'universo, per lo meno alla parte europea di quella specie di pallone da foot-ball su cui l'umanità prega in. vari modi Dio e fabbrica con un unico intento bombe atomiche. Par di vedere Cola di Rienzo sciabolar l'aria in Campidoglio nelle direzioni dei quattro punti cardinali e pronunciare un convinto: quesso one mio, quesso cne mio....
Per Lincoln (attenti alla datai) nel 1853 non c'era alcun dubbio, l'Alsazia doveva essere sottratta alla Francia e introdotta in una futura confedera­zione di Stati tedeschi, in unione ai Tedeschi dell'impero austriaco distrutto ineluttabilmente, perchè (meno male che quel Lincoln lì è morto, ufficial­mente, prima della guerra del '7071, se no, ve li immaginate i Francesi?...) nulla varrà mai, e poi mai, a giustificare la violenza di un atto, quale fu quello di toglierla al paese d'origine per farne, qui pure, un'appropriazione indebita. A parte la commozione che nasce nel lettore alla drammatica evo­cazione delle più amare lagrime piante allo strazio di questo strappo illegale da Wolfaugo Goethe ( Voi lo ricorderete, dice, subito dopo, Lincoln a Melloni. E come no?, immaginiamo fosse scritto nella risposta di questo ultimo, mi par ieri, quando io, Goethe, Capobianco e d'Althan, assistevamo alla pace di "Westfalia e aiutavamo a mettere il polverino sui trattati di Nimega e di Ryswyk... ), il linguaggio così tipicamente lincolnmazziniano dovrebbe bastare a persuaderci che è inutile continuare a leggere. Ma siccome c'è stata e c'è tuttora gente che s'è bevuta senza smorfie anche la Cabotia già ricordata, non sarà male scegliere qualche nuova perla in questo pa­teracchio, che, speriamo solo per ignoranza, una persona presunta colta ha avuto l'idea di suggerire come documento valido ad un ministro italiano.
Niente da dire per la protesta contro l'assoggettamento della povera Irlanda all'Inghilterra gli Stati Uniti erano pieni di profughi Irlan­desi , ma che Lincoln si preoccupasse tanto di Gibilterra e di Malta, nel 1853, ci pare un po' sospetto. Non è, quest'appropriazione indebita,1' una giustificazione al diritto del corsaro e del predone? Non si ammette impli­citamente con questo fatto che ogni popolo ha diritto a non rispettare la proprietà degli altri?.... Beh, lasciamola lì, ci par di sentir borbottare il Messico e la Spagna...
Ma il pezzo forte, il pezzo persuasivo è quello che segue, in cui abbo-minevoli orde di barbari venuti dalle lontane tundre fanno retrocedere di secoli in secoli indietro la marcia trionfale in avanti della vittoria umana sulla coscienza universale dei popoli affratellali. Pensate un poco, ci avvi­cinavamo tutti, indistintamente, ad essere un solo popolo, una sola famiglia [America, o Cabotia, compresa, sebbene non l'avessero ancora scoperta],
1) Ci viene il dubbio, data l'insistenza del termine, che il falsario fosse laureato in legge. A meno che l'espressione appropriazione indebita non sia destinata a convincerci tempre più che a tratta di prosa dell'avvocato Lincoln.
2) Confesso, con grande rossore, che di Lincoln ho letto in inglese solo il Gettysburg Adress e il Sir.and inaugurai Adrr.ss, ma dirci che mi bastano per escludere che una cosi bolsa frase sia uscita dalla penna del grande campione della libertà.