Rassegna storica del Risorgimento
LINCOLN ABRAHAM ; MAZZINI GIUSEPPE ; MELLONI MACEDONIO
anno
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1954
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pagina
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29
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Lincnln, Melloni, Mazzini e C 29
Venezia non dev'essere più oltre defraudato. Può darsi che, a questo punto, l'originale inglese dicesse: Venezia non dovrà più essere defraudata del suo lago, ma il povero Mazzini, che traduceva cogli occhi umidi e col cuore commosso, s*è distratto e non ha reso bene il testo.
Se qualcuno, messo in curiosità, andrà a rileggersi il messaggio, ci troverà di tutto, dalla frase di Napoleone che l'Europa sarà repubblicana o cosacca all'allusione ad un possibile taglio dell'istmo di Suez, dalla profezia della fatale, indeprecabile scomparsa dell'impero britannico e di quello austriaco alla condanna della rivoluzione francese, che ha sancito i diritti deal uomo, ma dimenticò di sancirne i doveri. E così fu la fucina dei tiran-nelli più sanguinarli e cinici del mondo. I più infami soggetti dell'umano consorzio, affrancati dalle galere si annobilirono... 1).
Non è il caso di spendere altre parole intorno a questa ciarlatanata di cattivo gusto. Da anni, veramente, non si sarebbe dovuto parlarne più. Forse, non metteva conto d'occuparsene neppure questa volta, ma qualcosa mi ha spinto, più che le risorte polemiche, l'abuso della buona fede d'un ministro, la necessità di contribuire a fare un po' di pulizia: il ricordo di un morto, che non ho mai conosciuto e del quale non so che il nome di battesimo e il modo della morte. Il 24 marzo 1941, in uno di quei disperati urti nei quali tanta generosa gioventù italiana d'ogni classe sociale e d'ogni regione si faceva massacrare in una lotta di assurda atrocità, cadeva un tenente degli Alpini, di confessione valdese, cui i genitori avevano imposto il nome di Lincoln. E questo nome straniero aveva difeso nelle mischie verbali degli accampamenti e delle mense contro chi glielo rimproverava, o per gioco o per il morso maligno di quei rancori che la propaganda creava. E l'aveva difeso cosciente, tenace, aspro, come avrebbe difeso la sua religione, se fosse stato necessario. Non era vero, no, che l'America, l'America di Lincoln, potesse mai essere contro l'Italia, e proprio perchè era l'America di Lincoln. Con questa fede sfidò la morte, con questa fede quel giorno cadde sul Gotico. E quando i suoi compagni raccolsero le sue povere cose per rimandarle a quel babbo e a quella mamma che gli avevano dato quei nome, dalla giubba insanguinata trassero una copia del messaggio di Lincoln. Almeno per te, ignoto fratello, quel foglio fu qualcosa di puro.
ALBERTO M. GHISALBERTI
1) Dev'essere stato per paura di qualche tiro mancino di uno di tali annobiliti in modo cori indegno se le preziose note scientifiche scritte dal Melloni su questa pianta topografica, diremmo cori, di un'Europa rinnovata , come si esprime dalthatteggiando il discendente di una donna, per forza maggiore, senza testa, Leonardo Howard-Pcyton lop. cit., p. 57), non sono state mai messo a disposizione della scienza e dell'umanità. Almeno secondo quanto ha fatto capire, col suo stile inimitabile, Mazzini in una annotazione, data dallo stesso Howard-Peyton, ma non dal Capobranco {purtroppo, non doveva essere un consanguineo); Alla proprietaria del messaggio Liiicnln-Mcllom. contessa Matilde Pepali Gnerzpni Federici d'Althan [un momento di rifiato], principessa di S. Vito. nata dei conti Zuccolini Foderici. Nel tradurre il messaggio di Abramo Lincoln ho potuto constatare che lo note scientifiche di Macedonio Melloni sono di una importanza cori capitale da fruttare milioni e milioni di guadagno a chi le possiede. Bisogna quindi usare la massima prudenza ncH'csibiria al pubblico per la tristo sorpresa di un'appropriazione indebita. Non solo Lincoln, ma anche Mazzini aveva il complesso dell'appropriazione indebita. Che fossero consanguinei? Bene inteso, in casa Zuccolini, a Modena, non v'è traccia alcuna di quanto ri è asserito doventi trovare presso tale famiglia.